KrankenCassis: “Bruxelles avrà pazienza fino a maggio”. E dopo? Ci mandano la cavalleria?

Ohibò, era un po’ che non si sentivano i ricatti degli arroganti funzionarietti di Bruxelles e dei loro camerieri della partitocrazia triciclata PLR-PPD-P$$ (Verdi-anguria ovviamente inclusi). Ma eccoli tornare ora alla ribalta (?) contestualmente al WEF di Davos. A dire il vero, potevano anche “sparmirsi”.

Il ministro degli esteri PLR (ex) doppiopassaporto Ignazio KrankenCassis annuncia infatti con tono minaccioso che “l’Unione europea avrà pazienza fino a maggio” con gli svizzerotti, e poi…

Poi cosa, di grazia? I balivi ci mandano la cavalleria? Ci sculacciano?

Uhhh, che pagüüüraaa!

Ai troppi reggicoda dell’UE incadregati a Berna è il caso di ricordare che 1) di quante scorte di pazienza abbiano a Bruxelles ci importa meno di zero, poiché questi balivi non hanno alcuna facoltà di imporci la rinuncia alla nostra sovranità e  2) noi la pazienza con l’UE e con i suoi lecchini  bernesi (a cominciare proprio dal buon KrankenCassis) l’abbiamo persa da un pezzo. A proposito, e il famoso “tasto reset” dov’è andato a finire? Qui ci sarebbe da schiacciare il tasto eject, non fosse che poi rischiamo di ritrovarci con in Consiglio federale una spalancatrice di frontiere eco-isterica Verde-anguria; il che sarebbe come passare dalla gastroenterite alla peste bubbonica.

L’accordo coloniale

Ancora più significativa l’affermazione seguente del ministro degli esteri PLR: “Se in maggio l’iniziativa contro la libera circolazione delle persone venisse respinta, la via sarebbe libera (!!!) per ulteriori colloqui (?) sull’accordo quadro istituzionale”.

Poiché l’UE ha fatto sapere da oltre un anno che sull’accordo quadro non c’è più niente da discutere, la frase in questione è inequivocabile: se nella votazione popolare del 17 maggio l’iniziativa contro la libera circolazione delle persone (“iniziativa di limitazione”) viene respinta, il giorno dopo firmiamo lo sconcio accordo quadro istituzionale che ridurrebbe la Svizzera ad una colonia dell’UE! Quell’accordo-capestro che la partitocrazia smania di sottoscrivere e che il PLR, ovvero il partito di Cassis, ha definito “l’accordo della ragione, da firmare subito!”.

Capita l’antifona?

Avanti così

Comunque, se i politicanti del triciclo pensano di andare avanti  – naturalmente con il sempre compiacente appoggio della stampa di regime –  a minacciare ed a ricattare i cittadini  con l’obiettivo di ottenere un No all’iniziativa, si accomodino pure: otterranno l’effetto contrario di quello da loro auspicato.

Le parole di KrankenCassis non lasciano spazio a dubbi. Un No all’iniziativa “di limitazione” è un Sì allo sconcio accordo quadro istituzionale (ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE, giudici stranieri, direttiva europea sulla cittadinanza, fine delle misure accompagnatorie, eccetera eccetera). Un No il 17 maggio non comporterebbe solo la continuazione della libera circolazione delle persone (come se tale ipotesi non fosse già abbastanza disgraziata) ma sarebbe la fine della via bilaterale e l’inizio di quella della sudditanza.

Nel frattempo a Londra…

Intanto, proprio venerdì sera, il premier inglese Boris Johnson ha firmato l’accordo di divorzio dall’UE. E grazie alla Brexit l’economia britannica vola, in barba alle solenni BALLE dei catastrofisti!

Londra parte e noi al contrario – per colpa di politicanti svenduti, inetti e pavidi – ci tuffiamo a pesce nel pantano da cui la Gran Bretagna è riuscita faticosamente a tirarsi fuori? Si può essere più fessi di così?

Su una delle dichiarazioni di Cassis possiamo tuttavia concordare in pieno: “dal 17 maggio qualcosa (nei rapporti con l’UE) deve succedere”. Appunto: dal 17 maggio deve scattare la SWISSEXIT!

Lorenzo Quadri