Calciatori binazionali: contrordine compagni! La pavida retromarcia della Federazione

 

Tutto rientra nei binari della normalità! Il presidente della Federazione svizzera di calcio (ASF) Peter Gilliéron è corso a scusarsi per la dichiarazione del segretario generale dell’ASF Alex Miescher, il quale aveva osato sollevare dei dubbi sui calciatori con il doppio passaporto.

L’episodio, come noto, si iscrive nel tormentone dei due giocatori di origine kosovara della nazionale svizzera (oddìo, “svizzera”…) che esultano con le aquile (e non era un riferimento alla frazione del comune di Blenio).

Non stiamo evidentemente a ripetere le “puntate precedenti” della nota telenovela estiva.

Certo è che la dichiarazione politicamente scorretta di Miescher sui calciatori “parzialmente elvetici” ha lasciato schiere di benpensanti con il naso in mezzo alla faccia. E, come c’era da aspettarsi, è arrivato il contrordine compagni. Del resto, attendersi una presa di posizione coraggiosa su un tema “sensibile” come i passaporti plurimi da parte dell’ASF era decisamente pretendere troppo. I suoi alti papaveri con i piedi al caldo mica potevano correre il rischio di farsi etichettare dai moralisti a senso unico – e quindi dalla stragrande maggioranza dei media, da essi colonizzati  –  come beceri populisti e razzisti!

Sconfessato l’ “eretico”

Sicché l’eretico Miescher è stato presto sconfessato dai suoi “capi”. Anche se ha ragione, certe cose mica si possono dire! Di sicuro non in forma ufficiale: al massimo è tollerato sussurrarle al bar!

Sul segretario generale dell’ASF si è dunque abbattuta la censura politikamente korretta, con il presidente Gilliéron che, patetico, si cosparge il capo di cenere e si scusa con tafazzismo degno di miglior causa: “Ci dispiace molto che le cittadine ed i cittadini con doppia nazionalità si siano sentiti discreditati e rinnegati(addirittura!) dopo un’intervista del nostro segretario generale”, blatera il signor presidente. Hai capito i soldatini del pensiero unico? Di doppi passaporti non si può nemmeno parlare, poiché ciò significa “discreditare e rinnegare”! Gilliéron, ma vai a scopare il mare!

E visto che  non si fanno le cose a metà, il presidente ASF ha pure lasciato ad intendere che lo  scriteriato segretario generale che ha osato contraddire il pensiero unico multikulti verrà retrocesso, sanzionato e fustigato in pubblica piazza.

Non è un diritto acquisito

Eppure, piaccia o non piaccia al presidente pallonaro, il doppio passaporto – non solo dei calciatori, ma ovviamente di tutti – rimane un tema di discussione. Perché esso non è affatto un diritto acquisito.

Negli ultimi 8 anni i doppi passaporti sono aumentati del 40%. In Consiglio nazionale, il solito triciclo PLR-PPD-P$$ è riuscito a decidere che perfino i politici a livello federale, “ministri” compresi, possono avere due o tre o più cittadinanze: non c’è problema! Poi ci chiediamo come mai la Confederella viene quotidianamente svenduta. Se perfino chi la rappresenta nelle massime istituzioni è svizzero part-time, e magari tiene in casa la bandiera di altre nazioni…

Se si tornasse a prima del 1992…

I passaporti non sono un bene da accumulare per ottenere più vantaggi, all’insegna del “più ce n’è meglio è”, per poter mostrare il documento d’identità più conveniente a seconda dell’esigenza del momento (vedi servizio militare, ma non solo). L’acquisizione della cittadinanza elvetica presuppone una scelta di vita. Se qualcuno non si sente abbastanza svizzero per lasciare il passaporto originario, forse non è il caso che si naturalizzi. E questo vale, a maggior ragione, per chi fa politica.
Poco ma sicuro che, se la naturalizzazione comportasse, come prima del 1992, la rinuncia alla cittadinanza d’origine, le domande crollerebbero.

Ma si sa che le naturalizzazioni seriali, a catena di montaggio, (vedi l’ultimo Consiglio comunale di Lugano con 101 richieste di attinenza comunale all’ordine del giorno) sono nell’interesse della casta spalancatrice di frontiere e multikulti. Sono politikamente korrettissime: “bisogna aprirsi”! Ed oltretutto servono anche a taroccare le statistiche sugli stranieri; e quindi sugli stranieri che delinquono, su quelli a carico dello Stato sociale, eccetera. A pieno vantaggio della politica del “devono entrare tutti”. Per cui, meglio di così…

Lorenzo Quadri