Incapaci di farsi valere sui temi marginali; per cui figuriamoci su quelli importanti…
La fallita UE pretende ancora una volta di comandare in casa nostra. E “more solito” i camerieri di Bruxelles in Consiglio federale calano le braghe ad altezza caviglia.
Succede nelle cose “macro” come in quelle “micro”. E, se neppure in queste ultime gli svizzerotti sono in grado di farsi valere, vuol dire che siamo davvero alla frutta.
Elicotteri
Una di queste cose micro è stata (ovviamente non da sola) all’ordine del giorno dell’ultima seduta della Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale. Si tratta dell’età massima dei piloti di elicottero. La fallita UE, tramite ordinanza, intende fissarla a 60 anni, sia per gli Stati membri che per la Svizzera. Questo limite arbitrario non ha alcuna giustificazione. Gli studi medici pubblicati dalla stessa Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) non rilevano alcun pericolo aggiuntivo nel far volare i piloti fino a 65 anni, come avviene finora in Svizzera.
Basta eccezioni
Il nostro paese ha ottenuto dal 2014 al 2020 dall’organo comunitario competente le eccezioni – di durata biennale – necessarie per permettere il volo fino a 65 anni. Però, nell’anno di disgrazia 2020, gli eurocrati di turno si sono di punto in bianco rifiutati di concederne un’altra, minacciando addirittura RITORSIONI nei confronti della Confederella qualora non si fosse adeguata. E adesso, naturalmente, a Berna si prepara l’ennesimo piegamento a 90 gradi.
Immaginiamoci con l’accordo quadro
Questa vicenda, per quanto “di nicchia”, rende bene l’idea di cosa accadrebbe con la ripresa dinamica, ossia automatica, del diritto UE: i balivi di Bruxelles semplicemente dettano le leggi in casa nostra e gli svizzerotti subiscono.
Nel caso concreto, poi, la questione dell’età dei piloti di elicottero è un tema esclusivamente interno: essi non effettuano voli internazionali, ma solo in Svizzera.
E se neppure in una questione minore che tocca unicamente il nostro Paese il governicchio federale riesce a spuntarla, qualcuno si immagina che il binazionale KrankenCassis (PLR) e compagnia cantante saranno in grado, tanto per dirne una, di rinegoziare lo sconcio accordo quadro istituzionale? Ma quando mai!
E, soprattutto, qualcuno si immagina che – nella denegata e deleteria ipotesi in cui il citato trattato coloniale dovesse venire sottoscritto – il Consiglio federale più debole della storia farebbe qualcosa di diverso dall’ applicare servilmente ogni “cip” in arrivo dalla fallita UE, anche contro l’interesse del nostro Paese? Ma mai più!
Mal di pancia
Tra parentesi, il Diktat di Bruxelles sul pensionamento a 60 anni dei piloti di elicottero causa al settore parecchi mal di pancia. Infatti:
- Diventa sempre meno interessante investire per formare piloti, se poi questi ultimi, volendo lavorare fino a 65 anni, cambiano carriera a 50 per avere ancora la possibilità di trovare un altro impiego.
- Se bisogna formare più piloti, servono più voli-scuola: ne deriva più inquinamento, più rumore, eccetera.
Girare al largo!
La diatriba sull’età massima dei piloti di elicottero ben dimostra che la Svizzera deve girare al largo dalla fallita UE che pretende di dettarci legge in tutto: nelle cose piccole come in quelle grandi.
Altro che sottoscrivere lo sconcio accordo quadro istituzionale! I trattati commerciali li firmiamo con partner che non pretendono poi, in contropartita (?), di comandare in casa nostra. E nel mondo ce ne sono parecchi ed interessanti. Basta volerli trovare!
Lorenzo Quadri