Dirlo è scontato: il Natale è tempo di regali e di cenoni. Ma non per tutti. Ci sono infatti anziani ticinesi che tirano la cinghia e non si possono permettere né uscite al ristorante né regali ai nipotini. Nemmeno a Natale.
Questi anziani magari non ricevono la prestazione complementare in quanto sono proprietari di una casetta o di un terreno. E forse, sempre per lo stesso motivo, si sono visti decurtare o azzerare il sussidio per la riduzione del premio di di cassa malati.
Poiché gli anziani hanno costruito la nostra società, questo merito deve venire riconosciuto – o meglio dovrebbe. Ad esempio con una piccola gratifica annuale che si potremmo chiamare, per comodità, tredicesima AVS.
Una simile gesto sarebbe senz’altro possibile, anche in periodo di ristrettezze finanziare. Basterebbe infatti indirizzare le risorse dello Stato sociale in modo migliore. Non sta né in cielo né in terra che si mantengano in assistenza cittadini stranieri, magari addirittura con precedenti penali, per anni ed anni, spendendo centinaia di migliaia di Fr. O che si sperperi – vedi caso Carlos – un milione per far fare la bella vita ad un giovane delinquente straniero con la scusa che bisogna integrarlo: queste persone non devono venire integrate, ma solo rimpatriate.
Come non sta né in cielo né in terra che cittadini UE, grazie alla devastante libera circolazione delle persone, ottengano di trasferirsi in Svizzera esibendo contratti di lavoro tarocchi. Poi, una volta trasferiti nel nostro paese, accade che il contratto di lavoro viene rescisso e i titolari si mettono a carico del nostro stato sociale, prima in disoccupazione e poi in assistenza.
Altro esempio non proprio edificante lo forniscono quei cittadini “non patrizi” che fanno un figlio ogni tre anni per ottenere gli assegni familiari. Poi naturalmente non sono in grado di occuparsi dei bambini e deve ancora intervenire lo Stato sociale.
Ai partiti storici le situazioni di cui sopra, ed anche molte altre, vanno bene. Non sono però d’accordo di versare una modesta tredicesima AVS agli anziani ticinesi in difficoltà. La proposta leghista è stata demonizzata e denigrata in ogni modo. Tutto per non dar ragione all’odiata Lega. Sembra che voler aiutare i nostri anziani sia diventato un reato.
Per impedire all’odiata Lega di realizzare uno dei punti “storici” del suo programma, il partitume storico ha messo in campo l’artiglieria pesante. Morale della favola: mentre ci sono delinquenti in regimi speciali che costano alla collettività cifre che gridano vendetta, ma questo va bene, agli anziani non viene riconosciuto il diritto ad una piccola gratifica annuale. Una gratifica che forse non avrebbe cambiato la vita dei beneficiari. Ma che sarebbe tornata molto utile. Soprattutto in questo periodo.
Sicché, anziani ticinesi che tirate la cinghia anche a Natale, ricordatevi di chi vi ha negato un modesto sostegno: i partiti $torici. E ricordatevi anche il perché ve l’hanna negato: per non dare ragione all’odiata Lega. Una motivazione di incredibile squallore, che ha dovuto essere nascosta con arrampicate sui vetri da far impallidire l’uomo ragno: ad esempio la storiella che la tredicesima AVS non sarebbe stata un aiuto “mirato”. Peccato che gli stessi a sostenere la teoria degli aiuti mirati sono poi quelli che a Lugano vogliono creare le mense scolastiche per i figli dei ricchi, ma finanziate con i soldi di tutti contribuenti. Questi sì che sono “aiuti mirati”.
Lorenzo Quadri