Parte della politichetta vuole cancellare i correttivi apportati al bidone Via Sicura

Non bastavano i prezzi della benzina alle stelle e la partitocrazia che non fa un tubo, perché il sedicente “centro” PLR-PPD è ormai ridotto a zerbino della $inistra, la quale va in sollucchero davanti all’impennata dei costi del carburante.

Adesso torna alla ribalta il bidone Via Sicura.

Dopo quasi un decennio, con grande fatica, la maggioranza del parlatoio federale è riuscita a correggere le storture più crasse dell’ennesima ciofeca legislativa, partorita sotto la pressione del populismo di $inistra.

Oggetto della limatura non sono le pene massime previste da Via Sicura, bensì quelle minime. L’obiettivo è di dare un margine di apprezzamento ai giudici. Ai tempi dell’iniziativa d’attuazione dell’espulsione dei criminali stranieri, le cerchie politikamentekorrette starnazzavano poiché l’iniziativa prescriveva in modo preciso in quali casi costoro andavano espulsi, togliendo quindi potere d’apprezzamento ai giudici. Eppure, quando si tratta di automobilisti, queste medesime cerchie vogliono fare esattamente la stessa cosa che tanto li scandalizzava: togliere il margine d’apprezzamento ai giudici, appunto.

Non è finita. Della combriccola fanno parte anche le femministe ro$$overdi. Costoro insistono che, con Via Sicura, unautomobilista che ha infranto un limite di velocità in piena notte, a strade deserte, senza pertanto mettere in pericolo nessuno, debba andare in galera. Intanto però uno stupratore, secondo le leggi attuali, può anche rimanere a piede libero. Perché (tra gli altri) anche le femministe ro$$overdi hanno sempre rifiutato di stabilire che nei confronti degli autori di violenze sessuali va decretata in tutti i casi la carcerazione. No comment!

Indagini farlocche

La fondazione per la sicurezza stradale Road Cross, autrice dellaprima iniziativa popolare poi sfociata nella ciofeca Via Sicura, già minaccia nuove iniziative contro gli automobilisti. A spalleggiarla ci sono la $inistra e la stampa di regime.

Nei giorni scorsi il Blick si bullava in prima pagina, a caratteri cubitali, di aver fatto svolgere un’indagine, naturalmente pilotata e farlocca, dalla quale emergeva la contrarietà della maggioranza della popolazione ai correttivi apportati a Via Sicura.

Ma non facciamo ridere i polli! Sul fatto che l’indagine sia taroccata non sussiste alcun dubbio: nessuna testata pagherebbe per un sondaggio che non serva a sostenere le proprie tesi preconcette.

I minimi e i massimi

Il tentativo di lavaggio del cervello a suon di balle di fra’ Luca è plateale. Infatti si accusano le riforme di Via Sicura di favorire i pirati della strada. Non è affatto così. I “pirati della strada” -traballante traduzione del tedesco “Raser” (colui o colei che sfreccia in macchina; in italiano pirata della strada è invece chi provoca un incidente e poi scappa) – commettono reati gravi. A loro non si applicano di certo le pene minime di Via Sicura, bensì quelle massime. Che nessuno ha mai messo in discussione.

Le pene minime sono per contro destinate a sanzionare i reati meno gravi. Servono a criminalizzare l’automobilista “normale”che ha commesso un errore.

Mazzuolare tutti

Chi starnazza perché le pene minime sono state (un po’) alleggerite sta dunque prendendo i cittadini per i fondelli: la sua intenzione è infatti quella di mazzuolare tutti gli automobilisti, facendo però credere con l’inganno di volerci andare giù duro solocon i “pirati”.

Prima che entrasse in vigore Via Sicura, la partitocrazia raccontò la fanfaluca che detta riforma si sarebbe applicata unicamente a pochi casi estremi. Ben presto la pratica dimostrò che non era affatto così. Occorre dunque modificare le norme in vigore affinché esse rispecchino le promesse fatte. Cosa ci sarebbe di scandaloso in questo?

Quando fa comodo…

Non bisogna farsi fregare. Chi sostiene che bisogna tornare ad inasprire Via Sicura, magari con una nuova iniziativa popolare, sta facendo la guerra agli automobilisti “normali” strumentalizzando la sicurezza.  Poi però, quando fa comodo, della sicurezza se ne impipa. Ad esempio: le cerchie pro-via sicura sono contrarie al casco obbligatorio in bicicletta per i giovani. Esso aumenterebbesì la sicurezza; si teme tuttavia che potrebbe scoraggiare l’uso della bici. E la politichetta pro velocipede ha la precedenza sulla sicurezza. Capita l’antifona?

Citus mutus

La libertà di scelta del mezzo di trasporto è prevista dalla Costituzione. Ma i soliti noti se ne impipano. Vogliono imporre a tutti, a suon di tasse, balzelli e criminalizzazioni, il tipo di mobilità che piace a loro.

A proposito: perché i fautori di Via Sicura non dicono mai che i veri pirati della strada, ossia i decerebrati che fanno le corse in autostrada, spesso e volentieri sono giovani stranieri? Ah, l’immigrazionismo…

Lorenzo Quadri