Anche in Svizzera cresce l’odio contro gli ebrei. Di pari passo con l’avanzata islamista

Ma naturalmente l’inutile e faziosa Commissione federale contro il razzismo tace. Ringraziamo gli spalancatori di frontiere!

Per la serie: “dopo averne mangiate dieci fette…”  Improvvisamente, la Fondazione contro il razzismo e l’antisemitismo (GRA) e la Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI) si accorgono che in Svizzera tedesca (probabilmente anche nel resto del Paese) l’antisemitismo è in crescita.

Ma va? Il fenomeno non è certo un “unicum” elvetico. Tocca tutta l’Europa occidentale. Sarebbe stato curioso se la Svizzera ne fosse stata immune. In Francia, ad esempio, l’esodo di cittadini di religione ebraica è in corso da tempo. Le sue proporzioni sono allarmanti. “La Francia si svuota per l’antisemitismo” titolava ad esempio Il Foglio alcune settimane fa, segnalando – a titolo di esempio – che la metà degli ebrei di Grenoble se ne è andata nel giro di pochi anni.

Silenzio tombale sulle cause

Però, ma tu guarda i casi della vita, “si” evita accuratamente – ed in particolare: l’inutile e faziosa Commissione contro il razzismo, che va abolita subito, evita accuratamente – di spiegare come maisono in aumento gli attacchi antisemiti in Svizzera. Questo accade non certo perché in Svizzera siano aumentati i neonazisti ed analoghi squinternati personaggi. Costoro sono, e continuano ad essere, due gatti. Un’altra categoria è invece aumentata, ed alla grande: gli immigrati islamisti, spesso e volentieri migranti economici. Troppi di loro sono antisemiti, oltre che razzisti, sessisti, omofobi, eccetera. Del resto, è a seguito dell’immigrazione islamica che la Francia non è più un paese vivibile per gli ebrei. I quali infatti, come detto, se ne vanno in massa.

Chi ringraziamo?

Chi ringraziamo per questo inquietante ritorno di fiamma dell’antisemitismo, fenomeno chiaramente d’importazione? E’ ovvio: quelli che spalancano le frontiere all’immigrazione antisemita. Ovvero, in prima linea, i $inistrati multikulti. Quelli che passano le loro giornate a strillare accuse di razzismo: il solito ricatto morale con cui si tenta di forzare gli svizzerotti a “far entrare tutti”. Come se un paese dove un quarto della popolazione è straniera potesse sul serio venire accusato di razzismo.

Anche l’odio contro Israele fomenta l’antisemitismo. E chi diffonde odio contro Israele? Sempre la gauche-caviar!

Ipocrisia politikamente korretta

Denunciare l’aumento dell’antisemitismo ma tacere sulla sua natura (antisemitismo d’importazione) e sulle sue cause (migranti antisemiti) costituisce l’ennesimo sfoggio di morale a senso unico. La volontà di manipolazione è evidente. Si vuole far credere che siano gli svizzeri ad essere diventati antisemiti (e razzisti). Ed invece questa è una monumentale fake news.

Tirando le somme: chi vuole combattere l’antisemitismo deve combattere anche l’avanzata islamista, la condiscendenza politikamente korretta nei suoi confronti e le frontiere spalancate.

Se l’antisemitismo guadagna posizioni anche nel nostro Paese, la colpa non è di certo di chi vuole chiudere le frontiere. La colpa è di chi le spalanca.

Lorenzo Quadri