Con la scusa della protezione della biodiversità vogliono mettere i cittadini nella palta
La gauche-caviar ro$$overde, sempre più disconnessa dalla realtà, sabota l’approvvigionamento energetico ed alimentare del Paese
Si susseguono le iniziative di gruppuscoli di ecologisti da salotto urbano, tutti a matrice $inistrata. Queste cerchie – disconnesse dalla realtà e con i piedi al caldo – credono che la Svizzera sia il paese dei balocchi. Quindi pretendono di farcire la Costituzione federale, e di conseguenza la legislazione, di norme del piffero. Nuovi cavilli che generano costi e burocrazia. E soprattutto sono in contrasto con gli interessi fondamentali del Paese. Come l’approvvigionamento alimentare ed energetico.
La politichetta federale, a partire dal governicchio, dovrebbe avere finalmente il coraggio di mandare questi gruppuscoli a scopare il mare, respingendo le loro strampalate pretese. Invece si arrampica sui vetri per assecondare, per trovare compromessi. Il cittadino PAGA il conto. E intanto leggi, limitazioni e lacciuoli vari esplodono, e la burocrazia si gonfia come una rana!
La nuova genialata
Oggi si vota su una di queste iniziative balzane, quella sull’allevamento intensivo: un attacco frontale all’agricoltura ed a chi ci lavora. Una cappellata che farebbe aumentare il prezzo dei generi alimentari del 40% (!) quando già la gente non sa da che parte voltarsi per arrivare a fine mese.
Adesso arriva la nuova genialata: l’iniziativa “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio” denominata anche “iniziativa per la biodiversità”. Nei giorni scorsi il Consiglio nazionale ha lungamente dibattuto (blaterato) su questa iniziativa. E sul controprogetto indiretto (sottoforma di legge) che governicchio federale e partitocrazia vorrebbero proporre in alternativa, invece di dire semplicemente di NO all’ennesima infornata di pretese balorde!
Terreni e soldi pubblici
L’iniziativa in questione, depositata l’8 settembre 2020, chiede una maggiore protezione della biodiversità e del paesaggio. Con una modifica della Costituzione federale, l’iniziativa intende obbligare la Confederazione e i Cantoni a proteggere meglio la biodiversità, il paesaggio e il patrimonio architettonico. A tal fine, chiede che a favore della biodiversità vengano messi a disposizione più superfici e più fondi pubblici.
Ah ecco. Carovita e bollette esplodono, il prossimo inverno rischiamo di rimanere al buio ed al freddo, e lorsignori si fanno le pippe mentali sulla protezione della biodiversità e sulla “cultura della costruzione”. Come se il nostro ordinamento giuridico non fosse già infesciato di norme con questi scopi! Già adesso si spendono paccate di milioni del contribuente per realizzare passerelle faunistiche ed amenità simili, quando “forse” le priorità sono altre!
Sarebbe semmai ora, visto che si parla di paesaggi e di costruzioni, di venirne ad una sulla questione dei rustici ticinesi,che si trascina ormai da oltre un trentennio. La burocrazia federale preferisce infatti che questi edifici vengano lasciati crollare,piuttosto che permetterne il recupero a scopo abitativo.
Proposte antisociali
E’ evidente che l’iniziativa per la biodiversità si pone in grave conflitto con la politica energetica ed agricola. Eh già: i signori iniziativisti vogliono il rewilding, ovvero il reinselvatichimento. Vogliono trasformare il territorio in una enorme riserva naturale allo stato brado, da cui l’uomo e le sue attività vanno bandite. Gli umani devono ammucchiarsi nelle città, e magari fare la doccia in gruppo per risparmiare sul riscaldamento. Questa gente si sciacqua la bocca con i diritti degli animali ma se ne impipa del benessere delle persone. Ed in particolare di quello del ceto medio e basso. Le “geniali pensate” contro la produzione elettrica, contro l’agricoltura, eccetera, fanno aumentare il prezzo dei generi essenziali. Ed ovviamente i primi a trovarsi nella melma sono coloro che già faticano ad arrivare alla fine del mese.
La biodiversità è l’ennesima vacca sacra politikamente korrettissima. Aumentare gli spazi per la biodiversità significa toglierli all’agricoltura. E questo vuol dire mettere in pericolo l’approvvigionamento alimentare della Svizzera. Che è giàminacciato dall’iniziativa sull’allevamento intensivo. Ma anche dall’immigrazione incontrollata voluta dalla partitocrazia (è ovvio che se le bocche da sfamare aumentano e la produzione no, diventiamo sempre più dipendenti dall’estero).
Tutto e il contrario di tutto
La “protezione della biodiversità” è uno degli argomenti utilizzati dalle associazioni ambientaliste composte da soldatini ro$$overdi – quelli che la menano con le energie rinnovabili – per mettersi per traverso ad ogni ampliamento e costruzione di impianti solari o idroelettrici.
Non solo l’iniziativa sulla biodiversità, ma anche il controprogettodella partitocrazia ostacolerebbe l’aumento della produzione di energie rinnovabili.
I politicanti allo sbando ormai sostengono tutto ed il contrario di tutto. Soltanto un paio di settimane fa, la Commissione dell’ambiente, della pianificazione del territorio e dell’energia del Consiglio degli Stati ha deciso all’unanimità che lo sviluppo del settore fotovoltaico deve avere la priorità sulla protezione del paesaggio; ovvero, che si farà a scapito di quest’ultima. Si può essere d’accordo o meno, ma si tratta di una decisione politica chiara. Adesso già arriva il contrordine compagni. L’indirizzo appena preso viene vanificato per paura di piccole cerchie estremiste?
Ma non ci siamo proprio!
Come se non bastasse, per la realizzazione del controprogetto indiretto è previsto lo stanziamento di quasi 100 milioni all’anno, che in 10 anni fanno UN MILIARDO! Tutti soldi dei contribuenti!
Due no
E’ evidente che l’approvvigionamento elettrico e quello alimentare hanno la priorità sulle paturnie degli eco-fanatici. Ed altrettanto evidente è che di appesantire ancora di più un apparato legislativo e burocratico già elefantesco con ulteriori fanfaluche sulla “cultura della costruzione” – dove “cultura della costruzione” è sinonimo di ideologia ro$$overde applicata all’edilizia – non se ne parla proprio. No all’iniziativa sulla biodiversità e no anche al controprogetto della casta!
Lorenzo Quadri