Alcune perle

Proseguono ad oltranza le situazioni che vedono gli svizzeri, che sempre più si meritano l’appellativo di “svizzerotti  fessi”, discriminati nei confronti degli italiani.
Come noto i famigerati accordi bilaterali vietano la  discriminazione. Ed infatti è proprio in base a questo divieto che il Tribunale amministrativo (Tram) ha prodotto delle vere e proprie “perle”. Ad esempio la sentenza che sancisce l’annullamento del requisito della conoscenza delle lingue nazionali, che era saggiamente (tanto per una volta…) stato inserito dal Consiglio di Stato nei bandi di concorso per l’assunzione dei docenti delle scuole cantonali. Con la sua decisione il Tram apre le porte all’assalto degli insegnanti frontalieri alla scuola pubblica svizzera.
Bisogna dire che più si sale, più si degrada. Perché c’è chi riesce a fare peggio anche del Tram. Si tratta del Tribunale federale. Quest’ultimo ha infatti annullato una decisione del Consiglio di Stato, che era stata confermata addirittura dal Tram (ed è tutto dire), con cui si rifiutava il rinnovo del permesso G ad un frontaliere pregiudicato che in Italia risulta latitante (e quindi non ci torna mai, di modo che non può nemmeno essere frontaliere).

Masochismo multiforme
Le discriminazioni ai danni degli svizzeri in casa propria sono multiformi. La scorsa settimana da queste colonne un esperto spiegava come i contribuenti ticinesi risultino fiscalmente discriminati nei confronti dei frontalieri, i quali pagano circa il 15% di imposte in meno. Questa situazione è, evidentemente, contraria al divieto di discriminazione. Però di interventi  correttivi mica se ne vedono: né da parte del governo cantonale, né del Consiglio federale, né del Tram, né da altri. La questione diventerà comunque oggetto di un atto parlamentare della Lega a Berna.
Altra discriminazione a danno degli svizzeri riguarda gli artigiani e la riscossione dell’IVA.
Come noto il numero dei padroncini italiani attivi su suolo ticinese è letteralmente esploso. In pochi anni si è passati da 7000 a quasi 20mila (!) notifiche annue: quindi cifre triplicate. Ciononostante, non si sa bene in base a quale pulsione masochista, ancora si permette a padroncini & Co in arrivo da Oltreconfine di notificarsi semplicemente via e-mail. Quando invece, se una ditta ticinese vuole lavorare nella vicina Penisola, si trova sottoposta ad una trafila burocratica tale da costringere anche i più temerari a rinunciare.
Ma non è tutto, perché gli artigiani elvetici sono discriminati pure  sull’IVA: per lavori di valore inferiore ai 10mila Fr eseguiti per un cliente svizzero (ticinese), l’artigiano locale paga l’IVA, quello italiano no. Un ulteriore vantaggio concorrenziale, dunque. Che si aggiunge al fatto che i padroncini in arrivo dalla vicina Penisola spesso e volentieri  tasse ed oneri sociali non li pagano da nessuna parte. Ovvio che poi si possono permettere di praticare prezzi inarrivabili per  gli operatori ticinesi. Il Consiglio federale ammette che la discriminazione esiste. Però lascia le cose come stanno. Perché – udite udite – intervenire sarebbe troppo complicato! Sicché non solo ci si rifiuta pervicacemente di sfruttare i margini di manovra esistenti per creare dei vantaggi competitivi a chi vive, lavora, dà lavoro e paga le tasse in Svizzera –  perché guai ad aggirare la devastante libera circolazione delle persone, questa deve venire applicata alla lettera ecchissenefrega dell’economia locale, l’importante è essere in regola con i Bilaterali, Bruxelles über alles –  ma addirittura si tollera che gli operatori economici locali vengano discriminati nei confronti della concorrenza d’Oltreconfine.
Ma non poteva mancare nemmeno la ciliegina sulla torta: pare infatti che negli aeroporti italiani i velivoli svizzeri siano discriminati in quanto costretti a pagare più tasse di tutti gli altri, questo in crassa violazione degli accordi bilaterali sul traffico aereo. Ma naturalmente Berna dorme. E altrettanto naturalmente, nessun tribunale si sogna di sanzionare la discriminazione ai danni degli svizzerotti. Non sia mai…
Lorenzo Quadri