L’UE vuole penalizzare i prodotti agroalimentari. La Svizzera seguirà?
La Commissione UE non perde un’occasione che sia una per confermare al mondo di essere non solo inutile (sarebbe già un bel passo avanti) ma addirittura perniciosa. Del resto, sappiamo che l’attuale presidenta è la galoppina dell’Anghela Merkel, Ursula von der Leyen: stesso livello del suo predecessore “Grappino” Juncker, ma senza nemmeno la scusa dell’ubriachezza.
Mentre l’Europa va in rovina a causa della crisi da stramaledetto virus cinese e presto un numero immane di cittadini europei non avrà più neanche gli occhi per piangere, la Ursula e compagnia cantante non trovano di meglio che partorire un sedicente “piano d’azione per migliorare la salute dei cittadini”.
Sul banco degli imputati
Il geniale “piano d’azione” consiste nel mettere sul banco degli imputati, dove già si trovano le sigarette, prodotti quali il vino, la carne ed i salumi. Non è chiaro cosa si intenda fare in concreto: dopo le prime polemiche gli eurobalivi si sono affrettati a gettare acqua sul fuoco. Ma è evidente che qualsiasi iniziativa verrà presaotterrà il risultato di penalizzare e criminalizzare la filiera agroalimentare. Il che significa provocare di proposito l’ennesimo disastro economico, quando l’intero continente è ormai sull’orlo del baratro! Ma burocrati del tutto avulsi dalla realtà come la galoppina Von der Leyen (già fallimentare ministra della difesa tedesca ed opportunamente rifilata all’UE), dall’alto dello stratosferico stipendio e dei benefit da mille e una notte,nemmeno si pongono il problema!
Svizzera sempre a ruota
Se la DisUnione europea volesse davvero promuovere la salute dei cittadini, comincerebbe col considerare non solo i danni provocati dal virus cinese, ma anche quelli causati dai lockdowndecretati “ad minchiam” da politicanti allo sbando: perché ridurre la popolazione in miseria comporta pesanti conseguenze negative anche per la sanità pubblica. Invece questo aspetto non viene affatto considerato. Né in Svizzera e neppure nell’UE.
Ci si ingegna invece per trovare il modo di penalizzare i prodotti agroalimentari locali, dando così l’ennesima dimostrazione di allarmante masochismo.
Ciò che per noi è più preoccupante: con un governicchio federale ormai del tutto asservito a Bruxelles, qualsiasi cappellata comunitaria viene subito ripresa in Svizzera. Quindi la minaccia incombe anche sui nostri prodotti. Ci piacerebbe proprio sapere cosa ne pensano i contadini svizzeri (e non solo loro…).
Lorenzo Quadri