La Svizzera è invasa dai finti rifugiati, ma la ministra di giustizia PLR sta a guardare

La Lega ed il Mattino mettono in guardia da mesi. Le previsioni si sono avverate. Oggi il caos asilo imperversa. Come e peggio del 2015. E’ assalto alla diligenza rossocrociata. Berna prevede 3000 domande d’asilo alla settimana (adesso sono 800).  I centri federali sono strapieni. Ad impennarsi non è solo il numero dei profughi ucraini. E’ anche e soprattutto quello dei finti rifugiati con lo smartphone, che non scappano da nessuna guerra. E’ facile immaginare che il permesso S, con i privilegi annessi, abbia funto da attrattore pure per i migranti economici.

Come scritto più volte (repetita iuvant) su queste colonne, ogni anno la Confederella spende miliardi per l’asilo. E’ evidente che tale spesa va drasticamente tagliata. I soldi pubblici servono per le necessità dei cittadini svizzeri messi nella palta dalle  varie crisi che si sovrappongono l’una all’altra.

“Rispondere alle richieste”?

Perfino Berna riconosce che la stragrande maggioranza dei migranti “non ucraini” sono finti rifugiati. Quindi non dovrebbero nemmeno poter entrare in Svizzera. Invece arrivano a migliaia. E cosa fa il Dipartimento di Giustizia della liblab Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS)? Forse che blinda i confini, come sarebbe suo dovere? No di certo! Continua a far entrare tutti! Al punto che la terza nazionalità attualmente più rappresentata tra i richiedenti l’asilo in Svizzera è quella turca. Ma come: la Turchia non aspira addirittura ad entrare nell’UE?

Le persone vengono comunque e dobbiamo rispondere alle loro richieste”, sentenzia la segretaria di Stato alla migrazione Christiane Schraner Burgener esprimendosi sull’invasione in atto. Costei parla pure di “numeri che non si vedevano dai tempi della seconda guerra mondiale”. Ma non ci siamo proprio! I clandestini vanno respinti ai confini, altro che “rispondere alle loro richieste”! Altrimenti a cosa serve avere dei confini nazionali?

Quanto al paragone con la seconda guerra mondiale: trattasi di ciofeca manifesta. A quei tempi non arrivavano migranti economici africani, il nostro Stato sociale non era la mucca da mungere odierna e la Svizzera aveva forse la metà della popolazione attuale. Oggi siamo qui in 9 milioni di cui oltre un quarto stranieri, e se aggiungiamo i doppi passaporti… quindi in materia di accoglienza la Svizzera ha già dato. Alla grande.

Pur di non fare i compiti…

I centri federali per richiedenti l’asilo scoppiano. Ma la Confederella, invece di fermare l’invasione, intende spalmare i migranti sui Cantoni.  E i Cantoni cosa dovrebbero fare per alloggiare questa fiumana di persone? Aprire i centri della protezione civile? Piazzare dei prefabbricati nei giardini pubblici? Col fischio! Come giustamente rilevato dal direttore del DI Norman Gobbi nei giorni scorsi, questo Cantone già ospita un numero esagerato di profughi ucraini. Ciò accade perché Berna per MESI ne ha lasciato gestire l’arrivo da associazioni private. In Ticino ci sono pure i centri federali per richiedenti l’asilo; nella Svizzera centrale invece no. Quindi il nostro Cantone è doppiamente svantaggiato. Infatti i centri federali creano problemi sul territorio. Vedi ad esempio il recente sciopero della fame di un gruppo di migranti afghani alloggiati a Chiasso, “geniale trovata” che ha reso necessari interventi di polizia e ricoveri ospedalieri: attendiamo di conoscere l’ammontare del conto a carico del contribuente.

Ergo, che nessun balivo bernese si sogni di mandare qui altre centinaia di finti rifugiati! Semmai, deve accadere proprio il contrario: una parte degli asilanti oggi presenti in Ticino va spostata in altri Cantoni.

La barca è piena

E’ chiaro anche al Gigi di Viganello che, in una situazione del genere, la cosa peggiore da fare è aumentare la capacità di accoglienza. Equivarrebbe infatti ad aizzare i finti rifugiati a venire qui.  Inoltre: la liblab Ka-Ka-eS è consapevole del rischio che si installino in Svizzera, in veste di migranti economici, frotte di islamisti radicalizzati? O finge di non vedere?

Va invece trasmesso – chiaro ed inequivocabile – il messaggio che la barca è piena.

E dunque:

  • Bisogna blindare i confini! Se la Finlandia, con governo di $inistra, può costruire una barriera anti-migranti sulla frontiera con la Russia (e né gli eurocrati né i sedicenti paladini dei diritti umani proferiscono un cip), perché la Svizzera non dovrebbe fare la stessa cosa?
  • Occorre rimpatriare i finti rifugiati presenti sul territorio! Altro che farne entrare altri. Se dobbiamo accogliere i profughi ucraini, i quali per lo meno la guerra in casa ce l’hanno davvero, ne consegue che i migranti economici vanno fatti smammare.
  • Anche la Svizzera, come da reiterata richiesta della Lega, deve percorrere la via indicata da Gran Bretagna e Danimarca: ossia trasferire i centri asilanti in Africa. Chi fa domanda d’asilo va alloggiato lì durante lo svolgimento della procedura. Non su territorio nazionale.
  • Più in generale, la Svizzera va resa meno attrattiva per i finti rifugiati, tramite misure legislative e non.

L’era dell’accoglienza ad oltranza è finita. Immigrare non è un diritto. Diritto e dovere di un Paese è difendere i propri confini.

Lorenzo Quadri