Si prevedono truffe miliardarie: fuori le cifre dei “furbetti” in arrivo da Oltreramina!
Più il tempo passa, più emerge in modo chiaro che il Mattino e la Lega avevano ragione sugli abusi negli aiuti anti-coronavirus.
L’ultimo rapporto del Controllo federale delle finanze (CDF) indica infatti, ma tu guarda i casi della vita, che gli abusi nei crediti covid sono quintuplicati (!) rispetto a quelli noti ai tempi del rapporto precedente, redatto circa due mesi fa. Allo stato attuale, sotto la lente ci sono oltre 4600 presunti abusi, per una cifra totale di 1,2 miliardi di franchetti.
Con i crediti covid sono stati elargiti circa 17 miliardi, di cui 1.2 in Ticino. Di questi 1,2 miliardi, oltre un miliardo è costituito da crediti fino a 500mila Fr: vale a dire, quelli interamente garantiti dalla Confederella. Di conseguenza, le banche li hanno elargiti come fossero noccioline. Tanto, anche se il debitore si rivela insolvente e non restituisce il dovuto, a metterci una pezza ci pensa l’ente pubblico con i soldi del solito sfigato contribuente! Per contro, per somme superiori al mezzo milione, la garanzia federale è limitata (si fa per dire) all’85%. Di modo che le banche, rischiando comunque qualcosa del loro, sono state giocoforza più avvedute nell’aprire i cordoni della borsa.
Tre categorie
Gli abusi imperversano non solo nei crediti covid, ma in tutte e tre le tipologie di aiuti:
- Crediti a tasso zero garantiti dalla Confederazione (per somme fino a 500mila Fr, la garanzia è integrale).
- Indennità di perdita di guadagno per gli indipendenti: è stata prolungata in automatico, e chi non ne ha più bisogno, perché ha ricominciato a lavorare, deve farsi parte attiva e “disannunciarsi”. Solo una percentuale irrisoria dei beneficiari l’ha fatto. Anche perché la pratica risulta essere particolarmente macchinosa (ma sa po’?).
- Lavoro ridotto: imprenditori “furbetti” chiedono l’orario ridotto per i dipendenti, però continuano a farli lavorare a tempo pieno.
Attendiamo resoconti precisi
I crediti covid si stanno ora rivelando un vaso di Pandora sul fronte degli abusi. Soprattutto in Ticino dove, come detto, è stato elargito UN MILIARDO senza uno straccio di controllo (i citati crediti sotto il mezzo milione). Non ci voleva il Mago Otelma per prevedere che sarebbe andata così. Questo sfigatissimo Cantone, grazie alla devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia, si è trasformato in un ricettacolo di furbetti (=truffatori) dell’italico quartierino che hanno trovato qui da noi “ul signur indurmentàa”. E che ovviamente si sono gettati a pesce sulla manna caduta dal cielo “grazie” allo stramaledetto virus cinese! Vedi ad esempio i titolari italici di società bucalettere che hanno ottenuto una paccata di soldi garantiti dal contribuente e poi si sono dati alla macchia. Ma quanto è bello e facile fare fessi gli svizzerotti!
Chiaramente attendiamo un resoconto preciso e dettagliato sugli abusi avvenuti in Ticino, con tanto di nazionalità dei responsabili! Anche perché i primi fascicoli istruiti dal Ministero pubblico, a quanto ci consta, rientrano proprio nella tipologia appena descritta: furbetti d’oltreramina!
Lo scempio si sarebbe potuto evitare, o comunque contenere? Certamente! Bastava applicare a tutti i crediti, non solo a quelli superiori al mezzo milione, una garanzia federale limitata all’85%,così le banche non avrebbero versato UN MILIARDO praticamente ad occhi chiusi! Ma come da copione le proposte della Lega a Berna in tal senso sono state ignorate!
Orario ridotto
Non solo crediti con garanzia federale. Anche nelle altre tipologie di aiuti imperversano gli abusi. Con l’orario ridotto, sono stati versati 7.5 miliardi di franchi pubblici con procedura semplificata e sommaria. E adesso che i buoi sono fuori dalla stalla, il Controllo federale delle finanze all’improvviso scende dal pero: “la procedura sommaria comporta notevoli rischi di errore, di abuso e pure di frode!” esclamano i burocrati del CDF nel nuovo rapporto. Ma va?
E sotto la lente ci sono in particolare i Cantoni di Argovia, Friburgo, Lucerna, Ticino e Zurigo, dove sono stati distribuiti 3.2 dei 7.5 miliardi totali versati per orario ridotto.
Come scritto poco sopra, ottenere questi soldi con l’inganno è facilissimo, se nessuno controlla: si chiede l’orario ridotto per dipendenti che continuano comunque a lavorare a tempo pieno! E per questo adesso, dopo averne mangiate cinquanta fette, colti da vago sospetto che potrebbe trattarsi di polenta, i funzionari mezzemaniche del CDF chiedono “più controlli”! Ohibò!
Anche per gli abusi nelle indennità di lavoro ridotto, come pure per quelle di perdita di guadagno per indipendenti, vogliamo conoscere per filo e per segno la situazione in Ticino e vogliamo che venga resa nota la nazionalità dei truffatori!
Quando suonerà la sveglia?
Da tipico svizzerotto ingenuo e fors’anche un po’ ciula, pensando di avere a che fare con un popolo di gente onesta, il buon Ueli Maurer, ministro delle Finanze, dichiarava di attendersi “al massimo un 1% di abusi” negli aiuti anti coronavirus.
Auguri! Siamo già ad un multiplo di quella percentuale. Ed è solo la punta dell’iceberg.
Come tutti i burocrati federali, Maurer dimentica di fare i conti con la foffa d’importazione di cui ci siamo riempiti grazie alla devastante libera circolazione delle persone voluta dalla partitocrazia. Un discorso che vale in particolare per il Ticino!
Sveglia, cosa deve ancora accadere perché la casta finalmente si accorga che bisogna finirla di far entrare tutti?
Lorenzo Quadri