Aspettare fino al 2054 per la tratta Lugano-Chiasso equivale a scordarsela
Sempre meglio! Quasi un quarto di secolo fa, i cittadini svizzeri hanno votato AlpTransit, che comporta una spesa attorno ai 25 miliardi di franchetti. Obiettivo primario: caricare le merci su treno da confine a confine, quindi da Chiasso a Basilea, oltre che diminuire i tempi di percorrenza interni al paese.
AlpTransit l’ha voluto la Svizzera e lo pagherà integralmente il solito sfigato contribuente rossocrociato. I nostri vicini, non solo quelli a sud ma anche quelli a nord, di certo non si tirano giù la pelle di dosso per il completamento dell’opera e per la sua integrazione nella loro rete ferroviaria.
Nel Belpaese le merci le fanno viaggiare su strada. Tanto più che il kompagno Moritz “Implenia” Leuenberger ha calato le braghe alla grande davanti a Bruxelles nelle trattative per gli accordi sui trasporti terrestri, concedendo una tassa sul traffico pesante “a tariffe stracciate”. Di conseguenza, la Svizzera è stata trasformata in un corridoio di transito a basso costo per bisonti UE. Quindi, chissenefrega di AlpTransit!
E la volontà popolare?
Ma ad impiparsene del completamento a sud è la stessa Doris uregiatta, ministra dei trasporti e delle telecomunicazioni. Il proseguimento è attualmente previsto per dopo il 2050. Più precisamente, la tratta Bellinzona-Camorino è agendata per il 2040, mentre la Lugano-Chiasso è in pianificazione per il 2054. E bisogna ancora chiedersi cosa succederà a sud di Chiasso.
Da tempo circolano petizioni e “pressioni” politiche per una tempistica più decorosa, ed anche più rispettosa della volontà popolare. C’è infatti il concreto sospetto che aspettare fino al 2054 e rimandare alla calende greche sia la stessa cosa. Ovvero che, se si procede con la tabella di marcia attuale, il completamento di AlpTransit ce lo leviamo dalla testa. Ma gli svizzerotti di certo non hanno votato 25 miliardi per una “trasversale ferroviaria alpina” destinata a rimanere monca!
“Non se ne parla neanche”
La petizione “non attendiamo il 2050 per completare l’asse ferroviario del San Gottardo” è sottoscritta da vari Comuni ticinesi (tra cui Lugano). Tra i promotori figurano vari politicanti ed ex politicanti di tutti i livelli istituzionali. Primo firmatario è il prof Remigio Ratti, dello stesso partito della Doris.
Ebbene, la Doris ha detto chiaro e tondo alla deputazionicchia ticinese a Berna che di anticipare i tempi non se ne parla nemmeno. Categoricamente escluso. Motivo: “in Ticino stiamo già investendo molto”.
I “grandi statisti”
Ah ecco! Certo che la Doris “pieno sostegno a Susanne Rouff” Leuthard sì che è una grande statista! Secondo la ministra dei trasporti, il completamento di AlpTransit sarebbe “l’ennesimo regalo” (?) ai ticinesotti! Dove per regali si intendono anche opere, pagate dal solito sfigato contribuente, che non servono affatto ai ticinesi, ma sono semplicemente una conseguenza dell’invasione da sud voluta dai balivi bernesi tramite devastante libera circolazione!Vedi ad esempio il nuovo e fallimentare trenino dei puffi Mendrisio-Varese, campione intergalattico di disguidi, ritardi, guasti e cancellazioni!
Ma come, Doris: il principio delle merci sul treno da confine a confine non dovrebbe essere un caposaldo della politica federale? AlpTransit non è un importante e costosissimo progetto della Confederella?
Se nemmeno la ministra dei trasporti sa distinguere tra progetti di valenza locale e progetti federali, non siamo messi bene!
Lorenzo Quadri