Anche il “parlamentino dei rifugiati” pretende di metterci le mani in tasca. E la RSI…
Come ben sappiamo il numero di finti rifugiati sta esplodendo. Tanto per dirne una, nel mese di ottobre in Svizzera sono arrivati più migranti economici (3200) che profughi ucraini. I centri per richiedenti l’asilo sono pieni. La ministra di giustizia PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) invece di chiudere le frontiere o di trasferire in Africa i migranti economici nel mentre che si svolgono le procedure (modello inglese e danese), fa entrare tutti i clandestini e poi li ingerla ai Cantoni. E nümm a pagum.
Troppi finti rifugiati non vengono espulsi. Di conseguenza, rimangono in Svizzera a spese del solito sfigato contribuente. Ad esempio, nel giro di 8 anni il numero degli eritrei in assistenza è aumentato del 2300%. Tra le persone di origine africana presenti nel nostro Paese, la quota di dipendenza dall’aiuto sociale è di quasi il 35%. Quella degli svizzeri è del 2.1%.
E non torniamo per l’ennesima volta sul tasso di delinquenza degli asilanti, che è un multiplo di quello degli svizzeri. In particolare per i reati più gravi.
“Tüt a posct”?
Troppi richiedenti l’asilo la cui domanda è stata respinta rimangono qui. Il che ovviamente è inaccettabile. Ma per una buona fetta della partitocrazia “l’è tüt a posct”. E non solo per i $inistrati, che ormai sono casi persi. Il parlatoio cantonale ci ha messo due sedute per finalmente spazzare via un’assurda petizione che voleva far spendere altri soldi pubblici per gli ospiti del famoso bunker di Camorino, nel frattempo chiuso. Costoro sono dei NEM: ovvero asilanti respinti (NEM sta per Non entrata in materia), con tanto di ordine di partenza. Non dovrebbero neppure essere qui. Ma il triciclo ancora li difende.
Fatti, non pregiudizi
Nei giorni scorsi, poi, la stampa di regime ha riferito sui lavori del cosiddetto “parlamentino (federale) dei rifugiati” (che ovviamente non ha alcun potere, e ci mancherebbe altro).
Tale parlamentino è stato fondato nel 2021 dal National Coalition Building Institute (NCBI) svizzero. L’obiettivo di questa ennesima istituzione farlocca sarebbe di lottare contro i “pregiudizi” nei confronti degli asilanti. Peccato che quelli che simili gremi immigrazionisti etichettano come “pregiudizi” siano in realtà dei dati di fatto accertati (vedi delinquenza, dipendenza dallo stato sociale, richieste d’asilo abusive, eccetera). Ma che però devono venire imboscati in nome del politikamente korretto; e chi non lo fa è un razzista e un fascista.
Vogliono mungere
Ebbene il sedicente parlamentino dei rifugiati, che nemmeno dovrebbe esistere, ha la tolla di pretendere aumenti dell’indennità giornaliera per i richiedenti l’asilo la cui domanda è stata respinta. Quindi per persone che vanno allontanate dalla Svizzera senza se né ma. Peccato che la citata ministra di giustizia PLR Ka-Ka-eS, zelante nel far entrare tutti i finti rifugiati e poi pretendere che i Cantoni se ne facciano carico perché i centri federali sono pieni, sia meno “sul pezzo” quando si tratta di far firmare accordi di riammissione ai paesi di provenienza dei migranti economici, pena il taglio dei contributi elvetici.
I signori del cosiddetto parlamentino dei rifugiati si permettono dunque di dichiarare che 15 Cantoni sarebbero troppo tirchi nelle indennità giornaliere per i finti rifugiati la cui domanda è stata respinta. Tra chi dovrebbe allargare i cordoni della borsa c’è anche il Ticino. In particolare, andrebbe aumentato il sostegno per alcune voci di spesa, tra cui la mobilità e la comunicazione. Ah ecco. Quindi gli asilanti respinti devono poter spendere di più (soldi nostri!) per lo smartphone o per andare a spasso a spese del solito sfigato contribuente. Adesso aspettiamo solo che qualche politichetto $inistrato in fregola di visibilità trasformi in mozione al governicchio le boiate del parlamentino dei rifugiati. A cui “naturalmente” la Pravda di Comano ha dedicato ampi spazi. Che strano, eh?
Se non sono contenti…
E’ il colmo: i signori rifugiati membri del parlamentino dovrebbero ringraziare la Svizzera e gli svizzeri almeno tre volte al giorno. Invece alzano la cresta e pretendono di venirci a dire che dobbiamo sborsare ancora di più per persone – in genere giovani uomini che non scappano da nessuna guerra – che dovrebbero aver già lasciato il nostro Paese da un pezzo, però sono ancora qui abusivamente! Mancano solo le accuse di “razzismo sistemico”, poi c’è tutto.
Se i membri del cosiddetto parlamentino dei rifugiati non concordano con la politica d’asilo elvetica, non hanno che da tornare al natìo paesello.
Lorenzo Quadri