La disoccupazione imperversa, però UBS viene a raccontare che “mancano lavoratori”

 

Se c’è una sorgente che mai soffrirà di problemi di siccità, è quella delle boiate raccontate dall’establishment. Che infatti sgorgano a getto continuo. Con l’obiettivo, evidente, di fare il lavaggio del cervello al popolazzo.

Ultima in ordine di tempo, la boutade degli esperti (uella) di UBS: secondo costoro, presto in Svizzera mancherà mezzo milione di lavoratori. Un deficit, udite udite, che nemmeno l’immigrazione incontrollata, voluta dalla partitocrazia PLR-PPD-P$$, riuscirà a colmare! E quindi, secondo gli scienziati della grande banca, la gente dovrà lavorare più a lungo. Ovvero dovrà andare in pensione dopo. Ed inoltre – questo non viene detto, ma traspare tra le righe – bisogna FAR ENTRARE TUTTI! Ad esempio sottoscrivendo lo sconcio accordo quadro istituzionale che ci imporrà in tempo di record la direttiva UE sulla cittadinanza (altro che la storiella della “linea rossa”).

Che proprio UBS venga a raccontare favolette sulla carenza di lavori che costringerà (?) ad innalzare l’età di pensionamento, è il colmo. Quante persone ha lasciato a casa UBS dicendo che erano diventate di troppo? Quante di queste sono finite in disoccupazione ed in assistenza? E quanti tra loro sono gli ultracinquantenni? Però ancora ci si sciacqua la bocca con la carenza di personale e la necessità di integrare i lavoratori anziani?

Non stiamo a ripetere per l’ennesima volta le cifre della disoccupazione e dell’assistenza in Ticino (quelle vere, non le statistiche farlocche della SECO): ormai sono note ed in crescita. Fatto sta che, tanto per dirne una, ad ogni concorso d’assunzione dell’ente pubblico partecipano svariate decine, quando non centinaia di candidati.

E adesso arrivano i grandi scienziati di UBS a raccontare che mancano lavoratori, ovviamente per giustificare le solite teorie della casta internazionalista secondo cui gli svizzerotti (“chiusi e gretti”) devono fare entrare tutti e devono lavorare fino ad 80 anni? Cari signori, di queste indagini taroccate a fini propagandistici cominciamo ad averne davvero piene le scuffie!

C’è carenza di posti di lavoro, altro che di lavoratori! Ed a maggior ragione in Ticino, che subisce ogni giorno l’invasione da sud voluta dal triciclo PLR-PPD-P$$.

Quanto alla storiella che bisogna lavorare più a lungo perché altrimenti le scrivanie negli uffici rimarrebbero vuote: cari signori di UBS, cominciate a non lasciare a casa gente o a riassumere quella che avete licenziato, poi potrete venire a pontificare. Ma adesso non siete nella condizione.

Lorenzo Quadri