Migranti economici, nuove ondate all’orizzonte. Eppure a Berna il letargo continua

E’ evidente che il caos asilo è destinato a riprendere vigore a breve. Dopo l’ondata pandemica, l’ondata migratoria. I numeri degli sbarchi nella vicina Penisola non lasciano presagire nulla di buono; nemmeno per noi. La posizione geografica della Svizzera e gli accordi di Dublino dovrebbero proteggere il paese da assalti di finti rifugiati. Ma sappiamo bene che gli accordi di Dublino vengono rispettati a geometria variabile; in più, sono nel mirino della fallita UE.

Calabraghismo compulsivo

Soprattutto, conosciamo il calabraghismo compulsivo dei camerieri bernesi di Bruxelles. Quando l’Unione europea pretenderà dalla Svizzera che si faccia carico di migranti economici che non le spettano, il governicchio federale scatterà immediatamente sull’attenti. A maggior ragione ora. A seguito della  sacrosanta decisione di dichiarare chiuse le trattative sullo sconcio accordo quadro istituzionale, il motto del CF è diventato: non si deve irritare l’UE. Ovvero: bisogna slinguazzare i funzionarietti di Bruxelles! E quindi: giù, chinati a 90 gradi, davanti ad ogni pretesa!

Basti pensare che il governicchio addirittura smania per versare il pizzo da 1.3 miliardi alla DisUnione europea. E’ pertanto scontatoche, quando Bruxelles pretenderà di rifilarci migliaia di finti rifugiati, la Svizzera se ne farà carico senza colpo ferire.

Non solo: dal caos asilo del 2015 sono passati 6 anni. Di conseguenza, molti migranti economici accolti provvisoriamente usciranno dalla tutela della Confederella e verranno scaricati sui Cantoni e sui Comuni. I quali saranno tenuti a mantenerli con i soldi dell’assistenza!

In Gran Bretagna

Mentre alle nostre latitudini si va avanti come se niente fudesse, altrove ci si prepara a fronteggiare la nuova ondata di finti rifugiati con una serie di giri di vite.

L’esempio più eclatante è quello della Danimarca, a governo socialdemocratico (sic!). Copenhagen persegue la visione “zero asilanti”. E vuole quindi alloggiare i sedicenti rifugiati che presentano una domanda nel paese scandinavo in appositi centri situati in Africa.

Ma anche la Gran Bretagna si sta muovendo. Il governo Johnson intende riformare la politica d’asilo inglese in senso restrittivo. Un nuovo disegno di legge prevede il blocco dei visti d’ingresso ai cittadini di paesi che rifiutano di riprendersi gli asilanti respinti o i delinquenti espulsi. Non solo. In base alle nuove regole, i migranti giunti illegalmente nel Regno Unito non saranno parificati a quelli arrivati secondo le vie corrette. Se anche il loro status di rifugiato venisse riconosciuto, otterrebbero solo un’ammissione provvisoria. Pure Londra vuole inoltre aprire la porta ai centri asilanti collocati all’estero: il modello danese funge da ispirazione. Il governo Johnson intende poi procedere a verifiche severe sull’età dei migranti economici. Questo per evitare che adulti continuino a spacciarsi per minorenni.

Inutile dire che, in patria, i provvedimenti annunciati hanno già provocato gli strilli di quelle associazioni che con l’industria dell’asilo ci lucrano. Il che parla a loro favore.

Solo grazie alla Lega…

Come scontato, in Svizzera non si vede niente di tutto questo. L’unica nuova misura presa fa seguito ad una richiesta della Lega: il Consiglio federale ha messo in consultazione la creazione dellabase legale per impedire ai finti rifugiati, la cui domanda d’asilo è stata respinta, di sottrarsi al rimpatrio rifiutando di sottoporsi al tampone covid. Infatti sempre più compagnie aree ed anche Stati – a partire dai paesi d’origine dei migranti economici – concedono l’accesso solo a chi esibisce un test negativo. Poiché il trucchetto di rifiutare il tampone per schivare il rimpatrio era fin troppo puerile, intervenire era doveroso. Ma, se non fosse arrivata la Lega a rompere i santissimi…

Paesi renitenti

Un altro tema da affrontare con urgenza riguarda quei paesi di provenienza dei finti rifugiati che rifiutano di riprendere i propri concittadini che vengono espulsi. Particolarmente pacchiano, come rilevava di recente la NZZ (non il Mattino populista e razzista) il caso dell’Algeria. Questa nazione non ne vuole sapere di ripigliarsi i propri migranti economici; men che meno i propri concittadini che delinquono in Svizzera. Eppure la sua politica migratoria è estremamente rigida: i clandestini che varcano i confini algerini vengono implacabilmente caricati su dei camion e riaccompagnati al confine. Due pesi e due misure!

Un altro paese che  rifiuta di riaccogliere i propri finti rifugiati è l’Eritrea. La maggioranza degli asilanti presenti  in Svizzera arriva proprio da . E sono tutti finti rifugiati, che non scappano da nessuna guerra. Addirittura, come sappiamo, parecchi di loro si recano per le vacanze (vacanze da cosa, visto che non lavorano?) nel natìo paesello, “perché lì è più bello”.

E’ evidente che la presa per il lato B non può andare avanti all’infinito. Occorre quindi che la Confederella prenda adeguate misure. Come tagliare gli “aiuti allo sviluppo” agli Stati di partenza inadempienti in materia di asilanti. O bloccare i visti d’entrata ai loro cittadini, come intende fare la Gran Bretagna. O magari entrambe le cose. Sveglia!

Lorenzo Quadri