Casse bernesi piene come il deposito di Zio Paperone; è tempo di aiutare gli Svizzeri!
La Confederazione ha chiuso i consuntivi del 2019 con un utile di 3.3 miliardi di franchetti. E’ ormai una dozzina d’anni che i conti bernesi sono sistematicamente in attivo, e che gli attivi hanno nove zeri. Questa volta la cifra è da record. Però ai cittadini svizzeri in difficoltà si dice che devono tirare la cinghia. Per contro, la spesa per gli immigrati nel nostro Stato sociale cresce sempre di più. Siamo già arrivati a 175 miliardi di Fr annui, e non se ne vede la fine. Per non parlare degli aiuti all’estero.
Anche la Banca nazionale ha registrato, lo scorso anno, degli utili record di 50 miliardi di Fr. Questo significa che la BNS scoppia di soldi come il deposito di Zio Paperone. E’ vero che ai Cantoni è arrivato qualche milioncino extra. Ma non si tratta di un grande sforzo. Del resto, negli ultimi due decenni, il bilancio della Banca d’emissione è praticamente decuplicato. Ma quanto viene distribuito ai Cantoni non è certo aumentato in proporzione. Infatti si è passati da 1.5 a 2 miliardi di Fr.
Questi utili, sia della Confederazione che della BNS, non possono rimanere chiusi nei forzieri. Devono venire impiegati a beneficio dei cittadini e dell’economia. E men che meno vanno scelleratamente inviati all’estero, vedi il regalo da 1.3 miliardi che la partitocrazia si ostina a voler versare alla fallita UE.
Per i cittadini
Come abbiamo detto più volte, è ora che gli utili della BNS vengano impiegati a vantaggio dei cittadini. Ad esempio per le casse dell’AVS. Perché alzare l’età della pensione a 67 anni con la scusa delle casse vuote del primo pilastro è una “cagata pazzesca” (cit. Fantozzi), quando la BNS e anche la Confederazione scoppiano di soldi. E quando ogni anno partono per l’estero fior di miliardi di Fr di proprietà del contribuente.
Che l’aumento dell’età della pensione non stia in piedi l’ha ammesso la stessa partitocrazia alle camere federali, che infatti ha votato la rendita ponte per i disoccupati anziani, ovvero quelli che esauriscono le indennità di disoccupazione a 60 anni. Ma guarda un po’: quindi la partitocrazia ammette che a 60 anni si è tagliati fuori dal mercato del lavoro. Però, dimostrando totale incoerenza, pretende di far lavorare la gente fino a 67 anni!
Emergenza coronavirus
Ovviamente bisogna pensare anche alle conseguenze economiche del coronavirus. D’accordo il piano da 10 miliardi, ma è chiaro che anche le eccedenze della BNS e della Confederella dovranno venire impiegate per aiutare l’economia duramente colpita dal morbo. Non solo. E’ evidente che la Svizzera si trova in una situazione di crisi. Il nostro è tra i paesi più colpiti al mondo dai contagi da coronavirus! Per questo possiamo ringraziare l’inettitudine del Consiglio federale: i sette camerieri, inginocchiati all’UE e chinati a 90 gradi davanti ai datori di lavoro che assumono frontalieri invece di residenti, rifiutano stoltamente di chiudere le frontiere. Malgrado il parere dei medici. Rifiutano per motivi politico-ideologici, ovviamente. Non sanitari.
Visto che la Svizzera si trova in una situazione di crisi, è chiaro che gli aiuti all’estero vanno bloccati. Subito ed integralmente. A partire dal contributo di 1.3 miliardi di coesione all’UE: i soldi dei contribuenti vanno tenuti in Svizzera, per le necessità svizzere. Quindi, il piano di salvataggio può tranquillamente essere incrementato.
E’ altrettanto evidente che non tutte le aziende in Ticino avranno diritto a degli aiuti. Chi ha assunto frontalieri al posto di residenti, per farsi i propri interessi di saccoccia, ed adesso si trova nella palta, farà bene a volare basso schivando i sassi.
La lezione
Ed è chiaro, come scrivevamo già la scorsa settimana, che dal coronavirus bisognerà trarre la dovuta lezione. Che è una e chiara: meno globalizzazione, meno frontiere spalancate, via la devastante libera circolazione delle persone! Quanto sta accadendo in queste settimane in Ticino ben dimostra dove si va a finire quando si rende la propria economia ed il proprio sistema sanitario dipendente da uno Stato estero.
#SWISSEXIT
Lorenzo Quadri