Sono quasi 6000 all’anno, ma naturalmente la kompagna Sommaruga non fa un tubo
I finti rifugiati entrano a frotte “grazie” alle frontiere spalancate, ma le espulsioni non funzionano
La nuova legge sull’asilo aumenta l’attrattività della Svizzera per i finti rifugiati. A ciò si aggiunge che, mentre la via balcanica è chiusa o semichiusa, quella del Mediterraneo rimane invece spalancata. Le conseguenze per il Ticino si possono facilmente immaginare. Ed infatti, ma tu guarda i casi della vita, solo nella prima settimana di giugno ben 719 finti rifugiati (tutti giovani uomini soli, altro che famiglie) sono arrivati a Chiasso. Interessante al proposito la proposta del presidente dell’Udc nazionale Albert Rösti di mandare le guardie di confine svizzere sui treni in arrivo in Ticino da Milano per far scendere i migranti economici. Come ha però osservato il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi, la misura sarebbe fattibile solo in collaborazione con il Belpaese. Il quale, tuttavia, non ha alcun interesse ad impedire ai finti rifugiati che si trovano sul suo territorio di lasciarlo per andare in Svizzera. Al contrario: gli asilanti vengono istradati verso nord.
Quasi 6000 dispersi all’anno
Intanto, naturalmente solo quando la votazione sulla nuova legge sull’asilo voluta dagli spalancatori di frontiere è alle spalle, ecco che si comincia a parlare di migranti economici che spariscono nel nulla dopo che la loro domanda d’asilo è stata respinta. Così si scopre che da inizio anno in Ticino sono già “scomparsi” 78 finti rifugiati. Dalla risposta fornita dal governo alla consigliera nazionale leghista Roberta Pantani si apprende inoltre che nel 2014 sono stati oltre 5600 in tutta la Svizzera i finti rifugiati che si sono dati alla macchia; nel 2015 erano più di 5100.
Si danno alla delinquenza?
Dove vanno a finire queste persone? La risposta è che non lo sa nessuno. Lasciano la Svizzera? Alcuni forse. Ma certamente non tutti. Gli altri rimangono nel nostro paese in clandestinità. Magari alloggiano presso conoscenti. Magari si dedicano al lavoro nero o alla criminalità. Anche di stampo terroristico. Perché l’ISIS controlla il traffico dei barconi sui quali infiltra i suoi uomini. Niente di più “facile” che sviluppare anche in Svizzera – dove i servizi d’informazione si trovano ad operare in un quadro legale da medioevo – cellule dell’Isis servendosi di persone che risultano “scomparse”.
Se in media 5500 finti asilanti all’anno “spariscono dai radar” rimanendo però in Svizzera in clandestinità, è evidente che la sicurezza del paese è minacciata. Quanti di costoro, tanto per fare un esempio, sono già miliziani dell’ISIS o potrebbero diventarlo, contattati da cellule già presenti sul territorio (ogni finto rifugiato ha almeno uno smartphone)? Pensiamo davvero che gli attentati dei terroristi islamici avvengano solo lontano da noi? E quanti di questi “dispersi”, per restare su ipotesi meno pesanti, vivono di criminalità comune?
Le espulsioni non funzionano
Se la situazione è quella sopra descritta, questo accade perché le espulsioni dei finti rifugiati, la cui domanda d’asilo è stata respinta, non funzionano. Ma, per correggere questa situazione, la kompagna Sommaruga non fa assolutamente un tubo. Con la nuova legge si aumenta l’attrattività della Svizzera per i migranti economici. Col risultato che ne arriveranno sempre più. Anche perché nulla impedisce loro di farlo: le frontiere rimangono spalancate. Perché “dobbiamo aprirci”! “Dobbiamo aiutare l’Italia”! “Schengen è una conquista irrinunciabile”!
Nel nome di queste ridicole fregnacce, si manda a ramengo la sicurezza interna. A seguito del “caos asilo”, non solo ci saranno le espropriazioni facili, con gente buttata in strada (vedi l’anziana coppia di Chiasso) per fare spazio ai flussi incontrollati di migranti. E chi si troverà con un centro per finti rifugiati vicino a casa avrà la qualità di vita devastata e il valore della proprietà svalutata. Naturalmente senza ricevere un copeco di indennità: al proposito ci sono delle sentenze del tribunale federale.
Nuovi Diktat
Non solo, dunque, espropriazioni facili, ma anche impennata di clandestini potenzialmente dediti alla delinquenza. Ecco le belle conseguenze di una politica d’asilo che, invece di basarsi sul rispetto della legge e della tradizione umanitaria svizzera, promuove l’illegalità: asilo come grimaldello a disposizione dei migranti economici per immigrare illegalmente in Svizzera – e nel suo Stato sociale. Ma di chiudere le frontiere e di sospendere i fallimentari accordi di Schengen, naturalmente, non se ne parla nemmeno. Non sia mai! Anzi: agli svizzerotti è arrivato il Diktat di pagare sempre di più per Schengen; e sempre in base a questi accordi-ciofeca, anche l’arma a domicilio dei militi svizzeri è minacciata. Ma a Berna i camerieri dell’UE continuano a calare le braghe.
Lorenzo Quadri