Pizzo da 1.3 miliardi: i politicanti del triciclo hanno deciso che lo dobbiamo pagare

Ancora una volta, braghe calate ad altezza caviglia davanti alla fallita UE! Adesso è il turno dei politicanti della Commissione di politica estera del Consiglio nazionale (CPE-N), Commissione inutile se mai ce ne furono, di chinarsi a 90 gradi davanti ai balivi di Bruxelles. Anzi, di chinare la Svizzera a 90 gradi davanti a balivi che, come tutti sanno, hanno già le valigie in mano. Già, perché “Grappino” Juncker e compagnia cantante, dopo le elezioni europee di maggio, verranno spazzati via con un colpo di spugna!

La citata Commissione ha infatti deciso, a maggioranza financo piuttosto marcata (15 a 10) che la marchetta da 1.3 miliardi all’UE  va pagata.

Bravi politicanti, avanti così! Le casse dell’AVS piangono miseria (almeno, questo è quanto vorrebbero farci credere) però i miliardi da regalare alla fallita UE si trovano sempre! Con quale tolla questi signori in ottobre torneranno a mettere fuori la faccia davanti ai cittadini svizzeri per elemosinare voti, rimane un mistero.

I “grandi statisti”

Ricordiamo che il plenum del Consiglio degli Stati ha già deciso di versare il regalo miliardario all’UE, seguendo la sua Commissione della politica estera. La quale, è bene  tenerlo presente, ha deciso di pagare la marchetta con il voto determinante del suo presidente, ovvero l’eurosenatore uregiatto Pippo Lombardi. Il diretto interessato, giustamente travolto dalle critiche, ha tentato di giustificarsi dichiarando che “bisogna oliare” l’UE! La calata di braghe elevata a sistema, dunque, che – manco a dirlo – ha subito raccolto il plauso del presidente cantonale dell’ex partitone Bixio Caprara!

Complimenti, ecco come gli esponenti di punta del triciclo difendono la Svizzera!

Ma quali condizioni?

In sprezzo dei ridicolo, dopo aver calato le braghe, la CPE – N ha tentato di porre le condizioni: ovvero, il regalo da 1.3 miliardi di Fr all’UE verrà versato solo se quest’ultima riconoscerà l’equivalenza borsistica a tempo indeterminato e se non discriminerà la Svizzera.

Perdindirindina, questo sì che vuol dire farsi valere! Siamo impressionati!

Punto primo: è chiaro anche al Gigi di Viganello che i balivi di Bruxelles, una volta incassato il regalo da 1.3 miliardi (o comunque, incassata la promessa di pagare) si rimangeranno qualsiasi impegno preso, in perfetto stile “passata la festa, gabbato lo santo”!

Ma soprattutto: che l’UE non discrimini la Svizzera (e tra l’altro riconoscere l’equivalenza borsistica è semplicemente un gesto di non discriminazione) non è certo un favore che ci farebbe Bruxelles! E’ il minimo, ma proprio il minimo, che possiamo pretendere da un partner con il quale, secondo la partitocrazia, staremmo in un rapporto bilaterale! Ed invece noi, per ottenere questo minimo, dovremmo ancora pagare 1.3 miliardi? Qui davvero qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole!

Lorenzo Quadri