Pagare ancora di più per i megafoni della casta? Il 13 febbraio votiamo NO!
La stampa di regime, accecata dalla brama di intascare ulteriori soldi pubblici, ha perso la bussola. Da settimane sta praticando, ogni santo giorno, il lavaggio del cervello ai lettori per convincerli ad accettare il “pacchetto di aiuti ai media”. Altro che informazione “indipendente” e “pluralista”: sfacciata propaganda pro-saccoccia!
E poi i giornalai hanno il coraggio di blaterare che i finanziamenti statali non inficerebbero la loro indipendenza? Ma se solo il miraggio di ottenerli basta a stravolgere intere linee editoriali, con il Corriere del Ticino – che dovrebbe essere un quotidiano liberale – improvvisamente a manina con la $inistra tassaiola ed assistenzialista! I kompagni odiano la pluralità, e la legge sui media è una legge della $inistra. Essa mira a sostenere SOLO la stampa di regime. Quella che diffonde il pensiero unico (turboeuropeista, climatista, multikulti, spalancatore di frontiere, sovranofobo,…) a scapito della pluralità. Quella che censura le posizioni sgradite alla casta. Il panorama mediatico svizzero non è pluralista, è solo affollato. E l’ipermediatizzazione del Ticino nuoce alla democrazia: trasforma politichetti locali in mitomani, la cui priorità non è più l’interesse pubblico, ma mettersi in mostra!
Gli aiuti alla stampa di regime, di ben 151 milioni annuali, non dureranno solo 7 anni. Se verranno introdotti, poi non li leverà più nessuno!
Tanto per non farsi mancare niente, il 70% dei nuovi sussidi finirebbe nelle tasche dei grandi gruppi editoriali. Quelli che nel 2021 hanno realizzato 300 milioni di utili. Apperò! I nostri soldi ingrasserebbero chi è già ricco sfondato!
Il 13 febbraio, diciamo NO ad una stampa foraggiata con i nostri soldi ed ancora più asservita alla partitocrazia!
Lorenzo Quadri
A pagina 3
Dida:
Ecco il grande pluralismo dei giornali svizzeri!