Le Convenzioni internazionali che ostacolano l’allontanamento di jihadisti vanno DISDETTE

Poco più di due settimane fa a Parigi un insegnante è stato decapitato da un giovane terrorista islamico. La colpa della vittima? Come noto, aver mostrato in classe le vignette su Maometto pubblicate da Charlie Hebdo nell’ambito di una lezione sulla libertà di espressione.

Il terrorista assassino è (era, essendo stato abbattuto dalla polizia) un 18enne ceceno. Costui era pure a carico dello Stato francese. Nel 2011 venne accolto assieme alla sua famiglia con lo statuto di rifugiato. Ciò è avvenuto per decisione della Corte nazionale del diritto d’asilo. La pubblica amministrazione aveva infatti respinto la domanda d’asilo, poiché membri della famiglia erano attivi nella guerriglia cecena. Quindi soggetti pericolosi. Ma evidentemente, per l’ennesima volta, le pretese dei finti rifugiati hanno avuto la precedenza sulla sicurezza dei cittadini.

E’ dunque colpa di alcuni legulei pro-finti rifugiati se il terrorista islamico è rimasto in Francia, mantenuto dal contribuente, ed ha trucidato una persona (bel modo per ringraziare dell’accoglienza ricevuta). Questi legulei hanno dunque sulla coscienza il professore decapitato.

Di buonismo-coglionismo si muore

Ecco l’ennesima dimostrazione che di multikulti e di buonismo-coglionismo si muore. E mica solo a Parigi. Anche da noi.  A metà settembre la Svizzera ha registrato, a Morges, il primo morto a causa di un atto terroristico islamista. L’omicida, un turco che disponeva anche del passaporto rosso (ringraziamo le naturalizzazioni facili volute dalla partitocrazia!), era stato scarcerato da poco. Dietro la scellerata decisione c’è forse qualche “toga ro$$a”?

Il terrorista era infatti stato arrestato per aver dato fuoco ad un distributore di benzina. Le stazioni di servizio sono uno degli obiettivi indicati sui “manuali ufficiali” per jihadisti. Un giudice con un minimo di cognizione avrebbe dunque dovuto capire che il soggetto era un terrorista pericoloso. E come tale doveva restare in galera. Ma purtroppo nei tribunali la partitocrazia piazza i propri soldatini non certo per competenza, bensì con il sistema del mercato delle vacche (tu dai una cadrega a me, io do una cadrega a te). Ed ecco i risultati.

Convenzioni obsolete

Come detto, il terrorista islamico ceceno si trovava in Francia come finto rifugiato. Il problema degli asilanti che sono in realtà macellai dell’Isis si porrà con sempre maggiore prepotenza. Anche da noi. I motivi sono evidenti:

  • i flussi migratori;
  • il Belpaese che è tornato a spalancare i porti all’invasione, azzerando tutti i decreti Salvini;
  • la partitocrazia nostrana che vuole accogliere sempre più finti rifugiati.

Si pone dunque il tema dell’espulsione degli asilanti-jihadisti che arrivano in Svizzera. La questione è di primaria importanza per la sicurezza del nostro Paese.

L’espulsione dei terroristi islamici è ostacolata da Convenzioni internazionali del piffero, sottoscritte quasi settant’anni fa (!) e dunque ormai diventate obsolete, che però politicanti e legulei multikulti invocano con la massima goduria per non mandar via nessuno.

Il riferimento è alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) e soprattutto a quella di Ginevra sullo statuto dei rifugiati.

In base a questi accordi internazionali la Svizzera non può (“sa po’ mia!”) espellere un terrorista islamico se costui si troverebbe in pericolo nel paese d’origine. Risultato: il terrorista rimane in Svizzera. Se poi ci scappa il morto, chissenefrega! L’importante è non rischiare di passare per “razzisti”.

Il tenore dell’articolo 33 della Convenzione di Ginevra sullo statuto dei rifugiati è il seguente:

“Nessuno Stato Contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche”.

Espellere senza eccezioni

La Confederella ha sottoscritto queste disposizioni internazionali del “sa po’ mia” svariati decenni fa: la Convenzione sullo statuto dei rifugiati è in vigore nel nostro Paese dal 1955, la CEDU dal 1974. Esse non sono più compatibili con la realtà attuale, caratterizzata dal dilagare del terrorismo islamico in Occidente, (Svizzera compresa) anche ad opera di sedicenti rifugiati.

La Convenzione sullo statuto dei rifugiati come pure la CEDU vanno pertanto modificate. Tutti gli immigrati che presentano legami con il terrorismo islamico, e che costituiscono pertanto un pericolo per la sicurezza della Svizzera, devono poter essere espulsi. Senza eccezioni. Föö di ball!

Quindi, delle due l’una: o le Convenzioni di cui sopra vengono urgentemente modificate di modo che i jihadisti possano venire buttati fuori dalla Svizzera sempre e comunque (campa cavallo…), oppure la Svizzera DISDICE la propria partecipazione alla CEDU ed alla Convenzione di Ginevra. Questo il contenuto di una mozione a Berna presentata nei giorni scorsi da chi scrive.

Ai buonisti-coglionisti che senza dubbio si metteranno a starnazzare,si ricorda che:

1) la stessa UE non aderisce alla CEDU; e

2) la Svizzera non ha bisogno di accordi internazionali del flauto traverso per garantire il rispetto dei diritti umani in casa propria: basta già la nostra Costituzione.

Lanciano pure il referendum

E’ ora di scendere finalmente dal pero e di darsi da fare per combattere il terrorismo islamico. E questa lotta passa anche – anzi: passa in prima linea – dalle ESPULSIONI!

Invece, cosa pensano bene di fare i $inistrati multikulti? Prima fanno entrare in Svizzera tutta la foffa islamista, e poi lanciano il referendum contro la nuova leggina federale contro il terrorismo. Una leggina all’acqua di rose, ma per i kompagnuzzi islamofili “va troppo in là”!

Domandina facile facile: quante vittime innocenti di terroristi islamici vogliono avere sulla coscienza questi beoti ro$$overdi?

Lorenzo Quadri