Islam: le dichiarazioni dell’attivista per i diritti umani sembrano riprese dal Mattino
Che legnata per i kompagnuzzi della morale a senso unico e delle frontiere spalancate! Che asfaltata per quelli che, al mantra “svizzerotti chiusi e gretti, dovete aprirvi” arrivano a difendere perfino il burqa! E, oltre al burqa, difendono anche le condanne-barzelletta ai jihadisti, che vengono sanzionati meno duramente degli automobilisti!
Nelle scorse settimane, il Corriere del Ticino ha intervistato Saïda Keller Messhali, fondatrice e presidente del Forum per un Islam progressista in Svizzera. Keller Messahli è stata insignita del premio svizzero per i diritti umani nel 2016.
Copia-incolla dal Mattino?
Ebbene, sull’intervista all’attivista svizzero-tunisina vale la pena tornare. Perché è sorprendente. O meglio: non lo è per noi. Ma lo è senz’altro per i kompagnuzzi spalancatori di frontiere e moralisti a senso unico. Perché le loro “tesi” vengono letteralmente tritate dalla signora. Le dichiarazioni dell’attivista per i diritti umani sembrano il risultato di un copia-incolla dagli articoli del Mattino della domenica. Ohibò. Abbiamo forse a che fare con una bieca razzista? La società internazionale per i diritti umani avrebbe conferito un importante premio ad una spregevole xenofoba e populista? Oppure è l’ideologia delle frontiere spalancate e del buonismo-coglionismo ad aver toppato alla grande, provocando un disastro?
Veli e foulard
Nell’intervista pubblicata sul Corriere del Ticino, Saïda Keller Messahli si esprime su vari temi caldi.
A cominciare dal divieto di burqa: l’attivista non solo sostiene il divieto ticinese, ma si dice favorevole alla sua estensione a livello nazionale. E va anche più in là: “la donna non deve essere obbligata a coprire la testa: non ci sono basi nel testo coranico per imporre l’uso nel foulard”. E a Berna il Consiglio federale nonché i kompagnuzzi ro$$overdi starnazzavano e moraleggiavano per non concedere la garanzia federale al divieto di burqa plebiscitato dal popolo ticinese!
Finanziamenti alle moschee
Keller Messahli lancia inoltre l’allarme sulle moschee in Svizzera. “La situazione è drammatica. Mi sento sconvolta dal modo in cui il wahhbismo (posizione estremista che viene dall’Arabia saudita) è arrivato ad impiantarsi nelle moschee del nostro paese. Abbiamo anche sedicenti centri culturali finanziati dall’Arabia saudita. La grande moschea di Zurigo è finanziata dagli Emirati arabi uniti. (…) Gira un’enorme quantità di denaro che proviene dal Qatar, dall’Arabia saudita e dalla Turchia che sostengono un discorso islamico radicale, un discorso di odio che lavora contro l’integrazione culturale degli stranieri in Svizzera”. Conclusione: “bisogna occuparsi delle nostre moschee”.
Parole pesanti come macigni, che asfaltano i nostri politicanti spalancatori di frontiere e la loro pochezza.
Il sottoscritto ha presentato nei mesi scorsi una mozione a Berna che chiedeva di vietare i finanziamenti stranieri alle moschee e ai centri culturali islamici in Svizzera, proprio per il motivo indicato sopra. Risposta stizzita dei sette scienziati bernesi: “Sa pò mia! Sarebbe una massiccia (sic!) limitazione della libertà religiosa”. Come se la libertà di professare la propria fede c’entrasse qualcosa con i finanziamenti esteri alle moschee.
Stampa di regime
Arriva anche la stoccata nei confronti della stampa di regime, a cominciare dalla radioTV di sedicente servizio pubblico finanziata con il canone più caro d’Europa. Keller Messahli: “bisogna finirla di fare la corte a queste organizzazioni islamiche. Le moschee rappresentano al massimo il 12% dei musulmani in Svizzera. Non bisogna considerarle l’unico interlocutore. Ci sono molti musulmani che la pensano come me. Occorre aiutarli ad avere maggiore legittimità rispetto alle moschee”.
E invece cosa fa la televisione di sedicente servizio pubblico, sempre al soldo della politica dell’immigrazione scriteriata? Regala tempo d’antenna, visibilità e quindi legittimazione, ai soliti imam che raccontano sempre le stesse storielle: siamo discriminati, siamo vittime di xenofobia, le frontiere devono rimanere spalancate, e avanti di questo passo. Perché vengono intervistati questi interlocutori? Facile. Perché dicono proprio quello che i kompagni della SSR vogliono sentirsi dire – e che vogliono dire agli svizzerotti “chiusi e gretti”, che devono essere rieducati. Il giochetto è fin troppo evidente.
Sentenze-barzelletta
E per combattere la radicalizzazione dei musulmani in Svizzera? Keller Messahli: “occorrono giudizi (sentenze) molto chiari e duri. Bisogna mostrare che siamo capaci a difenderci, che non accettiamo persone simili. Occorre anche vigilare sulla migrazione”. Altro che condanne-barzelletta ai jihadisti, con pene sospese con la condizionale!
Gli spalancatori di frontiere ed i moralisti a senso unico sono dunque sbugiardati (il termine più adeguato sarebbe un meno casto: sputtanati) su tutta la linea.
Le dichiarazioni dell’attivista dei diritti umani confermano inoltre la totale inadeguatezza della maggioranza dei nostri politicanti, Consiglio federale in prima linea. Costoro, con le fettone di mortadella sugli occhi, continuano a perorare le frontiere spalancate, il multikulti e il buonismo-coglionismo. Quindi, o questi signori invertono la rotta o, se non sono in grado di farlo, che si dimettano. Altrimenti il disastro è garantito.
Lorenzo Quadri