La pensione a 65 anni anche per le donne è solo il primo passo. L’obiettivo è 67 anni
Ohibò, secondo la maggioranza del parlamenticchio federale, anche le donne devono andare in pensione a 65 anni. Perché – questo è il mantra – bisogna “risanare le casse dell’AVS”. Traduzione: la Svizzera ha miliardi da regalare a cani e porci, compresa la fallita UE (il famoso contributo di coesione) ma non ha soldi per i suoi anziani. La Svizzera ha miliardi per mantenere migranti economici di ogni tipo, oltre che finti rifugiati con lo smartphone che non scappano da nessuna guerra. Però taglia sulle pensioni. Qui qualcuno è fuori come un balcone!
Tattica del salame
Va poi considerato che – proprio come le scellerate ecotasse su cui ci determineremo oggi (c’è ancora qualche ora di tempo per votare NO) – l’AVS a 65 anni per le donne è solo il primo passo.L’obiettivo è la pensione a 67 anni per tutti. Questo in tempo di crisi nera, che porterà alla distruzione di decine di migliaia di posti di lavoro, accompagnata dalla devastante libera circolazione delle persone, che provoca la sostituzione di lavoratori ticinesi con frontalieri. Non serve il Mago Otelma per prevedere quello che accadrà. L’accoppiata crisi più libera circolazione farà impennare la disoccupazione. In tanti perderanno l’impiego, mentre chi già non ce l’ha non riuscirà a trovarne un altro. E la risposta qual è? Aumentare l’età dell’AVS? Così da costringere tanti lavoratori e lavoratrici “maturi” che perderanno il posto a dover ricorrere all’assistenza in attesa della pensione? Ma stiamo dando i numeri?
Basta regali all’estero
Le storielle sulle casse vuote dell’AVS, che peraltro sentiamo da anni, lasciano il tempo che trovano. L’AVS, come dice il nome, è il “primo pilastro”: vale a dire, la principale assicurazione sociale svizzera. La sua importanza per il paese è fuori discussione. E quindi bisogna darsi delle priorità. Se servono soldi per l’AVS,semplicemente si risparmia altrove! A partire dai regali all’estero e dagli stranieri in assistenza. Quanto alla spesa per i finti rifugiati, bisogna seguire l’esempio danese (come da mozione leghista in Consiglio nazionale). Ovvero: chi chiede asilo in Svizzera non viene alloggiato da noi, bensì in centri costruiti in Africa!
Utili della BNS
Inoltre, per finanziare l’AVS si devono usare gli utili della Banca nazionale. Un passo in questo senso è effettivamente stato compiuto in Consiglio nazionale. Grazie ad un inciucio destra-sinistra, è stata inserita nella legge una disposizione secondo la quale i proventi dei tassi d’interesse negativi della BNS verranno versati all’AVS. Il che è anche equo: i tassi negativi, introdotti per “salvare” la finanza, penalizzano i risparmiatori. Ed in genere ad avere messo da parte qualcosa nel corso degli anni sono proprio gli anziani. Usare i proventi dei tassi negativi per l’AVS costituirebbe quindi una forma di compensazione.
In più, anche i Cantoni e la Confederella beneficiano di una quota-parte degli utili della Banca nazionale. Non si vede dunque perché il primo pilastro non potrebbe ricevere anch’esso un po’ di questi soldi che sono di proprietà dei cittadini svizzeri!
Ma non facciamoci illusioni: il Consiglio degli Stati con tutta probabilità cancellerà la disposizione introdotta dal Nazionale.
Ma come…
Il ritornello delle casse vuote dell’AVS risuona da tempo immemore. Ci pare di ricordare che la partitocrazia spalancatrice di frontiere, nel maldestro tentativo di giustificare l’immigrazione incontrollata, abbia ripetuto ad oltranza che gli stranieri avrebbero pagato l’AVS agli svizzeri. Come no! Ed infatti, dopo quasi due decenni di immigrazione scriteriata, con una percentuale di popolazione straniera al 25%, si pretende di alzare l’età della pensione perché le casse del primo pilastro sarebbero vuote. Eh già: in barba alle fregnacce raccontate dalla casta, gli stranieri non si pagano nemmeno le loro, di pensioni. Figuriamoci se finanzianole nostre.
Referendum
Sulla riforma dell’AVS il referendum è scontato. (Alle urne bisognerà andare in ogni caso, dato che la riforma prevede la modifica del tasso dell’IVA). Ed indovinate da che parte starà la Lega? Risposta ovvia: da quella del referendum. E pazienza se ci troveremo in compagnia dei $inistrati.
Lorenzo Quadri