I multikulti, compresi quelli con i paramenti sacerdotali, non hanno più remore

Anche nel periodo natalizio ci siamo dovuti sorbire le fregnacce di chi pretende che la Svizzera faccia entrare (e naturalmente mantenga) tutti i finti rifugiati. Degna di nota la boutade di tale sacerdote Mussie Zerai, sedicente profugo eritreo residente nel Belpaese che, ci illuminano i portali online,  sarebbe “diventato un vero e proprio punto di riferimento per la comunità eritrea in Svizzera; ogni mese si sposta in un cantone differente per celebrare la messa e consolidare così i rapporti con i suoi connazionali”.

Ebbene, cosa è venuto a raccontarci l’ennesimo politicante pro-frontiere spalancate travestito da sacerdote? Che la Svizzera dovrebbe accogliere il triplo di migranti economici! Quando la Svizzera è già il paese che accoglie più asilanti in assoluto.

E’ ora di rimandare a casa

Di questi soggetti che pontificano in casa d’altri, con i soldi degli altri, ne abbiamo decisamente piene le scuffie. Anche se indossano i paramenti religiosi. Idem dicasi dei loro tentativi di lavaggio del cervello all’insegna del “devono entrare tutti”. La Svizzera deve semmai rimpatriare tutti i finti rifugiati eritrei che non scappano da nessuna guerra e che tornano a trascorrere le vacanze nel loro paese d’origine “perché lì è più bello” (naturalmente le ferie sono finanziate con i soldi del solito sfigato contribuente svizzerotto, quello “chiuso e gretto”).

E’ forse il caso di ricordare che in otto anni il numero di finti rifugiati eritrei in assistenza è aumentato del 2282% (sic!). Sicché, è ora di darci un taglio ai tentativi di spacciare per profughi quelli che sono invece dei migranti economici: quindi persone che abusano del diritto d’asilo, visto che non si applica alla loro situazione. Ed è anche ora che certi religiosi comincino a preoccuparsi di anime, invece che pensare solo a spalancare le frontiere. Poi si chiedono come mai le loro chiese sono sempre più deserte…

Esempio dall’alto

Al proposito si può purtroppo ben dire che l’esempio viene dall’alto. Papa Francesco ha approfittato perfino del Natale per fare propaganda all’invasione dell’Europa: ed infatti è riuscito a paragonare Giuseppe e Maria ai migranti economici. Paragone che è una vera presa in giro. Giuseppe andava a Nazareth per il censimento, visto che era la sua città. Non andava di certo in casa d’altri per farsi mantenere! Magari qualcuno potrebbe anche spiegare a Bergoglio che i finti rifugiati sono in massima parte musulmani e che tra loro ci sono pure i seguaci dell’Isis. Che il capo della Chiesa cattolica approfitti della massima festività della nostra religione per tentare di spianare la strada all’islamizzazione dell’Europa, non è molto digeribile.

Per tornare a padre Zerai, quello secondo cui la Svizzera dovrebbe accogliere – e, va da sé, mantenere – il triplo dei migranti economici, una cosa giusta l’ha detta: l’asilo è diventato un business. E le organizzazioni contigue al P$$ del “devono entrare tutti”, grazie a questo business, lucrano in grande stile. Vero kompagna Simonetta Sommaruga?

Lorenzo Quadri