Il njet dei cittadini di Losone non rimanga un caso isolato: va esteso a tutto il Cantone

 Lo scorso 10 giugno a Losone i cittadini hanno votato contro la riapertura per tre anni dell’ex caserma come centro per finti rifugiati. Le maggioranze politikamente korrette volevano invece barattare la sicurezza – non solo del Comune ma di tutto il comprensorio – per il classico piatto di lenticchie: 600mila Fr di affitto, offerto dal Dipartimento Sommaruga. La ministra del “devono entrare tutti”, ma tu guarda i casi della vita, bramava infatti la riapertura della struttura.

Scarica-barile tra Comuni?

Il chiaro njet popolare di Losone è stato pronunciato in una votazione comunale. Ma evidentemente non si può tentare di liquidare la questione come un semplice fatto legato alla situazione contingente di un comune. In altre parole: il voto è comunale, ma la valenza è cantonale.

Accade infatti che adesso la Pepa Tencia rischia di doversela cuccare il Mendrisiotto con centri provvisori e permanenti. Questo perché la nuova legge sull’asilo permette al Dipartimento Sommaruga di creare centri provvisori, della durata massima di tre anni, per finti rifugiati in immobili di proprietà della Confederella, senza chiedere niente a nessuno; né ai Cantoni, né ai Comuni interessati. Poi naturalmente, una volta scaduti i tre anni, si tenta di tirar là. Proprio come accaduto a Losone. Lì il tentativo non è andato in porto perché la popolazione, grazie anche all’impegno della sezione locale della Lega e del consigliere comunale Orlando Guidetti, ha fatto fallire il piano. Ma “se la nava, la gh’eva i gamb”.

Legge “restrittiva”?

Il bello è che questa legge sull’asilo è stata venduta ai cittadini come “restrittiva”. Certo, come no: restrittiva come la legge sugli stranieri: quella che dovrebbe permettere di espellere i delinquenti “non svizzeri” dal Paese, come da volontà popolare. Ed invece, ma chi l’avrebbe mai detto, la nuova legge non serve ad applicare la volontà degli svizzerotti “chiusi e gretti” bensì a sabotarla. Infatti essa fornisce ai legulei dei tribunali pretesti per NON espellere i delinquenti stranieri. Che infatti rimangono  (quasi) tutti qui. Erano state promesse, in fase di votazione popolare, 4000 espulsioni all’anno. Invece si arriva più o meno ad un decimo. Una vergogna. L’ennesima truffa a danno dei cittadini.

Intorno a noi…

Tornando ai centri per i finti rifugiati: è evidente che la tattica non può essere quella di rimpallarsi la Peppa Tencia tra un Comune e l’altro. Bisogna invece impedire la creazione di questi centri in tutto il Ticino; che sia Locarnese o Mendrisiotto o altrove, cambia poco.

Mentre i paesi a noi vicini, suscitando l’isterica riprovazione degli spalancatori di frontiere, adottano il pugno duro contro l’immigrazione clandestina, i camerieri bernesi di Bruxelles non si sognano neanche lontanamente di fare lo stesso.

Addirittura l’Ungheria inserirà nella Costituzione il divieto di accoglienza per migranti economici. E questo malgrado si tratti di uno Stato membro dell’UE. Eppure gli ungheresi “possono”. Solo agli svizzerotti fessi si viene sempre a raccontare che “sa po’ mia”.

Non integrabili

Per contro, la kompagna Sommaruga non solo vuole creare nuovi centri d’accoglienza per asilanti, ma, invece di rimandare i finti rifugiati al paese d’origine, vorrebbe integrarli nel mercato del lavoro a scapito degli svizzeri. Perché “devono restare tutti”!

Non dimentichiamo poi che tra i migranti economici si trovano pure jihadisti, estremisti islamici, avanzi di galera (i paesi d’origine hanno svuotato le carceri), molestatori, e via elencando. E, in ogni caso, gli asilanti non sono integrabili. Infatti praticamente nessuno di essi lavora, nemmeno quando lo “status” lo permetterebbe. I 132 milioni all’anno – soldi nostri! – che la Simonetta vorrebbe spendere per collocarli, finiranno direttamente nel water. Il flop dell’operazione è annunciato.

Decidano i cittadini

Il voto di Losone parla chiaro e non deve rimanere un caso isolato. I cittadini ticinesi devono far sentire la propria voce per impedire la creazione di nuovi centri per finti rifugiati nel nostro Cantone. Altrimenti avanti di questo passo, se lasciamo fare al Dipartimento Sommaruga e alla partitocrazia politikamente korretta e spalancatrice di frontiere, finiremo con l’essere l’unico paese che accoglie i finti rifugiati a braccia aperte. Non certo per volontà popolare, ma per volontà dei politicanti.

Il voto popolare sui centri asilanti dovrebbe avvenire ovunque la Berna federale vaneggi di aprirne uno. In questo senso l’iniziativa del deputato leghista Boris Bignasca che chiede che questi centri vengano sottoposti a referendum obbligatorio va senz’altro nella direzione giusta. L’idea va promossa a livello federale.

Ovviamente la partitocrazia non ne vorrà sapere. Ma dovrà mettere fuori la faccia. Dovrà spiegare alla gente perché vuole ad ogni costo impedire ai cittadini di decidere sulla creazione, vicino a casa loro, di centri d’accoglienza per finti rifugiati con lo smartphone. Strutture destinate ad incidere in modo deleterio sulla qualità di vita del vicinato e non solo. A Losone, ma pure a Chiasso, ne sanno qualcosa.

Lorenzo Quadri