Mentre da noi la spesa esplode!
Nei giorni scorsi l’Australia ha decretato la cosiddetta “escissione”. In altre parole, il parlamento federale ha stabilito che sull’insieme dell’isola-continente non sarà più possibile depositare nessuna richiesta d’asilo.
La misura è stata decisa dal governo laburista, con il sostegno dell’opposizione conservatrice.
Si tratta di una reazione all’ondata di immigrazioni clandestine che hanno interessato l’Australia, in particolare tramite imbarcazioni di fortuna provenienti dall’Indonesia, con a bordo immigrati afgani o provenienti dallo Sri Lanka.
Può anche darsi che ci sia sfuggito qualcosa ma non abbiamo sentito il coro di condanne internazionali che si sarebbe sicuramente levato se a prendere una decisione del genere fosse stata, ad esempio (tanto per fare un esempio a caso) la Svizzera (ovviamente si tratta di pura fantapolitica).
Pure la Svizzera si trova a fare i conti con un enorme ed aumentato flusso di domande d’asilo. Basti pensare (vedi illustrazione) che la Svizzera è la sesta nazione dove vengono depositate più domande d’asilo.
Nel 2014 la Svizzera prevede di spendere, per l’asilo, 1,43 miliardi di Fr, ossia 500 milioni in più rispetto al 2009. Le statistiche ufficiali (non redatte dal Mattino della domenica) dicono inoltre che nel 2012 ben il 15,1% dei reati commessi in Ticino ha quale autore un asilante. Tuttavia i richiedenti l’asilo nel nostro Cantone sono circa 1450, ossia lo 0.4% della popolazione. Se lo 0.4% della popolazione commette oltre il 15% dei reati (nel 2011 erano l’11,8%!) vuol dire che tra coloro che si spacciano per perseguitati politici i malfattori abbondano, ma alla grande.
Ma come, gli asilanti che delinquono non dovevano essere tutta un’invenzione della Lega populista e razzista?
Ci sarebbero dunque buoni motivi per imitare l’esempio australiano, anche se come al solito ci sono di mezzo i consueti accordi internazionali, a cominciare da quelli di Schengen-Dublino (che il popolo ticinese ha rifiutato, ma si è visto imporre dal resto della Svizzera).
Mentre l’Australia ha decretato lo stop alle nuove domande d’asilo, dimostrando dunque la ferma volontà di difendersi da fenomeni migratori che portano solo danno alla popolazione residente, da noi la $inistra arriva pure a lanciare il referendum contro una riforma della Legge sull’asilo che di certo non è una riforma talebana, bensì costituisce un tipico “compromesso svizzero”. Un passo, si potrebbe dire modesto, ma meglio che niente, che va nella giusta direzione. Un passo cui la Lega – e questo va sottolineato – ha dato un contributo significativo, grazie in particolare alla presenza di Roberta Pantani nella Commissione del Consiglio nazionale che si è occupata della riforma.
Su questo tema si voterà il prossimo 9 giugno e dunque bisogna votare un Sì convito alla nuova Legge, asfaltando i kompagni referendisti fautori delle aperture scriteriate. E il lancio del referendum dimostra che i kompagni vogliono proprio delle aperture scriteriate.
Del resto, siamo sempre in attesa di sapere quanti, tra i vari benpensanti che non hanno freddo ai piedi, sostenitori dell’asilo a chiunque senza restrizioni, ospitano dei richiedenti in casa propria.
Lorenzo Quadri