Vogliono integrare professionalmente (?) i migranti economici a scapito degli svizzeri

Ma guarda un po’. Da anni ormai i politicanti la remenano con le casse vuote dell’AVS e con il pensionamento a 67 anni per tutti (il progetto della casta di portare l’età della pensione per le donne a 65 anni è solo il primo passo).  Intanto però i soldi per i finti rifugiati si trovano sempre. Ed infatti ad inizio anno, alla chetichella – forse approfittando del fatto che molta gente era in vacanza e di conseguenza la notizia è sfuggita – i camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno pensato bene (?) di mettere in atto uno dei loro malsani propositi. Naturalmente nel segno del multikulti e del  “devono entrare tutti”.

Ovvero: stanziare, per un periodo di sei mesi, la bella somma di 121,5 milioni di franchi (di proprietà del solito sfigato contribuente) per “accelerare l’integrazione nel mercato del lavoro” dei finti rifugiati.

Infatti praticamente la totalità dei rifugiati e delle persone ammesse provvisoriamente è carico dell’assistenza. E il Consiglio federale si illude di inserire questa gente nel mercato lavorativo stanziando milioni a palate.

Flop annunciato

Qui qualcuno è non è bene in chiaro. Tanto per cominciare, l’operazione è destinata al fallimento. Perché coloro che ne dovrebbero beneficiare – i migranti economici appunto – non sono né integrati né integrabili. Sono tutte persone che non lavorano e che non lavoreranno mai. Si spenderanno i 121 milioni e mezzo ma poi, nel giro di poco tempo, gli asilanti assunti “artificialmente” torneranno ancora in assistenza.

Ovviamente, pensando di fare fesso il popolazzo, i camerieri dell’UE in Consiglio federale raccontano che la folle somma sarebbe un investimento (?) destinato a ridurre la spesa sociale. Certo, come no! E noi dovremmo abboccare?

Integrare gli svizzeri!

E’ evidente che sul mercato del lavoro svizzero bisogna integrare gli svizzeri. A questo capitolo sì che c’è da investire. Giusto e doveroso ridurre la spesa sociale provocata dai finti rifugiati: ma rimandandoli a casa loro; non facendoli lavorare a scapito dei “nostri”!

A proposito di finti rifugiati: è recente lo scandalo argoviese del 14enne siriano che ha picchiato brutalmente la propria insegnante, e che adesso costa al contribuente 8000 Fr al mese in tentativi di recupero, comprensivi anche di un non meglio precisato “mental training” (?). Facile prevedere che questi tentativi sono destinati a fare FLOP. E sarebbe questa la gente da inserire nel nostro mercato del lavoro a scapito dei cittadini elvetici? Ma stiamo scherzando?

Avanti con i rimpatri!

C’è poi un’altra questioncella. Il maxi investimento di promozione occupazionale andrebbe in gran parte a beneficio di persone ammesse provvisoriamente. Una persona ammessa provvisoriamente NON ha diritto all’asilo:  la sua domanda è infatti stata respinta. Tuttavia, secondo i legulei, il suo ritorno in patria non sarebbe “ragionevolmente esigibile”, in genere perché la persona arriva da un paese in guerra. In ogni caso, se il finto rifugiato non può rientrare al natio paesello perché c’è una guerra in corso, è ovvio che, una volta terminato il conflitto, deve venire rimpatriato. Senza tanti se né ma. Invece questo non accade. Risultato: ammissione provvisoria diventa uguale ad ammissione definitiva; naturalmente a carico dello stato sociale elvetico. E adesso, per sgravare l’assistenza da casi simili, bisognerebbe promuovere a suon di centinaia di milioni l’assunzione di “ammessi provvisoriamente”? Ma anche no!

Gli ammessi provvisoriamente vanno rimpatriati, ed i soldi pubblici vanno utilizzati per inserire nel mercato del lavoro i disoccupati svizzeri!

Discriminati in casa

Proprio in queste settimane da uno studio effettuato dall’Università di Losanna (non dalla Lega populista e razzista) è emerso che i disoccupati “over 55” sono più svantaggiati sul mercato del lavoro elvetico rispetto agli stranieri. In altre parole: gli svizzeri sono discriminati in casa propria. Però i grandi statisti del governicchio federale spendono cifre sempre più ingenti per dare un lavoro a migranti che nemmeno hanno il diritto di stare in Svizzera, come gli ammessi provvisoriamente? Qui qualcuno ha davvero perso la bussola. Fuori i soldi per l’AVS e fuori i soldi per il lavoro degli Svizzeri!

Lorenzo Quadri