Ma secondo il presidente della Confederazione, il PLR Burkhalter, dobbiamo “aprirci all’UE”, ciò che significa ridurci come loro!

Anche il Fondo monetario internazionale (FMI) si preoccupa per la situazione del mercato del lavoro italiano, che sta andando sempre peggio.

Del resto in Lombardia, ovvero in quella che dovrebbe essere la locomotiva italiana, il numero dei poveri è triplicato dal 2006 ad oggi.

Quello lanciato sulla situazione occupazionale italiana dalla direttrice del FMI Christine Lagarde è un vero e proprio grido d’allarme. “In Italia e in Portogallo un terzo dei giovani sotto i 25 anni è disoccupato”, ha dichiarato nei giorni scorsi. L’Italia, Stato in cui ci troviamo incuneati, ha dunque una situazione occupazionale come quella del Portogallo.

Intanto però dobbiamo sentire, e non in un discorso propagandistico dei kompagni europeisti ma nella vergognosa allocuzione di capodanno del presidente della Confederazione PLR, che dobbiamo “aprirci all’Unione europea”.

Visto che non siamo sufficientemente invasi da padroncini, frontalieri, per non parlare della criminalità transfrontaliera che sta razziando il Mendrisiotto e non solo, dovremmo aprirci ancora di più. Tutto per permettere al PLR Burkhalter e compari di fare bella figura nei confronti  dei suoi padroni di Bruxelles. Ma costui crede davvero di poterci prendere per scemi?

La politica delle aperture scriteriate si è dimostrata un fallimento su tutta la linea. Quindi è ora di darci un taglio. Altro che aprirci: se non vogliamo andare completamente a fondo e trovarci anche noi con un terzo dei giovani sotto i 25 anni in disoccupazione, dobbiamo chiudere le porte all’invasione.

Che “aperto è bello” non sta scritto da nessuna parte; è solo l’ennesima bufala inculcata  a suon di politikamente korretto.

Lo sanno anche i paracarri che già oggi arrivano automobili con targhe italiane con a bordo gruppetti di aspiranti frontalieri che fanno il giro delle aziende a depositare curricoli. E’ naturale che chi non ha lavoro lo cerchi dove spera di trovarlo. Ma non sta di certo a noi risolvere o attenuare i problemi occupazionali della Lombardia a nostre spese. Purtroppo i Burkhalter di turno, come pure gli alti papaveri dei partiti $torici, non avranno mai un figlio in assistenza perché il mercato del lavoro ticinese è saturato da targhe azzurre. Capitasse a loro, si renderebbero conto delle corbellerie che raccontano.

Visto che questi signori da soli non apriranno mai gli occhi, rendiamo un servizio di pubblica utilità: facciamo in modo che li aprano con il voto odierno! Perché se la devastante libera circolazione delle persone andrà avanti, il destino di questo Cantone ce l’abbiamo già sotto gli occhi: un terzo dei giovani in disoccupazione.

Lorenzo Quadri