Come da copione, la vicina ed ex amica Penisola ci riprova con le guardie di finanza in borghese appostate nei pressi delle banche e fiduciarie luganesi, con l’obiettivo di spiare cittadini italiani sospetti di essere evasori.
Nei giorni scorsi è giunta una nuova segnalazione (vedi articolo a lato).
Intendiamoci: non è la prima volta che accadono cose di questo tipo, e non è neppure solo l’Italia a servirsi di tali metodi. Si ricorderà che in inverno era stata denunciata la presenza, in rinomate località turistiche d’Oltregottardo, di agenti del fisco francese travestiti da turisti, che spiavano i loro concittadini.
Queste cose sono ovviamente inaccettabili.
A precisa domanda il consiglio federale ha ammesso che questa pratica da parte di paesi stranieri, assolutamente illegale in quanto lesiva della sovranità elvetica, era nota. Tuttavia non era possibile intervenire in considerazione della difficoltà di dimostrare che le persone colte in flagrante fossero effettivamente degli agenti del fisco in servizio (e che non fossero invece in vacanza).
In sostanza dunque si sa che ci sono degli spioni fiscali attivi illegalmente sul nostro territorio, tuttavia non si interviene. Né si prendono delle misure di altro tipo.
Sicché il fenomeno non viene arginato ma continua allegramente a verificarsi ad ondate, a dipendenza delle necessità e delle “voglie” dei paesi a noi confinanti.
Valore aggiunto minacciato
Il problema non è solo ideale, legato alla violazione della sovranità territoriale, ma ha delle ricadute pratiche.
Uno dei punti forti della Svizzera è, o meglio era, proprio il rispetto della privacy. La gente viene (o veniva) in visita nel nostro Paese anche per la libertà di movimento che esso garantisce – o piuttosto garantiva.
In un mondo dove sempre più prevale il grande fratello e dove il cittadino viene sempre più spiato e criminalizzato anche se non ha fatto niente di male, sapere di potersi muovere liberamente costituisce, anche per chi non ha nulla da nascondere, un importante valore aggiunto. Un valore aggiunto di cui la Svizzera disponeva. Oggi, grazie a deleterie politiche federali, questo valore aggiunto è andato perso. Non solo si permette ad infiltrati del fisco straniero di darsi allo spionaggio sul nostro territorio, ma è la stessa Svizzera che, tramite autorizzazioni illegali, addirittura svende cittadini elvetici ad autorità inquirenti estere. Si pensi solo al caso, plateale, delle liste di bancari ed ex bancari passate ai magistrati USA con il beneplacito del Consiglio federale.
Svizzerotti presi in giro
La piazza finanziaria sta andando a ramengo a seguito delle sciagurate politiche del Consiglio federale e segnatamente della ministra del 5% Widmer Schlumpf. Ciò significa che l’economia elvetica dovrà sempre più puntare su altre fonti per creare ricchezza ed indotti. Una di queste fonti è il turismo. E la privacy costituisce un grosso valore aggiunto, anche nel turismo. Quindi stiamo mandando a fondo anche la nostra scialuppa di salvataggio, permettendo a spioni di autorità fiscali estere di farsi beffe della sovranità territoriale elvetica venendo a spopolare anche dentro i nostri confini.
Il bello è che queste autorità straniere evidentemente sanno che noi sappiamo. Ma se ne infischiano, nella certezza che non ci saranno reazioni da parte nostra. Il leitmotiv è sempre lo stesso: “gli svizzerotti sono fessi e pur di non passare per razzisti e xenofobi accettano tutto”.
Lorenzo Quadri