Atti vandalici anche in Ticino: nuova conferma che i molinari arrivano da oltreramina

Ultimamente si sente parlare, anche alle nostre latitudini dove abbiamo ben altri problemi, del cosiddetto articolo 41 bis. Si tratta di un articolo della legge carceraria italiana, che prescrive il regime di detenzione “duro”. Viene applicato agli autori dei più gravi crimini contro la collettività: in genere mafiosi e terroristi. La sua creazione risale al 1986: non si tratta quindi di una new entry. Perché, allora, la polemica? Uno dei detenuti sottoposti a questo regime, l’anarchico Alfredo Cospito, ha iniziato uno sciopero della fame per protesta. E c’è chi reputa che il 41 bis sia ingiustificato per Cospito. Egli infatti nel 2006 ha piazzato due bombe fuori da una caserma a Cuneo, che non hanno provocato vittime. Il che appare tuttavia frutto di una fortunata coincidenza, piuttosto che un’attenuante. Nel 2012, con un complice, il galantuomo ha gambizzato Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare.

Cospito non è certo uno stinco di santo. E forse il regime carcerario del 41 bis, nei confronti di siffatto soggetto, non è poi così immotivato.

I soliti noti

Ma il tema è un altro. Che in Italia si discuta del caso ci può stare. Ma a noi, dell’anarchico abruzzese e dell’articolo 41 bis, non ce ne potrebbe fregare di meno.

E invece il tema è stato importato anche in Ticino, con tanto di corollario di atti vandalici. Ad opera di chi? Dei brozzoni autogestiti, che infatti anche in questo caso vanno in giro a brozzare. Costoro ad inizio gennaio hanno organizzato una manifestazione a Lugano (partecipanti: tre gatti), davanti al Consolato italiano, per chiedere l’uscita di Cospito dal regime 41 bis. Ad inizio febbraio, la città vecchia di Locarno è stata vandalizzata con scritte spray apparse sui muri che nel medesimo graffito prendevano di mira l’articolo 41 bis ed insultavano il consigliere di Stato leghista Norman Gobbi: come se quest’ultimo c’entrasse qualcosa col sistema carcerario italico. Ma il minimo comune denominatore è chiaro: gli odiatori autogestiti hanno fanno un minestrone con le loro “bestie nere”. E in questo modo hanno reso nota la loro identità. Nel caso qualcuno avesse ancora dei dubbi sulla provenienza italica di costoro…

Anche alla tenuta Bally, nei pressi dello svincolo autostradale di Lugano nord, su delle balle di fieno sono comparse scritte contro l’articolo 41 bis. Quindi questi “anarchici” brozzoni  in arrivo da oltreramina vanno in giro ad imbrattare (brozzare) le proprietà altrui in Ticino con rivendicazioni che con questo Cantone non c’entrano una beata mazza.

Chi regge la coda

E chi, alle nostre latitudini, dà spazio alla diatriba sul  41 bis? Ma naturalmente la Pravda di Comano, amica e supporter degli autogestiti, che vi ha dedicato una puntata dell’approfondimento radiofonico Modem. Apperò. Ci sono argomenti molto più importanti che la R$I non si fila nemmeno di striscio, ma quando si tratta di dare spazio alle paturnie degli “amici” molinari…

E’ inaccettabile che in Ticino, grazie a certi soggetti d’importazione, vengano commessi atti vandalici nel nome di una vertenza che non ha alcuna attinenza né con la nostra realtà,  né con il nostro Cantone. Ma $inistrati e radikalchic – quelli che si sciacquano la bocca con “la difesa della legalità” – ancora difendono i vandali.

Lorenzo Quadri