Il dramma francese potrebbe ripetersi anche da noi. E allora la casta immigrazionista…

Lo scorso giovedì ad Annecy (Alta Savoia, Francia) un asilante siriano ha accoltellato 6 persone, tra cui 4 bambini feriti in modo grave.

L’asilante in questione disponeva di un permesso di soggiorno in Svezia dal 2013 dove avrebbe potuto ancora rimanere almeno fino alla fine di quest’anno. Ciononostante ha presentato domande d’asilo ovunque in Europa: richieste che sono ovviamente state respinte – ci sarebbe mancato altro – in considerazione del permesso di soggiorno svedese.

Tra i paesi dove il siriano ha presentato domanda d’asilo, c’è pure la Svizzera. Tuttavia, in un secondo tempo l’ha ritirata. Senza il ritiro, vuoi vedere che il Dipartimento Baume Schneidèèèr (P$) l’avrebbe accettata?

Colpa dell’Occidente?

Secondo i media, una spiegazione per l’aggressione ancora non c’è. I familiari dell’accoltellatore parlano di “depressione”. Ad avere “ulteriormente destabilizzato” l’uomo sarebbe stato il rifiuto della Svezia di concedergli la cittadinanza, come pure il No francese alla sua domanda d’asilo. Vedremo se non prenderà invece quota la pista dell’atto terroristico…

Previsione facile: presto sentiremo qualche immigrazionista blaterare che non è l’asilante siriano ad essere un criminale; la colpa è dell’Occidente “razzista” che non gli ha accordato i permessi e la cittadinanza che richiedeva, mandandolo così in“depressione” (come se tutte le persone depresse andassero nei parchi ad accoltellare bambini).

In effetti, gli spalancatori di frontiere vogliono trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano, come del resto prevede il demenziale Patto ONU sulla migrazione: un finto rifugiato deve avere il “diritto umano” di trasferirsi dove gli pare e – va da sé – di farsi mantenere dai contribuenti del paese di destinazione. Frena, Ugo!

“Meno kafkiani”

A proposito dell’aggressione di Annecy, il giornale francese Le Figaro nel suo editoriale ha scritto: (…) Questo spaventoso dramma si riferisce ancora una volta, piaccia o no, al disordine migratorio che regna (…). Esso ricorda all’Europa ed alla Francia l’urgenza di essere meno kafkiani e più vigili nei confronti dell’immigrazione”.

Il disordine migratorio risiede nel fatto che le frontiere esterne dello spazio Schengen sono un colabrodo. Urge rimediare. Ma i paesi che costruiscono MURI SUI CONFINI, invece di venire appoggiati e ringraziati, sono criminalizzati dai balivi di Bruxelles. A meno che le barriere vengano erette ai confini con la Russia: in quel caso, “stranamente”, gli spalancatori di frontiere non hanno nulla da dire.

Nessuna sorpresa

Tra i paesi che devono diventare “meno kafkiani e più vigili” c’è sicuramente la Confederella.  Ma la ministra di Giustizia Baume Schneidèèèr (P$) si preoccupa solo di aumentare i posti a disposizione per accogliere finti rifugiati. Quando invece i migranti economici non vanno neppure fatti entrare nel paese. Troppi di loro, pur non avendo diritto all’asilo, rimangono qui lo stesso; e in via definitiva. Asilo vuol dire protezione, non immigrazione. Ma il concetto viene abusato, e trasformato nel pretesto per far immigrare illegalmente (e per far rimanere qui a carico dello stato sociale) persone che non hanno alcun bisogno di protezione. Che tra queste persone in arrivo da “altre culture” -non integrate e non integrabili – ci siano dei delinquenti, degli estremisti islamici, ed ogni genere di foffa, non è certo una sorpresa. Vedi le rapine commesse di recente a Como da finti rifugiati finti minorenni alloggiati a Chiasso. Vedi (per restare su un reato minore) i numerosi taccheggi ad opera di migranti economici messi a segno un po’ in tutto il Cantone. A tal proposito, aspettiamo ancora di sapere dal Dipartimento Baume Schneidèèèr se è vero che la SEM – come scritto dal Mattino un paio di settimane fa – non permette alla polizia di entrare nei centri asilanti federali in caso di furti commessi sul territorio da uno o più “ospiti”, perché il reato non sarebbe ritenuto “abbastanza grave”!

Nell’anno di disgrazia 2022, il numero degli asilanti (senza conteggiare gli oltre 70mila profughi ucraini) giunti nella Confederella è stato di quasi 25mila. Per l’anno in corso, Berna ipotizza un’ulteriore impennata a 40mila: si raggiungerebbe così il record del 2015. La spesa prevista per il 2023 per il settoredell’asilo ammonta alla stratosferica somma di 4 miliardi di franchi; solo per quanto di competenza federale.

Tra i 40mila finti rifugiati attesi quest’anno, quanti saranno i soggetti pericolosi? Si trattasse anche solo di uno su mille, avremmo 40 potenziali “casi Annecy”. Se un giorno un dramma del genere dovesse avvenire in Svizzera (speriamo ovviamente di no), la casta immigrazionista se ne dovrà assumere la piena responsabilità.

Ritorno alle origini

E’ chiaro che l’immigrazione incontrollata deve finire. La sua giustificazione è unicamente ideologica o di interesse di saccoccia (industria ro$$a della migrazione). L’asilo deve tornare al suo scopo originario. Che, come detto, è la protezione. Non è “far entrare e far restare tutti”.

E’ dunque urgente compiere i seguenti passi:

1) Blindare le frontiere;
2) I centri asilanti devono essere realizzati fuori dai confini nazionali;
3) I finti rifugiati vanno espulsi senza se né ma; a maggior ragione quelli che commettono reati!
4) Niente aiuti allo sviluppo ai paesi che rifiutano di riprendersi i loro connazionali.

 

Lorenzo Quadri