La relatrice delle Nazioni unite ci accusa di “razzismo sistemico”? Va denunciata
Le fregnacce sul presunto « razzismo » in Svizzera ci hanno davvero disintegrato i santissimi. Anche perché alle nostre latitudini il razzismo è un non problema. La panna viene montata ad arte, fino a farla diventare burro Floralp, a scopo di politichetta immigrazionista e multikulti. Si tratta di criminalizzare gli svizzerotti così da spingerli, col ricatto morale, a spalancare le frontiere e a mantenere tutti.
Nei giorni scorsi tale Catherine Namakula (Catherine chi?), presidenta del Gruppo di lavoro delle Nazioni unite contro il razzismo, ha presentato il suo rapporto sulla situazione nel nostro Paese. Stando a quanto riportato dai media, il documento allestito da questa molto pigmentata signora dev’essere proprio fuori di zucca. Esso lancia infatti demenziali accuse di “razzismo sistemico” contro la Confederella. Manifesta preoccupazione “per l’atteggiamento delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario” (ö la Peppa!). Culmina poi nella madre di tutte le fregnacce, ovvero: “la ricchezza moderna della Svizzera sarebbe direttamente legata all’eredità della schiavitù”. Quest’ultima bestialità, mantra dei paranoici ambienti woke, basta da sola a qualificare il rapporto in questione: pattume.
Si è poi in seguito scoperto che il presunto “razzismo sistemico” sarebbe riferito al caso di Brian ossia Carlos. Proprio lui, il delinquente “non patrizio” già costato alla collettività una barcata di milioni in tentativi abortiti di riabilitazione. E’ il colmo: per questo criminale l’ente pubblico ha buttato nel water somme folli. E in cambio la Svizzera viene accusata di “razzismo sistemico” davanti all’ONU! Ma questa signora Namakula ci perkula? Le suggeriamo vivamente di andare a verificare le condizioni di detenzione nella natìa Africa, o nel Sudamerica da cui provengono gli avi di “Carlos”; poi vediamo!
Altro che giustificarsi…
Davanti ad un siffatto concentrato di fetecchiate diffamatorie, l’ambasciatore elvetico presso le Nazioni Unite si è ancora sentito in dovere (?) di fornire giustificazioni. Le accuse vengono respinte al mittente, ha dichiarato il diplomatico (e ci sarebbe mancato altro) aggiungendo però che “il razzismo e la discriminazione razziale, anche nei confronti delle persone di origine africana, sono problemi che vanno affrontati con urgenza” e che il “servizio per la lotta al razzismo pubblicherà uno studio nelle prossime settimane”.
Eh no! Il “razzismo e la discriminazione razziale” in Svizzera sono un non-problema. E non costituiscono affatto un’urgenza. Le urgenze sono ben altre: vedi esplosione dei premi di cassa malati, vedi “penuria” energetica.
Razzismo d’importazione
In Svizzera un quarto della popolazione è straniero (in Ticino siamo ad un terzo). Senza contare i doppi passaporti. Negli ultimi vent’anni, a seguito dell’immigrazione incontrollata, gli abitanti della Confederella sono aumentati del 21%, crescita che non ha uguali. Nel 2022, tra profughi ucraini, finti rifugiati e cittadini UE, arriveranno in Svizzera qualcosa come 250mila migranti. E con questi numeri, chiara testimonianza di una politica d’accoglienza autolesionista, noi ci dobbiamo ancora sorbire accuse di razzismo da parte della funzionarietta ONU di turno, impregnata di ideologia woke? Qui qualcuno dev’essere caduto dal seggiolone da piccolo. E’ evidente che la nostra unica “colpa” è quella di essere bianchi ed europei!
Quanto allo studio del servizio per la lotta al razzismo annunciato sopra: vogliamo proprio vedere cosa dirà a proposito del razzismo d’importazione. Quello che ci viene portato in caso da immigrati in arrivo da “altre culture” che sono razzisti, sessisti, omofobi, antisemiti e che però, secondo gli “antirazzisti” devo entrare tutti in Svizzera, e ci devono pure rimanere! Quanto scommettiamo che su questo argomento… citus mutus?
I passi da compiere
Oltretutto, ma c’era da aspettarselo, le fregnacce diffamatorie contro la Svizzera della Namakula sono state voluttuosamente riprese dai media esteri. Giusto per spalare palta sul nostro Paese e sui suoi abitanti.
Di conseguenza, altro che correre al BidONU a discolparsi!
Il governicchio federale deve:
- Denunciare la relatrice delle Nazioni unite per le sue affermazioni diffamatorie.
- Dichiarare la signora Namakula persona non grata e quindi proibirle l’ingresso nel nostro Paese.
- Interrompere immediatamente il versamento all’ONU di qualsiasi contributo.
- Uscire dal Consiglio di sicurezza dell’ONU dove il “medico italiano” (cit. Corriere della Sera) del PLR ci ha voluti portare per boria personale.
- Uscire dall’ONU!
La perla del Poli
Già che siamo in tema di razzismo: il Politecnico di Zurigo, che non dovrebbe essere la scuola più scalcagnata di tutte, ha pensato “bene” di organizzare un seminario per prevenirlo. Destinatarie sono solo le persone bianche.
Quindi, secondo qualche tamberla incadregato al Poli e lautamente pagato con soldi pubblici:
- Tutti i bianchi sono (potenzialmente) razzisti
- Solo i bianchi sono razzisti, tutti gli altri no.
Questi presupposti sono manifestamente razzisti nei confronti dei bianchi. Pertanto chi ha organizzato il balordo seminario va denunciato per violazione dell’articolo 261 bis del Codice penale (quello che tanto piace alla casta multikulti).
Altrettanto chiaro è che, se il Poli di Zurigo ha soldi e risorse da impiegare in simili iniziative del piffero, vuol dire che ne riceve troppi. E quindi… avanti con i tagli!
Lorenzo Quadri