La politica di milizia, tipicamente elvetica, sta degenerando in un piano occupazionale?

La politica ticinese sembra disporre di una grande capacità: quella di farsi male da sola.  Un tafazzismo (dal noto personaggio televisivo che si martellava gli attributi con una bottiglia) che rivela o un allarmante scollamento dal paese reale, o una altrettanto allarmante arroganza, o entrambe le cose.

In questo momento la politica ticinese non gode certo di buona reputazione. Da un lato ci sono le reiterate violazioni della volontà popolare: vedi il compromesso-ciofeca contro il 9 febbraio, goduriosamente sostenuto dal triciclo PLR-PPD-P$$ alle Camere federali, esponenti ticinesi compresi. Dall’altro c’è il famoso Beltrascandalo Argo1 con annessi e connessi, diramazioni e filoni vari, che ha pure portato ad una manifestazione di piazza. Certo non frequentatissima. Ma è sempre un chiaro atto di sfiducia.

La stessa politica che non sembra riuscire a venirne ad una sullo scandalo Argo 1– vedremo come si muoverà la commissione parlamentare d’inchiesta… – ha avuto la bella idea di accrescersi  gli emolumenti. La nuova legge sul Gran Consiglio prevede infatti il raddoppio dell’indennità e l’auto blu per il presidente del parlamento. Motivazione: riconoscere la dignità della carica. E’ pure prevista l’istituzione di nuove commissioni parlamentari.

La notizia ha suscitato una ulteriore ondata di indignazione popolare. Poteva la politica compiere una scelta più infelice? Forse sì, ma sarebbe stato necessario molto impegno.

Non l’ha ordinato il medico…

Nel merito, si dirà che il raddoppio dell’indennità del presidente del Gran Consiglio equivale a portare il supplemento per la carica da 5000 a 10’000 Fr all’anno. Si potrà argomentare che si tratta di cifre modeste, su una spesa pubblica di 1.3 miliardi di Fr. Si potrà anche dire che certamente la presidenza del legislativo comporta numerosi impegni di rappresentanza. Ma santa polenta, non l’ha ordinato il medico di fare il presidente del Gran Consiglio; e i 5000 Fr annuali in più, faranno davvero una differenza per chi riveste il ruolo?

E cosa dire dell’auto blu, smaccato scimmiottamento della vicina Penisola? Ci teniamo così tanto ad assomigliare sempre di più al Belpaese? L’invasione quotidiana di frontalieri e padroncini, nonché l’esubero di permessi B, ancora non ci basta? Non siamo già colonizzati a sufficienza?

Vale davvero la pena dare un’ ulteriore botta alla già deteriorata credibilità della politica ticinese per un’auto blu?

Voi tirate la cinghia, noi invece…

Al di là di tutte le argomentazioni più o meno razionali, il messaggio che è passato ai cittadini è il seguente: mentre a voi chiediamo di tirare la cinghia, noi politicanti facciamo casotti e beltrascandali. Ed inoltre vi prendiamo pure per i fondelli: invece di volare basso, ci accresciamo i “benefits” e ci riempiamo pomposamente la bocca con la  “dignità della carica”.

Ora, in un sistema di milizia come quello elvetico, di cui andiamo giustamente fieri, l’auto blu non conferisce affatto dignità alla carica. Semmai ottiene l’effetto contrario. In Svizzera il parlamentare (o in generale il politico) di milizia è – proprio in quanto di milizia – un cittadino come tutti gli altri. Non è l’esponente di una casta che deve distinguersi dal popolazzo ostentando segni esteriori di boria. Ma purtroppo c’è chi vuole renderci sempre più simili alla  fallita UE. Con la tristemente nota tattica del salame (una fettina alla volta) ci allontaniamo da una preziosa specificità svizzera (la politica di milizia appunto) per degenerare verso il professionismo e dunque verso la creazione della vituperata casta. Si comincia con l’auto blu e poi non si sa dove si va a finire. L’auto blu è anti-svizzera.

 Piano occupazionale?

Meno vistosa ma non meno pericolosa la questione della riorganizzazione delle commissioni parlamentari. Siamo sicuri che il risultato  non sarà poi quello di moltiplicare le sedute del Legislativo? Il parlamento si inventa i nuovi compiti e presenta il conto al contribuente? In altre parole: politica sempre più simile ad un piano occupazionale?

Indignarsi anche per altro

A quei gremi politici (municipi) che intendessero aumentarsi le paghe si consiglia vivamente di lasciar perdere. Non è proprio il momento, e la corda è già fin troppo tirata.

Detto questo, si spera di vedere i cittadini indignarsi non solo per le auto blu, ma anche per questioni più sostanziali: ad esempio, nel caso in cui i tentativi del triciclo PLR-PPD-P$$ di affossare in parlamento  l’Iniziativa “Prima i nostri” dovessero andare a  buon fine.

Perché se l’opinione pubblica si scandalizza per le vetture di Stato ma lascia correre lo stupro della volontà popolare, vuol dire che abbiamo un problema. Di quelli grossi.

Lorenzo Quadri