Indottrinamento nel segno del “Black lives matter” durante una lezione di musica?
La politica ro$$a imperversa nella scuola obbligatoria ticinese. L’immagine ne fornisce l’ennesimo esempio. Quello che vedete sul foglio è il tema di una lezione di musica (sic!) impartita ad una classe di terza della scuola media di Tesserete. E, per restare in tema: carta… canta.
A parte che non si capisce cosa abbiano a che fare gli argomenti elencati con note e solfeggi, è evidente il tentativo di indottrinare gli allievi nel segno del sedicente “Black lives matter” (BLM). Naturalmente trascurando il fatto che il BLM è un movimento razzista nei confronti dei bianchi. Diffonde odio verso l’Occidente ed ostenta ignoranza della storia. Invita alla distruzione di statue con argomentazioni demenziali. Non di rado deborda nel suprematismo nero. E le sue manifestazioni puntualmente degenerano in violenze, vandalismi e saccheggi. Se dei gruppi di bianchi, ed in particolare di bianchi di destra, si producessero in iniziative analoghe, verrebbero messi immediatamente fuori legge e classificati come associazione a delinquere. Invece davanti al BLM la casta immigrazionista applaude giuliva, mentre i tamberla di certa grande distribuzione (Manor e Migros) mettono al bando i moretti della Dubler in quanto “razzisti”.
Sarà stato spiegato che…?
E adesso ecco che arriva la scuola ro$$a ticinese a propagandare un movimento razzista e vandalico tra ragazzini tredicenni, oltretutto abusando delle lezioni di musica, che col tema c’entrano come i cavoli a merenda. Ma la tattica è collaudata. Pure la RSI approfitta anche delle trasmissioni d’intrattenimento per fare propaganda partitica.
Altro che educare! Bisogna indottrinare gli scolari all’immigrazionismo ed all’autofustigazione: l’Occidente è razzista e cattivo, pertanto deve rinnegare e cancellare il proprio vergognoso passato; per espiare le proprie colpe, è necessario che accolta e mantenga tutti i finti rifugiati con lo smartphone. Né poteva mancare, come si evince dal foglio, il consueto contorno di propaganda anti USA. Naturalmente solo perché il presidente statunitense è l’odiato sovranista Donald Trump. Fosse stato ancora in carica il suo predecessore, di $inistra e “diversamente pigmentato”, la scuola ro$$a si sarebbe sentita in dovere di osannarlo “a prescindere”. Malgrado sia stato uno dei presidenti peggiori della storia degli States.
Chissà se lo (o la) zelante insegnante di musica che alle melodie pare preferire la politica ha spiegato ai giovani alunni che l’omicidio di George Floyd è avvenuto in Minnesota, Stato governato non certo da Trump, bensì dal governatore democratico Tim Walz? Chissà se ha ricordato agli allievi che il citato Floyd, ucciso dalla polizia, non era esattamente un candido angioletto bensì un criminale pluricondannato? Soprattutto, chissà se ha sottolineato che la situazione degli USA, dove schiavitù e segregazione razziale sono state una triste realtà per secoli, non è in alcun modo paragonabile a quella svizzera?
Sede recidiva
Non è la prima volta che la scuola media di Tesserete si segnala per le derive $inistrate. Del resto, non è certo per caso se questa sede fu una delle tre che misero a disposizione i propri allievi come cavie per la sperimentazione della riforma “La scuola che NON verrà”, poi asfaltata dai cittadini in votazione popolare.
E’ sempre alla Sme di Tesserete che, nella primavera del 2019, all’interno di una verifica di geografia venne posta la domanda seguente: “Abbiamo visto in classe che gli stranieri sono importanti per la popolazione del Canton Ticino. Perché?”.
Al quesito un’allieva rispose lapidaria: “preferisco non rispondere a questa domanda, saranno importanti per vari motivi. Ma io resto dell’idea che non lo sono”. Inutile dire che la presa di posizione “non politikamente korretta” penalizzò la giovane nel voto.
La vicenda approdò anche nel parlamento cantonale. Il deputato leghista Massimiliano Robbiani interrogò al proposito il governicchio. La risposta? “L’è tüt a posct”! Nella foga di mettere a tacere il “becero leghista” l’esecutivo – ovvero il DECS – arrivò a descrivere come positivo il fatto che in Ticino, a causa della devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, la maggioranza dei lavoratori sia straniera.
Per fortuna non tutti tacciono
E’ evidente che l’indottrinamento di $inistra in aula è una realtà diffusa ed incoraggiata dal DECS colonizzato dal P$. Il quale, in barba alla neutralità dell’insegnamento – e quindi della legge sulla scuola – fa propaganda all’isterismo climatico nell’agenda ufficiale rifilata a settembre agli allievi delle medie. Il diario in questione presenta addirittura gli scioperanti per il clima che BIGIANO le lezioni come modelli da imitare. Qui siamo proprio alla frutta!
Per fortuna ci sono ancora degli allievi e dei genitori che hanno il coraggio civico di denunciare le operazioni di indottrinamento politico in classe, invece di scegliere un silenzio di comodo per paura di ritorsioni.
Lorenzo Quadri