Il P$ infatti continua ad opporsi alla misura leghista: bisogna continuare a rilasciare permessi di dimora alla cieca affinché in Ticino possa entrare indisturbata tutta la foffa: “dobbiamo aprirci!”

Dieci giorni fa sono state consegnate a Bellinzona oltre 12mila firme a sostegno della richiesta sistematica del casellario giudiziale prima del rilascio o del rinnovo di permessi B e G. La prassi è stata introdotta dal ministro leghista Norman Gobbi. Quella petizione che era stata lanciata quasi per caso, si è dunque trasformata in uno strepitoso successo. A dimostrazione, dunque, che indietro non si torna. La misura non sarà “temporanea” come avrebbero voluto la ministra del 5% Widmer Schlumpf e la degna comare Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga (P$), con i rispettivi tirapiedi De Watteville e Gattiker. La richiesta sistematica del casellario rimarrà dunque operativa senza alcun limite di tempo. In barba ai travasi di bile del governatore della Lombardia Roberto Maroni, leghista solo di nome: perché, se Maroni fosse leghista davvero e non per finta, capirebbe benissimo l’esigenza di conoscere i precedenti penali di chi chiede il rilascio di un permesso di dimora, prima di eventualmente concederlo. Del resto, non risulta affatto che i frontalieri si siano sollevati contro il casellario; risulta invece che vari politici italiani ammettano che la richiesta è legittima.
Oltretutto, se i frontalieri in Ticino sono tutti italiani, lo stesso non si può dire dei permessi B. Perché allora, se davvero l’iniziativa di Gobbi è così scandalosamente contraria ai bilaterali, insorgono solo i peggio politicanti della vicina ed ex amica Penisola e non anche gli altri Stati membri UE? Forse perché i bilaterali ormai non li rispetta più nessuno?

Anche a Zurigo…
Intanto, per la serie “ma tu guarda i casi della vita”, l’alta scuola pedagogica di Zurigo ha introdotto l’obbligo di presentare l’estratto del casellario giudiziale a tutti gli insegnanti in formazione, compresi quelli che hanno già lavorato per altri istituti. Uella: loro “possono” e noi no? E come la mettiamo col fatto che ai ticinesi la presentazione del casellario viene richiesta nelle più svariate occasioni?

La caffettiera domenicale
Che dire, poi, dei tapini del Caffè della Peppina, il settimanale che difende solo gli interessi dei frontalieri? La caffettiera domenicale ha tentato di far credere ai suoi lettori che il casellario fosse inutile, interpellando – a supporto della tesi preconfezionata in funzione anti-Lega – la consueta schiera di sedicenti esperti, tutti targati P$: i soliti intellettualini rossi che abusano delle proprie credenziali accademiche per spacciare la propaganda di partito per posizioni tecniche. Le 12 mila firme raccolte a favore del casellario sono, comunque, la miglior risposta a simili petardi bagnati da tre una cicca. Adesso che il popolo ticinese ha dimostrato di sostenere in grande stile la misura di Gobbi, immaginiamo che i fondi di caffè diventeranno sempre più amari. Rosicate, gente, rosicate…

Già nel 2008…
La questione della richiesta sistematica del casellario giudiziale viene da lontano. Almeno in senso temporale. In senso politico, invece, giunge da vicino. La prima azione in questo senso fu infatti una proposta di risoluzione che il sottoscritto presentò in Gran Consiglio nel settembre 2008. Risoluzione che il parlamento, come noto, ha adottato nelle scorse settimane, a “soli” sette anni di distanza (e pasticciando poi sulla questione della richiesta ai padroncini). Meglio tardi che mai! Nel frattempo chi scrive ha inoltrato anche a Berna una mozione sul tema, che però è stata respinta (ovviamente mica si getta la spugna dopo il primo tentativo…). Interessante notare che, al momento del voto in Consiglio nazionale sulla mozione in questione, i due esponenti PLR si sono astenuti (?), mentre la rappresentante del P$ ha votato contro.

Le prodezze della VPOD
Morale della favola: davanti ad una più che legittima richiesta del popolo ticinese, legata ad elementari esigenze di sicurezza, una richiesta che ha raccolto senza sforzo alcuno 12mila firme, chi si oppone? Ma naturalmente il solito P$! Quello del “bisogna rifare il voto del 9 febbraio”! Quello che vuole le frontiere spalancate affinché in Svizzera possa entrare tutta la foffa: “dobbiamo aprirci”!
A proposito: lo sapete che il sindacato VPOD, di cui Raoul Ghisletta è segretario dirigente in Ticino, è una delle poche associazioni ad aver aderito al comitato dell’iniziativa del vicolo cieco, quella finanziata dal miliardario residente negli USA (dove paga le tasse costui, ammesso che le paghi?) che vuole cancellare la votazione del 9 febbraio? E Ghisletta tenta, per becero opportunismo elettorale, di spacciarsi per antieuropeista? Ma va là… “Accà nisciuno è fesso!”. Il 70% dei ticinesi che ha votato Sì il 9 febbraio vuole mandare a Berna proprio Ghisletta? Ma anche no! E allora: votare SCHEDA LEGA! Per chi non l’avesse ancora fatto, c’è ancora qualche ora di tempo!
Lorenzo Quadri