Quest’anno il Consiglio federale ha scelto il Ticino come destinazione della propria scampagnata estiva. Un gesto di simpatia apprezzabile. Ma nella sostanza, il Governo svizzero è vicino ai problemi e ai bisogni dei cittadini? Tutt’altro, e noi Ticinesi ne sappiamo qualcosa. C’è qualcosa che non funziona nel metodo di conduzione del Paese, una disfunzione che balza agli occhi soprattutto in momenti difficili come quello che viviamo. In un Paese come la Svizzera, se un Cantone o dei Comuni sollevano un problema, il Governo non dovrebbe accontentarsi dei rapporti di routine dei suoi funzionari, che da quando mondo è mondo tendono a lasciare le cose come stanno e a giustificare lo statu quo. Se il Consiglio di Stato di un Cantone lancia un allarme su quanto succede lontano da Berna, magari alle frontiere, denunciando un’esplosione di entrate illegali da parte di migranti che si spacciano per rifugiati, di stranieri che non hanno la fedina penale pulita e rappresentano un pericolo per il nostro Paese, o di imprenditori italiani che pagano una miseria i propri operai e mettono in ginocchio l’economia locale, non si può accontentarsi dei rapporti dell’Amministrazione che tendono a nascondere i problemi invece di evidenziarli. Se la SECO ripete fino alla noia che in Ticino il mercato del lavoro funziona senza grandi problemi, mentre i partner sociali e il Consiglio di Stato denunciano abusi e gravi conseguenze, il Consiglio federale non può limitarsi ad essere la cinghia di trasmissione dei propri funzionari! Il Governo deve prendere le decisioni politiche che si impongono e ai tecnici spetta il compito di renderle applicabili. Questo dovrebbe fare un Esecutivo attento ai bisogni dei cittadini!
Purtroppo, nelle ultime settimane il Governo ha fatto di peggio. Il Canton Lucerna, diversi partiti e un comune argoviese hanno lanciato un allarme chiedendo un giro di vite sull’accoglienza di migranti che si spacciano per rifugiati mentre non lo sono e costano milioni alla confederazione, a Cantoni e Comuni. E il Consiglio federale cosa fa? Richiama all’ordine non chi abusa delle nostre leggi, ma i Cantoni e i Comuni che osano dire basta. Per la Presidente della Confederazione è una vergogna dire che i Paesi europei devono assumersi le loro responsabilità verso i richiedenti l’asilo e rispettare gli impegni invece di farli transitare in Svizzera ed esigere che chi non è un rifugiato sia rispedito in patria. Compito della responsabile della politica d’asilo non è bacchettare i Cantoni e i Comuni che sollevano problemi veri. Il compito per il quale è stata eletta dal Parlamento è di risolvere questi problemi. Allo stesso modo, il ruolo della ministra delle finanze non è di sacrificare gli interessi della piazza finanziaria (o del Ticino) per compiacere l’Italia (che fa i propri interessi). E quello della responsabile del Dipartimento dei trasporti e delle comunicazioni non è di minacciare di ritorsioni il popolo svizzero prima della votazione sulla vignetta autostradale o di redarguire chi ha votato contro la SSR. I funzionari devono rientrare nei ranghi e il Consiglio federale deve assumere coraggiosamente le proprie responsabilità rispettando la volontà popolare e quella dei Cantoni, senza se, senza ma e senza distinguo.
Battista Ghiggia
Avvocato, Candidato per il Consiglio degli Stati
Lega dei Ticinesi – UDC