Visto che gli eurobalivi attentano costantemente alla nostra sovranità e democrazia

La crisi greca sta mettendo in ginocchio UE. L’Unione europea, in preda alle solite manie di grandezza, ha voluto prima annettere la Grecia, poi farla entrare nell’euro, ben sapendo che Atene non rispettava, ma nemmeno per sbaglio, neanche mezzo parametro. E che truccava i conti pubblici. Ma naturalmente nessuno dei grandi statisti UE si è mai accorto di alcunché: “tüt a posct”! Ed intanto miliardi pubblici partivano a getto continuo in direzione della “culla della democrazia”. Del resto i funzionarietti di Bruxelles, quelli che vorrebbero comandare (?) senza uno straccio di legittimazione democratica,  altro non sono che trombati o scartine dei governi nazionali, scaricati nei gremi comunitari per limitare i danni in patria. Non ci si poteva dunque attendere chissà quali prestazioni. Ma magari per qualche capo di Stato membro, l’asticella avrebbe potuto legittimamente essere posta più in alto.

Il bubbone è scoppiato

Com’è come non è, il bubbone è scoppiato e l’UE traballa. Le colpe se le porta tutte a casa la Grecia. Non ne è esente. Ma chi ha chiuso gli occhi, versato e lucrato? Non dovrà mai render conto a nessuno?

Non crediamo poi che la questione non ci riguardi. Il conto lo pagheremo anche noi cittadini elvetici, entusiasti foraggiatori (addirittura in esubero: siamo svizzerotti, che diamine!) del FMI. Ed intanto la forza del franco sale…

Anche l’Ungheria

Ma i funzionarietti di Bruxelles non sono certamente in tilt solo per la Grecia. Anche l’Ungheria ha contribuito a dare un bello schiaffo all’Unione europea. La famosa barriera sul confine con la Serbia è un monumentale pesce in faccia agli eurobalivi. Quelli che, come l’alta (?) commissaria Federica Mogherini (velina di Renzi) se ne vanno in giro a dire che “nessun migrante verrà rimandato in patria contro la sua volontà”. L’Europa subisce un assalto senza precedenti, ma i funzionarietti UE non sono in grado di fornire alcuna risposta.

La vituperata Ungheria con il suo “muro” (più che altro un recinto) difende se stessa, ovviamente. Ma difende anche i confini dello spazio Schengen. Quei confini per cui i funzionarietti-scartina alla Mogherini non fanno assolutamente nulla. E che dire di un personaggio repellente come Jean Claude Juncker, ex premier lussemburghese riciclato (l’europarlamentare leghista Borghezio l’ha definito pubblicamente “faccia di M…”: non molto elegante, ma azzeccato) che nel segreto bancario del suo paese ci ha sguazzato alla grande e senza ritegno, e come presidente della Commissione UE pretende di calare lezioni alla Svizzera?

L’Ungheria andrebbe dunque ringraziata da tutta l’UE, altro che condannata. Ma questo, è chiaro, non accadrà. Allora la ringraziamo noi. Non solo per il “muro”, di cui comunque siamo anche noi beneficiari: dieci anni fa abbiamo infatti aderito, con il voto contrario dei ticinesi, a quel bidone dello spazio Schengen.  L’Ungheria la ringraziamo perché qualsiasi scossone dato alla sbrecciata, fallita, antidemocratica e – soprattutto – nemica UE è un regalo prezioso per noi. Che dalla (dis)unione veniamo continuamente attaccati nella nostra sovranità e democrazia.

Che differenza!

Tornando alla Grecia, la sua lezione è importante anche per un altro aspetto. Che tragica differenza tra i suoi leader che, pur essendo letteralmente in braghe di tela, hanno messo in ginocchio l’UE, ed i governanti svizzeri.  I nostri consiglieri federali, pur partendo da posizioni di forza, ci hanno svenduti. E poi: la Grecia ottiene dall’Europa miliardi a palate mentre a noi si tenta di far credere che limitare la devastante libera circolazione delle persone non si può (“sa po’ mia”)? Cerchiamo almeno non essere ridicoli. Portare a casa l’applicazione del 9 febbraio si può. E non solo si può. Si deve. E’ chiaro il messaggio?

Lorenzo Quadri