E’ ora di mettere sotto la lente chi boccia tutte le misure per alleviare i premi

Martedì verrà comunicata la stangata sui premi di cassa malati per l’anno di disgrazia 2023. Stangata che andrà a cumularsi agli altri rincari, imputabili ai ben noti motivi internazionali ma anche interni (la fallimentare strategia energetica 2050 voluta dalla partitocrazia e le sanzioni-boomerang contro la Russia).

Da mesi si vocifera che l’aumento medio di premio in questo sfigatissimo Cantone sarà vicino al 10%. Aumento medio vuol dire che ci sarà chi si troverà confrontato con una pillola ben superiore. Di conseguenza, cresceranno anche i sussidi. Quindi il contribuente del ceto medio dovrà pagare premi più cari ed in più finanziare con le sue imposte l’aumento dei sussidi.

L’ennesimo salasso non si giustifica. E’ vero che nel 2020, causa stramaledetto virus cinese, la sanità “non covid” ha subito un rallentamento (interventi rimandati) e che nel 2021 c’è stato di conseguenza un recupero; ma la media dei due anni non spiegauna tranvata di tali proporzioni.

Plateale conflitto d’interessi

Le riserve degli assicuratori malattia a fine 2020 ammontavano ad oltre 12 miliardi di franchetti. Il minimo prescritto per legge, calcolato già in modo assai generoso, è di poco più di 5 miliardi. Le riserve in eccesso andrebbero utilizzate per calmierare gli aumenti di premio. Sappiamo però che la scorsa settimana il  Consiglio degli Stati ha a maggioranza respinto la mozione di chi scrive, che chiedeva di rendere obbligatoria la restituzione delle riserve in esubero.

Proprio questo njet ben evidenzia il plateale conflitto d’interessi in cui si trovano troppi deputati che sono contemporaneamente lobbisti dei cassamalatari. Spesso e volentieri si tratta di politicantieletti sulle liste dell’ex partitone. Anche il “medico italiano” del PLR era uno di loro prima entrare nel governicchio federale.

Fanno perfino i relatori

I giornalai la remenano con i lobbisti che pascolano nei corridoi di palazzo federale. Ma costoro al massimo possono tirare giacchette. Il problema sono i lobbisti che siedono nel parlatoio come deputati. Non è certo un caso che in Consiglio degli Stati il relatore contrario alla mozione per la restituzione obbligatoria delle riserve in esubero degli assicuratori malattia fosse tale Josef Dittli, PLR, il quale è presidente di Curafutura: ovvero l’associazione delle casse malati CSS, Helsana, Sanitas e KPT. Il conflitto d’interessi non potrebbe essere più smaccato. Il buon Dittli su un tema del genere non avrebbe dovuto nemmeno votare. Invece ha fatto addirittura il relatore. Perché i suoi colleghi gliel’hanno permesso.

La nuova mozione

E’ ora che i (troppo) numerosi deputati-lobbisti delle casse malati che siedono in parlamento diventino tema di discussione. Se la politichetta federale non ne viene a una su misure anche modeste di contenimento dei premi, una fetta della responsabilità ricade su costoro. Fermo restando che i cassamalatari non sono i soli colpevoli per l’esplosione dei costi della salute: le lobby e categorie che ci tettano dentro sono numerose.

Impedire ai lobbisti delle casse malati di fare i parlamentari – rispettivamente ai parlamentari di entrare in organi direttivi delle casse malati – non si può. Sperare che questi deputati-lobbisti mantengano un minimo di decenza, come ben si è visto con la vicenda della mozione sulle riserve, è una pia illusione. Di conseguenza la Lega (per il tramite di chi scrive) ha presentato giovedì un’altra mozione. La richiesta è di far sì che i deputati – lobbisti delle casse malati, quelli che sono membri di organi direttivi degli assicuratori malattia o di loro organizzazioni mantello, siano tenuti a rendere pubblico quanto incassano per svolgere tale funzione. Non di rado si tratta di somme superiori alle indennità parlamentari. E’ chiaro che, se uno guadagna di più come cassamalataro che come deputato, il sospetto che in parlamento faccia gli interessi non già di chi lo elegge, ma di chi generosamente lo foraggia, assume concretezza.

In Ticino

Intanto anche in Ticino qualcosa si muove nel tentativo di allievare ai cittadini la nuova stangata sui premi di cassa malati. Nei giorni scorsi i gruppi parlamentari Lega, Udc, Plr e Centro hanno presentato un’iniziativa parlamentare che chiede di introdurre una deduzione fiscale per premi di cassa malati di 1200 franchi per ogni figlio a carico.

Prosegue inoltre la raccolta delle firme dell’iniziativa popolare della Lega che chiede di rendere i premi di cassa malati integralmente deducibili dalle imposte (vedi box). Firmate e fate firmare!

Lorenzo Quadri