La devastante crisi economica causata dal lockdown impone questo passo
E’ senz’altro positivo che la Banca nazionale svizzera abbia deciso di versare ulteriori 6 miliardi a Confederazione e Cantoni, in considerazione della devastante crisi economica provocata dallo stramaledetto virus cinese. In Ticino arriveranno, a quanto pare, 54 milioni di franchi. Del resto, ci sarebbe mancato altro: la Banca Nazionale è di proprietà dei cittadini elvetici!
Evidentemente questo contributo aiuta. Però non basta. Il lockdown deciso dal kompagno Berset, esponente dei $inistrati chiusuristi, sta mandando in rovina il Paese. I nuovi contagi quotidiani in Ticino sono da vari giorni attestati attorno alla quarantina. E’ evidente che non ci sono i numeri per mantenere in vigore le serrate. Ma il governicchio federale intende andare avanti ad oltranza, per nascondere il proprio clamoroso fallimento sui vaccini che non ci sono.
Sei milioni al giorno
E’ stato calcolato che ogni ora di lockdown costa sei milioni di franchi. Chi vuole può a questo punto munirsi di pallottoliere e fare i conti. Chi pagherà queste somme mostruose? Facile: Il cittadino che, grazie alla brillante politica del kompagno Berset, si troverà impoverito, disoccupato e dovrà pure far fronte ad aggravi fiscali per tappare le voragini nei conti pubblici!
I kompagni, dai quali il governicchio federale si fa schiacciare gli ordini, strillano che si deve chiudere tutto e poi pretendono di indennizzare artigiani ed imprese con soldi… che non ci sono. E che verranno quindi prelevati dalle tasche dei contribuenti!
“Accordo a rischio”
In questa situazione catastrofica, dunque, i 54 milioni in arrivo dalla BNS (non “della” BNS: sono soldi dei cittadini) sono benvenuti. Vediamo però di non sopravvalutarli. Si tratta poco più della metà di quanto versiamo ogni anno al Belpaese sottoforma di ristorni delle imposte alla fonte dei frontalieri!
E a questo punto la palla passa al governicchio cantonale. Intende finalmente BLOCCARE i ristorni e trattenerli in Ticino per le necessità dei ticinesi, o pensa di continuare a fare regali ingiustificati al Belpaese perfino in tempo di crisi nera?
A ciò si aggiunge, ed è notizia di ieri, che il famoso nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri – accordo che in realtà è una ciofeca: i negoziatori svizzerotti si sono fatti infinocchiare dall’italica controparte – potrebbe benissimo non venire approvato nella vicina Repubblica. Secondo voci in arrivo da Oltreramina, l’ennesima crisi politica a Roma lo metterebbe a rischio. E allora cosa stiamo aspettando?
Lorenzo Quadri