“Clausola ghigliottina”? Bruxelles, applicandola, avrebbe solo da perderci!
Facciamo SALTARE la devastante libera circolazione delle persone e riprendiamoci il controllo sull’immigrazione! Tutti a votare SI’ all’iniziativa Per la limitazione!
La devastante libera circolazione delle persone ha avuto effetti catastrofici sul mercato del lavoro ticinese: sostenere il contrario significa rendersi ridicoli. L’invasione di frontalieri a basso costo ha fatto esplodere disoccupazione, sottoccupazione (che è triplicata) e assistenza (che è raddoppiata).
E’ ovvio che la disponibilità massiccia di forza lavoro a buon mercato spinge gli stipendi verso il basso. Il risultato è che i poveri diventano sempre più poveri, ed i ricchi sempre più ricchi. I $inistrati denunciano questo stato di cose, però sostengono istericamente la libera circolazione delle persone che lo provoca. Coerenza, kompagni, coerenza!
D’altra parte, sappiamo bene che a schiacciare gli ordini in casa P$ sono i $indakalisti ro$$i. E a loro l’invasione di frontalieri va benissimo, visto che anche i permessi G si sindacalizzano e pagano le relative quote.
Accesso al mercato
Essendo in grave mancanza di argomenti, i camerieri di Bruxelles tentano di fare il lavaggio del cervello ai cittadini ricorrendo al terrorismo di regime. Ad esempio, raccontando la clamorosa fregnaccia che la disdetta della libera circolazione delle persone comporterebbe la fine dell’accesso della Svizzera al mercato europeo. Si tratta di una panzana gigantesca. L’accesso al mercato europeo è regolato dall’accordo di libero scambio del 1972 e dalle convenzioni multilaterali sottoscritte nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio. Il pacchetto di bilaterali 1, che sarebbe “a rischio” in caso di decadenza della libera circolazione delle persone, ha un ruolo marginale in questo contesto. Senza dimenticare che la Svizzera importa annualmente dall’UE merci per 33 miliardi in più di quante ne esporta. Ed inoltre, quale mercato per i prodotti svizzeri, il Vecchio continente continua a perdere importanza a vantaggio dell’Asia. Nel 2007, due terzi delle esportazioni elvetiche andavano verso paesi dell’Unione europea. Oggi la quota è scesa al 40%.
Va anche rilevato – e a dirlo è uno studio britannico – che i bilaterali, nel loro complesso, hanno impoverito gli svizzeri. Il PIL (Prodotto interno lordo) globale sarà anche aumentato. Ma quello pro-capite, a causa dell’immigrazione scriteriata, è diminuito. Questo significa che gli altri accordi bilaterali non hanno compensato, neppure lontanamente, i disastri provocati dalla libera circolazione delle persone.
L’UE ha solo da perderci
Fa specie, poi, che la partitocrazia eurolecchina tenti di terrorizzare la popolazione, per indurla a respingere l’iniziativa “di limitazione”, evocando la cosiddetta clausola ghigliottina. Essa prevede che la disdetta di uno dei sette accordi del pacchetto bilaterali 1 (nel concreto: la libera circolazione) potrebbe portare alla decadenza degli altri sei. Il condizionale è d’obbligo. Nulla è scontato.
Scusate ma ci scappa da ridere. Ad esempio: se salta l’accordo bilaterale sui trasporti terrestri, la Svizzera può chiudere i propri confini ai TIR UE in transito parassitario, i quali verrebbero dirottati sul Brennero o sul Monte Bianco. Forse che l’UE ha interesse ad uno scenario del genere?
Se salta l’accordo sull’accesso ai mercati pubblici, escludiamo le ditte UE dagli appalti pubblici svizzeri. Per quelle elvetiche, per contro, cambia ben poco, dato che all’estero non battono chiodo.
Se salta l’accordo sul trasporto aereo, nemmeno ce ne accorgiamo. Una compagnia di bandiera non l’abbiamo più. Lufthansa, proprietaria della Swiss, ha sede – ma tu guarda i casi della vita – in Germania: ossia in uno Stato membro.
Se salta l’accordo sull’agricoltura, ci perde l’UE. E avanti di questo passo.
Quanto ai ridicoli catastrofismi sulla ricerca scientifica in pericolo: 1) le eccellenze accademiche europee arrivavano nel nostro Paese anche prima della libera circolazione;
2) la Svizzera per il periodo 2021 – 2027 prevede di stanziare 6 miliardi per la ricerca; la quale non dipende certo dalle elemosine di Bruxelles!
3) dopo la Brexit, le Università più prestigiose si trovano al di fuori dell’Unione europea;
4) ai programmi di ricerca UE si può comunque partecipare come partner, senza necessità di essere associati a pieno titolo, con gli obblighi che ne derivano.
Morale della favola
Si può girarla e pirlarla come si vuole. La realtà è che non c’è uno straccio di motivo per non votare Sì all’iniziativa di limitazionedell’immigrazione. Riprendiamoci la facoltà di decidere autonomamente chi entra nel nostro paese e chi no!
#swissexit
Lorenzo Quadri