Il sistema attuale non funziona, e sempre più cittadini vogliono saltare il fosso

Un’inchiesta di bonus.ch rivela: favorevoli due svizzeri su tre. Attendiamo inoltre che la kompagna Sommaruga ci spieghi il ruolo dell’immigrazione selvaggia e del caos asilo nell’esplosione dei costi della salute

Come da copione, nel 2018 arriverà l’ennesima stangata sui premi di cassa malati. E non ci si venga a raccontare la storiella dei cittadini spreconi che consumano sempre più prestazioni sanitarie. Perché, ma tu guarda i casi della vita, l’evoluzione dei premi non rispetta quella dei costi sanitari nei vari Cantoni. Ciò significa che dietro il salasso imposto ai cittadini non ci sono solo i costi della salute. Ci sono anche e soprattutto inciuci e magna-magna di altro genere. Ad opera dei cassamalatari – i quali si versano onorari superiori alla paga di un consigliere federale – e dei loro reggicoda a palazzo federale. Ad essere particolarmente penalizzati sono i ticinesi. Da vent’anni paghiamo premi eccessivi perché le riserve create dagli assicuratori (non di rado pompate) vengono allegramente travasate da un Cantone all’altro, ed i burocrati bernesi stanno a guardare. E proprio noi ci dobbiamo addirittura sorbire aumenti di premio superiori alla media? E questo dopo che i risarcimenti, per il giochetto di cui sopra, si sono risolti in delle autentiche, palesi e sontuose prese per i fondelli!

A rappresentare il Ticino…

Se si pensa che in Consiglio federale a rappresentare il Ticino vessato dagli assicuratori malattia ci è andato “il” lobbysta dei cassamalatari per eccellenza Ignazio KrankenCassis, ex doppio passaporto, entrato ed uscito in tempo di record dalla Pro Tell per opportunismo, c’è proprio da chiedersi se il mondo non sta girando al contrario.

Fatto sta che, a suon di aumenti del 5% per volta, i premi di cassa malati diventano un onere sempre più insostenibili. Da notare che l’aumento del 5% è una media: questo significa che ci sono assicurati che si cuccheranno un pillola assai più cara.

Crescono anche i sussidi

Ovviamente, visto che i premi di cassa malati aumentano, ma il reddito dei cittadini no, assieme ai premi crescono anche i sussidi, finanziati dal solito sfigato contribuente. In particolare quello del ceto medio, che i premi se li deve pagare di tasca propria fino all’ultimo centesimo. E che, dalla riformetta fisco-sociale mignon licenziata dal Consiglio di Stato, non otterrà un tubo poiché essa nulla contiene per il ceto medio, malgrado quest’ultimo negli scorsi anni abbia dovuto far fronte a nuove tasse e balzelli: vedi in particolare l’aumento delle stime immobiliari.

Già che ci siamo, ci piacerebbe anche che la ministra del “devono entrare tutti”, kompagna Simonetta Sommaruga, spiegasse il ruolo dell’immigrazione scriteriata e del caos asilo nella crescita dei costi della salute.  Altro che “immigrazione uguale ricchezza”!

Il sistema non funziona

L’aumento fuori controllo dei premi di cassa malati, di cui non si vede la fine, dimostra che il sistema attuale non funziona e che nemmeno può essere corretto. Se non ci si è riusciti in oltre vent’anni, “forse” è segno che la missione è impossibile!

Ed infatti da un’inchiesta condotta da bonus.ch emerge che quasi due svizzeri su tre  (il 64.4%) è favorevole alla creazione di casse malati cantonali. Del resto sono pendenti un paio di iniziative romande che chiedono proprio questo. Ovviamente, sarebbe preferibile una cassa malati pubblica federale. C’è però un problemino: questa proposta è stata bocciata due volte in votazione popolare.

Due obiettivi

Le casse malati cantonali costituirebbero la panacea per tutti mali? Consentirebbero di ridurre i premi di assicurazione malattia? Verosimilmente, no. Permetterebbero però di raggiungere due obiettivi:

  • i premi seguirebbero esattamente l’evoluzione dei costi della salute senza ulteriori maggiorazioni dovute a creste indebite, travasi di riserve da un Cantone all’altro, e via elencando. Per riprendere le parole dell’ex capo dell’Ufficio assicurazione malattia Bruno Cereghetti: la trasposizione dell’aumento dei costi sanitari in premi diventerebbe trasparente. Cosa che oggi non è, anzi: aumento dei costi ed aumento dei premi viaggiano su binari diversi.
  • I premi potrebbero venire abbassati a tutti tramite contributi pubblici. Che si possono ricavare risparmiando sui finti rifugiati e sugli stranieri in assistenza.

 

Lorenzo Quadri