Immane figura di palta per Nora Illi, socia di Nekkaz nelle campagne pro-burqa

La scorsa settimana il sedicente imprenditore algerino Rachid Nekkaz, quello che arriva in Ticino a dire che bisogna violare la legge antiburqa votata dal popolo, è stato arrestato a Parigi, a margine di una manifestazione islamica. Nella capitale francese il presunto imprenditore ha dunque trovato pane per i suoi denti. Non così a Locarno, dove è stato accolto dal capodicastero polizia PLR come “un intellettuale che va ascoltato”. Che diamine, “bisogna aprirsi”!

 Provocatrice (?)

Ad accompagnare il Nekkaz nelle sue manifestazioni pro burqa, tutte rigorosamente non autorizzate, c’è tale Nora Illi. Trattasi di cittadina svizzera convertita all’islam radicale, che gira apposta in Ticino col velo integrale per farsi multare; tanto la contravvenzione gliela paga l’amichetto algerino. Da qui la necessità, nei casi di stolte provocatrici come costei, di poter comminare una sanzione “non trasferibile”, ma da scontare personalmente. Ad esempio lavori di pubblica utilità. Poi vediamo se la Illi di turno non si toglie lo straccio dalla faccia.

Asfaltata da un Verde

Ebbene anche la Illi, moglie del portavoce del sedicente Consiglio centrale islamico svizzero (presieduto da Nicolas Blancho, altro squinternato convertito che sostiene l’introduzione della sharia in Svizzera e dichiara che è  giusto picchiare le donne) nei giorni scorsi ha ricevuto una bella lezioncina. Anche se, diversamente da quanto accaduto al Nekkaz, la polizia non c’entra.

Il portale Ticinonews riporta un dibattito televisivo su un’emittente austriaca sul tema del burqa, con la partecipazione di Nora Illi. La quale, durante il confronto, è stata letteralmente asfaltata dalla controparte, un ex parlamentare verde (!) e musulmano (!). “Lei è solo una marionetta insignificante, le hanno fatto il lavaggio del cervello – l’ha investita il politico – non permetto che la mia religione venga infangata da gente come voi. Sposti quella stoffa, così magari le arriva un po’ di ossigeno al cervello”. La diretta interessata ha pensato bene di peggiorare ulteriormente la propria posizione dichiarando che le sue figlie gireranno velate. Questo tanto per chiarire le idee a quegli allocchi che ancora sostengono che le donne portano il burqa per libera scelta. Sì, libera scelta dei parenti…

Mentre la nostra $inistruccia…

Certo che il politico verde austriaco ha gli attributi! Se si pensa che invece in Svizzera la nostra $inistruccia spalancatrice di frontiere, verdi compresi, starnazzava in parlamento per non concedere la garanzia federale al divieto di burqa votato dal popolo ticinese, ci si accorge che siamo messi male. Niente di strano comunque che dei partiti che promuovono l’islamizzazione della Svizzera – il presidente del P$$ Levrat vorrebbe rendere l’Islam religione ufficiale – difendano anche il burqa.

Nessun esponente della sinistrata area ro$$overde elvetica, rincitrullita dal multikulti, avrebbe mai parlato nei termini dell’ecologista austriaco. Anzi: se qualcuno lo avesse fatto, i verdi nostrani starebbero già strillando al razzismo. Perché dei musulmani, e degli immigrati in generale, bisogna parlare solo in termini positivi. Il resto non solo è riprovevole ma, se fosse per i kompagnuzzi, sarebbe già diventato reato. Perché la libertà d’espressione esiste solo per chi ha le posizioni “giuste”. Gli altri sono dei delinquenti da mettere a tacere con ogni mezzo: e, in mancanza di uno specifico articolo del codice penale, a $inistra si arrangiano, per ora, con le campagne d’odio.

Lorenzo Quadri