Espellere i migranti che non hanno diritto di rimanere è una priorità! Ma invece…
La politica migratoria svizzera, improntata alle frontiere spalancate, è fallimentare. Il Mattino lo scrive da un bel po’.
Il caos asilo si prospettava all’orizzonte da tempo. Eppure il governicchio federale non ha mosso paglia per potenziare la sicurezza dei confini. Non ha fatto un tubo la precedente “ministra di giustizia”, ovvero la liblab Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS); per cui immaginiamoci l’attuale, ovvero la kompagna Elisabeth Baume Schneidèèèèr (quella eletta “perché simpatica”).
Adesso siamo alla resa dei conti.
100mila sans papier
In Svizzera tedesca ha fatto scalpore nelle scorse settimane il caso di un finto rifugiato afghano 35enne (ma come: gli asilanti non erano donne e bambini?) che la Germania ha rifilato alla Confederella, poiché il figuro in passato era transitato per il nostro Paese. Costui è nientemeno che un pedofilo condannato. Inutile dire che gli svizzerotti se lo sono ripreso senza un cip; altri Stati non sono così solerti. Secondo la logica dello scarica barile, oltretutto, Berna avrebbe potuto/dovuto rispedire a propria volta l’afghano in un altro paese europeo, dal momento che il pedofilo di sicuro non si è paracadutato sulla Svizzera. Ma ciò non è stato possibile, perché nel frattempo il migrante si è dato alla macchia. Nessuno sa dove sia andato, ma verosimilmente si trova ancora in Svizzera. E, come indicava il Blick, non si tratta di un caso isolato. In effetti già da un’indagine del 2018 risultava “non chiaro” cosa succede con quasi la metà degli asilanti la cui domanda viene respinta.
Risultato: si stima che nel nostro Paese ci siano circa 100mila sans papier. Vale a dire persone che si trovano qui clandestinamente e senza documenti (in genere perché i documenti li hanno distrutti loro stessi). Per una nazione di 9 milioni di abitanti, la cifra è enorme.
Da notare che questi sans papier, se si ammalano, hanno accesso alle cure mediche. E a pagarle è il solito sfigato contribuente, tramite premi di cassa malati sempre più improponibili.
Ci prendono per il lato B
E’ evidente che la Confederella ha un grosso problema a livello di espulsione dei migranti economici che non hanno diritto all’asilo. Questo perché molti dei Paesi di provenienza non si sognano di riprenderseli. Non se li riprendono con la scusa dei documenti mancanti (i migranti infatti li distruggono proprio per questo motivo) o perché non hanno firmato accordi di riammissione. Interessante, si fa per dire, è che tra gli Stati che non hanno sottoscritto tali accordi spicca l’Eritrea. La quale semplicemente si rifiuta di riprendere i connazionali che non rientrano volontariamente in patria. Gli eritrei sono una delle nazionalità più rappresentate tra i migranti economici. E continuano ad arrivarne. Allo stato attuale in procedura d’asilo si trovano infatti 9000 eritrei, i quali costituiscono il secondo gruppo più rappresentato dopo gli afghani (16’300 persone) e prima dei siriani (7600).
Eppure gli svizzerotti continuano a mandare aiuti economici anche agli Stati che non firmano accordi di riammissione. E chi – come la Lega – da anni insiste che gli aiuti allo sviluppo vanno come minimo condizionati alla sottoscrizione di accordi di riammissione, si sente dare del “razzista” dai soldatini della partitocrazia.
Per non farsi mancare niente…
Il Consiglio nazionale nel giugno 2022 era perfino riuscito ad approvare (per 102 voti ad 80) una mozione che permetteva ai finti rifugiati in attesa di espulsione di svolgere un’attività professionale. E’ chiaro che, se si dà a costoro la possibilità di lavorare (ovviamente a scapito dei cittadini elvetici), si legittima la loro presenza qui: dunque si rende ancora più difficile il rimpatrio! Si tratta, in altre parole, dell’ennesimo pretesto per far restare tutti! Per fortuna che il Consiglio degli Stati, in un raro sprazzo di lucidità (22 voti a 17) lo scorso dicembre ha spazzato via questa corbelleria.
La priorità
Invece di rottamare la neutralità e poi lamentarsi perché – sorpresa! – la Russia non considera più la Svizzera un Paese neutrale (come se ci fosse ancora qualcuno che la reputa tale…), il “medico italiano” del PLR, assieme alla già citata kompagna Baume Schneidèèèèr (P$), farebbe meglio a preoccuparsi di firmare accordi di riammissione dei finti rifugiati.
Come scritto le scorse settimane, nell’anno di disgrazia 2022 il numero delle richieste d’asilo è aumentato del 64.2% (!). La stragrande maggioranza di queste domande si rivelerà infondata. E’ chiaro che, se le persone che ricevono una decisione negativa rimangono comunque in Svizzera – magari a carico del contribuente, magari a commettere reati – il diritto migratorio diventa una farsa. Blindare le frontiere e far sloggiare chi deve lasciare il nostro Paese! Questa deve essere la priorità!
Lorenzo Quadri