Il governo socialdemocratico (!) di Copenhagen ci bagna il naso ancora una volta!
La socialdemocrazia danese ci sta sempre più simpatica! Niente a che vedere con la $inistruccia “svizzera”, che è composta da immigrazionisti, taluni ipocritamente pitturati di verde, sempre schierati contro l’interesse del paese!
La premier danese Mette Frederiksen, socialdemocratica per l’appunto, di recente aveva dichiarato davanti al parlamento che il governo persegue l’obiettivo “zero asilanti”.
Detto, fatto. Nei giorni scorsi, come era previsto, il Legislativo diCopenhagen ha approvato, per 70 voti contro 24, la nuova legge sull’immigrazione, la quale prevede la creazione di campi d’accoglienza in paesi extraeuropei, dove verrebbero mandati gli asilanti in attesa di una decisione da parte delle autorità danesi.
Per paesi extraeuropei si intende, ovviamente, paesi africani.
Quindi: chi fa domanda d’asilo in Danimarca, nell’attesa che questa venga evasa, non verrà alloggiato in Danimarca, bensì in Africa. Del resto è evidente che nel continente nero si possono realizzare campi profughi conformi agli standard internazionali, ma anche di standard superiore, spendendo una frazione di quello che si spenderebbe in Europa.
Iniziativa popolare
Va rilevato che anche dalle nostre parti è in fase di raccolta firme l’iniziativa popolare “aiuto sul posto nel settore dell’asilo”, che chiede che gli asilanti vengano ospitati in apposite “zone di protezione” il più possibile vicine al paese d’origine. In effetti, lo scopo dell’asilo non è immigrazione, bensì protezione. A volere l’immigrazione ad ogni costo è l’industria ro$$a dell’asilo, con associazioni contigue al P$ che ci tettano dentro alla grande.L’iniziativa popolare ristabilirebbe quindi i fondamenti.
Effetto dissuasivo
La linea del governo socialdemocratico (!) danese va ben più in là di quanto deciso dal vituperato sovranista Donald Trump, che si limitava a far attendere i finti rifugiati in Messico. L’esecutivo di Copenhagen non nasconde che la nuova disposizione ha scopi dissuasivi: sapendo che d’ora in poi chi richiede l’asilo in Danimarca verrà inviato in un paese extraeuropeo, ha detto il portavoce governativo, auspichiamo che i migranti rinuncino a chiedere accoglienza da noi. Più chiaro di così!
Particolarmente curioso il fatto che il ministro danese per l’immigrazione, il socialdemocratico Mattias Tesfaye, è figlio di migranti etiopi.
Prendere esempio
E’ evidente che la Svizzera deve prendere esempio. Una nuova ondata di caos asilo è alle porte. Gli sbarchi a Lampedusa lo dimostrano. La mozione leghista a Berna è in arrivo!
Quanti dei finti rifugiati con lo smartphone giunti sull’isola sicula arriveranno da noi? E quanti tra loro sono estremisti islamici?
Inutile dire che i funzionarietti dell’UE si sono messi subito a starnazzare dicendo che la nuova norma danese “non è in linea con le attuali regole né con le proposte del nuovo patto per le migrazioni”. Uhhh, che pagüüüraaaa!
C’è da sperare che la Danimarca, contrariamente a quello che farebbero i camerieri bernesi dell’UE, non calerà le braghe! Ma su questo punto siamo fiduciosi.
Non è certo la prima volta che la Danimarca – Stato membro della DisUnione europea! – ci dà lezioni. Oltre alla politica “zero asilanti” ha anche l’intenzione di introdurre nei quartieri urbani delle quote massime di migranti extraeuropei.
Altro esempio. In Danimarca vige una legge secondo cui si può esporre una bandiera estera solo se accompagnata da quella danese. Una norma che la Lega ha tentato di far introdurre anche in Svizzera, scontrandosi però con i njet della partitocrazia!
Lorenzo Quadri