Impennata dei contagi in Lombardia. Ma il kompagno Bersetsi accanisce contro i ristoranti
Con quale faccia di tolla il governicchio federale prolunga il lockdown in eterno cianciando di “politica proattiva”, quando fa entrare liberamente in Ticino 70mila e passa frontalieri da Como e Varese?
In Lombardia, ed in particolare a Como ed a Varese, le cifre dei contagi da stramaledetto virus cinese e relative varianti multikultistanno risalendo rapidamente. Leggiamo sulla stampa che tra il 19 ed il 25 febbraio i nuovi positivi tra Como e Varese sono stati 3394, ovvero il 77% in più rispetto alla settimana precedente.
Per far fronte alla situazione, le autorità lombarde dichiarano di essere pronte ad immunizzare interi comuni. A Viggiù da ieri tutti i residenti maggiorenni possono ricevere il vaccino. Da noi una strategia del genere non è possibile. Grazie al “ministro dei FLOP” kompagno Berset (P$) ed ai burocrati dell’UFSP, i vaccini non ci sono.
“Ridurre la mobilità”
A proposito della situazione lombarda, intervistato sul CdT di venerdì il ricercatore dell’Università dell’Insubria Davide Tosi ha ribadito i concetti che sentiamo ripetere da un anno, ma che ciononostante non riescono a fare breccia nelle dure cervici dei camerieri dell’UE in Consiglio federale: “il virus circola con le persone (…) la mobilità è il fattore chiave”.
Dunque, per evitare che il Ticino, già messo in ginocchio dal lockdown della $inistra chiusurista, torni ad IMPESTARSI come accaduto durante la prima ondata, bisogna limitare la mobilità transfrontaliera. Altro che far entrare tutti i giorni 70mila e passa frontalieri (compresi quelli in arrivo dalle zone rosse) più svariate migliaia di padroncini! Chiudere i confini e filtrare!
Le frontiere spalancate non possono esistere in periodo di pandemia (non a caso, vari Stati membri UE hanno chiuso le loro;gli svizzerotti fessi, invece…). E nemmeno dopo: perché i posti di lavoro superstiti vanno assegnati a svizzeri e non a stranieri residenti all’estero (permessi G).
La scelta più dura?
Ma evidentemente il governicchio federale, che non si fa problemi nel mandare in fallimento l’economia elvetica e nel ridurre i cittadini in miseria a suon di lockdown, quando si tratta di chiudere le frontiere all’invasione da sud… manco a parlarne!
Venerdì il portale tio.ch ha pubblicato un’imbarazzante intervista alla consigliera federale PLR Karin Keller Sutter (KKS): quella in prima linea nel combattere il divieto di burqa contando balle plateali, tanto per avere un’idea della pochezza del personaggio.
Qual è la dichiarazione saliente dell’intervista? La si trova nel titolo. Ovvero: “La scelta più dura? Chiudere le frontiere”.
Hai capito i politicanti dell’ex partitone? La scelta più dura non sono i lockdown decretati “ad minchiam” che provocano e provocheranno la rovina di centinaia di migliaia di svizzeri. La scelta più dura è contravvenire al sacro dogma del “devono entrare tutti”! E nota bene che la KKS dovrebbe essere liblab, mica ro$$overde!
Con al governo simili soldatini e soldatine della partitocrazia spalancatrice di frontiere, ancora ci si meraviglia se la Svizzera va a ramengo?
Grazie ex partitone per regalare al Paese questi grandi statisti!Tra la Ka-Ka-eS ed il binazionale KrankenCassis, c’è proprio un bel campionario!
Lettera imboscata
Quindi, a Como ed a Varese i contagi salgono rapidamente. Ma i tamberla bernesi – quelli che si sciacquano la bocca con la politica proattiva per giustificare il lockdown eterno – non si sognano di introdurre delle misure sul confine. Addirittura, a quanto ci consta, la lettera con cui il governicchio cantonale avanzava la richiesta, davvero minimalista, di chiudere almeno i valichi secondari, giace tuttora imboscata in un cassetto.
Crisi istituzionale?
Frontiere sempre SPALANCATE, però il kompagno Berset ha fatto chiudere le terrazze dei ristoranti delle stazioni sciistiche!
Ed i Cantoni, Ticino compreso, hanno calato le braghe. E’ il mondo che gira al contrario. La chiusura delle terrazze è manifestamente assurda. Le nuove regole permettono gruppi di 15 persone all’aperto. Sicché le terrazze dei ristoranti avrebbero dovuto riaprire TUTTE ed OVUNQUE, non solo nei comprensori sciistici. I Cantoni hanno fatto malissimo a cedere, sostenendo di non voler creare una “crisi istituzionale” (uella).
Ma va là! La “crisi istituzionale” l’ha provocata il kompagnoBerset (P$) che (mentre i suoi colleghi di governicchio federale sono manifestamente in letargo) ha trasformato la Svizzera in una dittatura cinese!
La protesta si organizza
Chi ha scandalosamente rottamato il federalismo e la democrazia non può di certo lamentarsi se i Cantoni si riprendono le prerogative di cui sono stati defraudati!
Invece di preoccuparsi di fare i bravi lecchini, i governi cantonali faranno bene a prepararsi a compiere degli strappi con Berna.
La pazienza della popolazione non è infinita. La protesta si sta organizzando. Anche in Ticino.
Lorenzo Quadri