Ma chi l’avrebbe mai detto! Adesso “ci si” accorge degli stages farlocchi che sono in realtà una modalità per assumere laureati frontalieri e pagarli un tozzo di pane, invece di assumere ticinesi ad una giusta retribuzione. Come si diceva una volta? “Dopo averne mangiate 10 fette scoprì che era polenta”?
Scoperta epocale (?)
Fa un po’ specie che la scoperta epocale (?) di cui sopra l’abbia fatta un sindacato, segnatamente il sindacato OCST, che pure si è distinto in più occasioni (non sempre) per concretezza e realismo.
La segnalazione sindacale riguarda uno studio di architettura, di cui non viene fornito il nome, che avrebbe assunto un giovane laureato frontaliere dietro il paravento dello “stage” ad una paga di 500 Fr al mese, retribuzione portata dopo svariati mesi a “ben” 1000 Fr mensili (troppa grazia, Sant’Antonio!).
Sotterfugi
Non c’era di sicuro bisogno di essere dei grandi esperti del mercato del lavoro per prevedere dove sarebbe andato a finire questo sempre meno ridente Cantone “grazie” alla libera circolazione delle persone senza limiti. E gli stages farlocchi, come quello denunciato dall’ OCST, ci sono in tutti gli ambiti professionali, mica solo negli studi di architettura. E naturalmente pullulano le pratiche analoghe: come le assunzioni e lo stipendio al 50% quando il tempo lavorativo reale è del 100% o più.
Pratiche prevedibili
Ovviamente, in considerazione della catastrofe occupazionale italiana – nella vicina Lombardia ci sono infatti tassi di disoccupazione giovanile superiori al 40% – queste pratiche, scandalose quanto prevedibili, trovano da noi terreno fertile. Ce le siamo messe in casa con la libera circolazione delle persone.
La libera circolazione sta tagliando fuori i ticinesi dal mercato del lavoro perché troppo cari in confronto ai frontalieri. I nostri giovani si troveranno ben presto terra bruciata attorno. Dovranno scegliere tra la disoccupazione e l’emigrazione oltralpe.
I responsabili
Per questo ci sono dei precisi responsabili.
Non solo i partiti $torici: ricordiamo che l’ex presidente PLR Fulvio Pelli prometteva: “con la libera circolazione delle persone, i giovani ticinesi potranno andare a lavorare a Milano” (sic!).
Non solo il padronato, interessato ad attingere ad un bacino praticamente sterminato di manodopera estera a basso costo e alta flessibilità. Ma anche i sindacati. Perché più frontalieri uguale più affiliati paganti. E poi, se sul mercato del lavoro tutto fila liscio o quasi, a finire in disoccupazione sono i sindacalisti. Per cui…
Niente stagisti frontalieri
Tornando al caso concreto del frontaliere laureato in architettura assunto a 500 Fr al mese sotto la copertura di uno stage. E’ il caso di ricordare qual è la funzione di uno stage: quella di introdurre un giovane che ha terminato la formazione nel mondo del lavoro. Ma poiché chi vive in Italia va introdotto nel mondo del lavoro italiano e non in quello ticinese, la soluzione non è poi così difficile da trovare. Non servono tanti arzigogoli burocratici. Basta proibire l’assunzione di stagisti frontalieri. Così si evita anche la piaga delle assunzioni-dumping di frontalieri travestite da stage.
Lorenzo Quadri