Adesso su Fabrice Anthamatten, lo stupratore recidivo condannato a 20 anni di carcere che ha ucciso la sua terapeuta con la quale era stato mandato in ippoterapia, se ne sentono di tutti i colori. Pare che chiunque fosse al corrente della pericolosità del soggetto, che, a quanto risulta, si intratteneva con il sadico di Romont e con altri personaggi del genere. Non ci voleva dunque molto a rendersi conto che si trattava di un delinquente tutt’altro che redento. Del resto, solo a guardarne la foto segnaletica, viene il sospetto che le teorie di Lombroso sull’antropologia criminale non fossero poi tanto sbagliate.

Eppure, malgrado tutto, perfino ad un simile individuo venivano concesse agevolazioni a tutto andare. Compresa l’ippoterapia. A quanti onesti cittadini piacerebbe andare a cavallo, ma non possono permetterselo? Lo stupratore recidivo e adesso pure assassino invece poteva: con i nostri soldi. Provi uno chiunque di noi a chiedere all’ente pubblico di pagargli le lezioni di equitazione, poi vediamo la risposta…

Fiumi di denaro per delinquenti

Non solo allo stupratore pericoloso si accordavano libertĂ  assolutamente fuori da ogni logica e buonsenso, ma il trattamento speciale di cui godeva era pure costoso. Quindi mentre il cittadino onesto viene sempre piĂą tartassato, criminalizzato (soprattutto se automobilista) e invitato ad arrangiarsi se in difficoltĂ , il delinquente è assistito e favorito; perchĂ© deve (?) essere aiutato. Si va nel paradosso che il criminale è piĂą protetto della vittima. Questo è il risultato di decenni di ottusa ideologia buonista promossa, ma guarda un po’, dalla $inistra del politikamente korretto. Il risultato è che ingenti quantitativi di denaro pubblico – che poi mancano per i bisogni dei cittadini – vengono scialacquati a vantaggio dei delinquenti. In queste operazioni, naturalmente, c’è chi ha il  proprio tornaconto. Trattasi di chi le promuove. Esse permettono infatti di gonfiare ad oltranza il settore sociale (pubblico) creando posti di lavoro e riserve di voti per i soliti noti.

A furia di tirare la corda…
Era chiaro che prima o poi, a furia di tirare la corda, si sarebbe giunti alla rottura. Il caso di Carlos, il 17enne criminale straniero il cui “regime speciale” da figlio del sultano del Brunei concessogli da autorità giudiziarie bacate costava al contribuente 29mila Fr al mese, è la dimostrazione di come il sistema, autoalimentandosi, abbia ormai perso ogni rapporto con realtà e buonsenso.

Sul politikamente korretto, quello che ha imposto l’apertura scriteriata delle frontiere, oltre alla beatificazione dei delinquenti, bisogna fare non uno, ma vari passi indietro. Il delinquente non può essere considerato una vittima della societĂ  cattiva (?) per definizione. Il delinquente è un delinquente, e come tale va trattato.  Il cittadino medio non può comprendere che, mentre da lui si pretendono “lacrime e sangue” chi proprio “non merita” venga invece sostenuto in tutti i modi. Per i regimi speciali “alla Carlos”, per l’ippoterapia agli stupratori i soldi si trovano, mentre all’uomo comune si tagliano i sussidi di cassa malati. E il cittadino medio non può nemmeno comprendere che, mentre lui viene lasciato allo sbaraglio in un mercato del lavoro devastato dall’invasione da Oltreconfine (perchĂ©, in nome del buonismo e del politikamente korretto,  bisogna “aprirsi”, e chi osa dissentire viene denigrato come becero populista e razzista) al delinquente, specie se straniero, vengano invece costruiti ponti d’oro perchĂ© si reinserisca nella societĂ . Lo Stato aiuti i cittadini onesti e punisca i criminali. Stravolgere questo principio elementare non può che portare ad una reazione di rigetto. Per aver voluto, in nome del politikamento korretto e del tornaconto personale di alcuni,  una societĂ  che perdona tutto, si avrĂ  una societĂ  che non perdona nulla.
Lorenzo Quadri