Cassa malati, sempre peggio
Intanto a Lugano parte una campagna informativa

In materia di premi di cassa malati la situazione, come volevasi dimostrare, invece di migliorare peggiora.
Il Ticino ed i ticinesi, ormai l’hanno capito anche i paracarri, avrebbero dovuto da tempo beneficiare di una diminuzione dei premi di cassa malati. Diminuzione perché a) Per anni i Ticinesi hanno pagato premi troppo elevati che poi servivano a tappare i buchi di altri Cantoni dove invece si prelevavano premi insufficienti che non bastavano nemmeno a coprire i costi; b) con la riforma LAMal in vigore da inizio 2012 gli assicuratori malattia in Ticino sono stati sgravati di costi annui per ca 85 milioni, costi che sono andati a pesare sul bilancio cantonale. Di conseguenza, il premio a carico dei cittadini avrebbe dovuto diminuire.
Invece, così non è stato, e non sarà nemmeno nel 2013. Per l’anno prossimo sono infatti stati annunciati aumenti medi dell’1.1%, con punte fino al 2.3% per i giovani adulti. Si tratta di medie, questo significa che ci sarà chi – molti – si troverà a fare i conti con pillole ben superiori.
Anche la restituzione di una parte delle riserve in esubero che gli assicuratori malattia hanno creato facendo pagare ai ticinesi premi eccessivi si allontana. Perché il Consiglio degli Stati, chiamato ad esprimersi sulla proposta, peraltro lacunosa, del Consiglio federale, si trova in disaccordo.
Ad un aumento ingiustificato dei costi da un lato, si aggiunge il taglio dei sussidi per la riduzione del premio di cassa malati dall’altro. Taglio effettuato finora con due modalità:
1) il passaggio al calcolo del sussidio basato sul criterio del reddito disponibile semplificato, che ha fatto sì che almeno tre quarti dei titolari di sussidi se li vedessero ridurre. Inoltre col passaggio al nuovo sistema di calcolo è stata abolita la franchigia per i proprietari di casetta, che si trovano penalizzati per l’ennesima volta.
2) Anche ai titolari di prestazioni complementari all’AVS o AI è stato tagliato il sussidio. Prima veniva riconosciuto il premio per intero, adesso solo fino ad un forfait stabilito dalla Confederazione. Chi ha premi superiori a questo forfait, ci mette la differenza di tasca propria. Oltretutto il taglio è stato annunciato dal Cantone con una tempistica tale che non ha permesso alle persone colpite di eventualmente cambiare assicuratore malattia.

Col preventivo 2013 arriverà il taglio numero 3, ossia:
3) Il Consiglio di Stato ha annunciato, quale misura di risparmio, decurtazioni ai sussidi del 3.5%.

Quindi, se qualcuno si illudeva che finalmente i Ticinesi avrebbero ottenuto un premio più equo, questo qualcuno è stato amaramente disilluso.
A proposito della “misura di risparmio” indicata al punto 2). Si ricorderà che la città di Lugano era intervenuta a copertura dell’improvvida decurtazione. Un intervento giusto e necessario, ma costato quasi 450mila Fr. Se le cifre fornite dal Cantone fossero state corrette, il costo avrebbe dovuto essere di un terzo. A Bellinzona hanno sbagliato i conti o hanno dato di proposito delle informazioni tarocche per rendere più digeribile il taglio al Gran Consiglio, che l’ha dovuto avallare?
Fatto sta che in questi giorni l’operazione luganese a sostegno dei titolari di prestazione complementare colpiti dal taglio deciso a Bellinzona entrerà nella fase due. Infatti, il termine ultimo per il cambiamento di cassa malati, o – pur restando affiliati al medesimo assicuratore – di modello assicurativo, è il 30 novembre.
Lo scorso 27 settembre sono stati resi noti i nuovi premi di Cassa malattia per l’anno 2013.
La Città di Lugano ha quindi deciso di promuovere una campagna di informazione alla cittadinanza attraverso tre canali: l’invio di una lettera a tutti i beneficiari di AVS/AI e PC con annessa una tabella comparativa con gli importi dei premi mensili delle diverse casse; la pubblicazione sul sito internet ufficiale della Città della stessa informazione e la divulgazione del materiale informativo presso tutti gli sportelli amministrativi cittadini.
In questo modo si intende informare sulle possibilità esistenti per pagare un conto meno salato.
Lorenzo Quadri