Congedo parentale di 38 settimane? Indovinate chi sarebbe chiamato a finanziarlo…

Proprio da parte di chi non ha mai sostenuto la famiglia (a meno che fosse arcobaleno) giungono le pretese di pompare i congedi parentali; ad oltranza e senza criterio.

Adesso a dare man forte arriva, non si è capito sollecitata da chi, la Commissione federale per le questioni familiari (COFF). La quale fungerebbe da consulente (?) del governicchio federale e del parlatoio. Consulente all’insegna del pensiero unico mainstream, dell’assistenzialismo e delle “sparate”. Soprattutto, consulente senza che nessuno la interpelli.

Cittadini di serie B

La COFF vorrebbe introdurre nientemeno che un congedo parentale di 38 settimane (!) ripartito tra i due genitori. Attualmente in Svizzera sono previste per legge federale 14 settimane di congedo maternità e due di congedo paternità, quest’ultimo in vigore dal primo gennaio 2021 (i singoli datori di lavoro possono prevedere congedi più lunghi). Per un totale dunque di 16 settimane.

Passano due anni (non venti) dall’introduzione del congedo paternità, e la COFF entra a gamba tesa con le sue 38 settimane. Ben 22 in più di quelle oggi in vigore! Così, di punto in bianco. Con motivazioni evanescenti (il solito blabla politikamente korretto). Contro la volontà popolare (anche in Cantoni di $inistra come Vaud e Ginevra i cittadini hanno sempre respinto simili proposte). E – va da sé –  senza dire CHI finanzierebbe i nuovi, interminabili congedi. Ma è palese che il conto lo pagherebbero i lavoratori e le lavoratrici che non sono neo-genitori, che vengono evidentemente considerati dei cittadini di serie B, delle mucche da mungere. In particolare i singles, già penalizzati a livello fiscale, con la partitocrazia che fa finta di niente.

Dove manca personale…

Quella della COFF è una sparata a scopo di politichetta. I soliti soldatini del sempre più Stato e dei diritti senza doveri né responsabilità non tarderanno a cavalcarla. E pretenderanno, ancora una volta, di elargire vacanze extra e sussidi a go-go con i soldi degli altri.

Come farà una piccola impresa a concedere ai dipendenti 38 settimane di congedo parentale, resta un mistero. Il risultato sarà che i datori di lavoro ci penseranno non dieci, ma cento volte prima di assumere delle giovani donne (che beneficerebbero, per ovvi motivi, della maggior parte delle 38 settimane), ma anche dei giovani uomini.

E come andrà a finire nei settori dove già ora si fatica a trovare personale, vedi ambito infermieristico, se per ogni gravidanza bisognerà mettere in conto, nella migliore delle ipotesi,  9 mesi  di congedo pagato?

Scollegati dalla realtà

Burocrati con i piedi al caldo e politicanti $inistrati non perdono occasione per dimostrare di essere scollegati dalla realtà. Costoro credono di vivere nel paese della cuccagna. Pensano che sia possibile lavorare sempre meno, mantenere lo stesso tenore di vita, e compensare andando a prendere i soldi nelle tasche altrui. Senza rendersi conto che i soldi degli altri prima o poi finiscono. E dimenticandosi che la premessa per lavorare meno è quella di avercelo, un lavoro. Dovrebbe infatti essere questo l’obiettivo dei politicanti: la piena occupazione degli svizzeri. Nel nostro caso, dei ticinesi. Invece la partitocrazia spalanca le frontiere all’invasione da sud creando disoccupazione, povertà, problemi sociali. E poi la Commissione federale di turno se ne esce con 38 settimane di congedo parentale. Perché non 52, già che ci siamo?

Il lavaggio del cervello

Le corbellerie (eufemismo) si moltiplicano. La stampa di regime, colonizzata da giornalai ro$$i, da tempo pratica il lavaggio del cervello ai giovani per convincerli che vogliono lavorare meno. Chi è ancora disposto a lavorare a tempo pieno – e magari anche di più – è un povero sfigato. Tutti a percentuale ridotta, così gli immigrazionisti avranno buon gioco a strillare che manca manodopera e quindi… avanti con l’immigrazione scriteriata! Avanti con l’invasione e con la svendita della Svizzera!

Chiaramente i giovani occupati a tempo parziale non solo dovranno tirare la cinghia, ma si troveranno in futuro con rendite pensionistiche insufficienti. Sicché, giunti in età AVS, tutti a carico della complementare? Pagata da chi (ammesso che esisterà ancora)?

Avanti con l’indottrinamento! Inculchiamo nelle nuove generazioni che lavorare meno è una figata pazzesca. Così la casta impoverisce gli indigeni per creare occasioni di lavoro per gli immigrati, ed ha il pretesto per farne arrivare a frotte “per sopperire alla mancanza di manodopera”. Perché il 25% di stranieri ed il 20% di doppipassaporti in Svizzera (in Ticino le percentuali sono ancora più alte: un terzo di stranieri ed il 30% di doppipassaporti) ancora non bastano!

Fuori di zucca

Tanto per non farsi mancare niente, i soliti kompagnuzzi sponsor del fankazzismo (altro che difendere i lavoratori: costoro i lavoratori li vogliono spremere come limoni per mantenere i lazzaroni) vorrebbero introdurre anche il fallimentare reddito di cittadinanza d’italica matrice (tentativi fatti a Zurigo). E c’è chi se n’è pure uscito con la geniale proposta di versare uno stipendio statale ai nonni (sic!). Finanziato come? Forse tagliando sui regali all’estero o sui miliardi sperperati per i finti rifugiati? Non sia mai! Mettendo le mani nelle tasche del contribuente!

Qui qualcuno ha davvero perso il patàn.  Basta!

Lorenzo Quadri