A Montecarlo (nel poco spazio disponibile) è boom dell’edilizia di extralusso: nei giorni scorsi abbiamo potuto leggere la notizia dell’attico più bello (e caro) del mondo, in allestimento sul cucuzzolo di un grattacielo. L’appartamento misurerà “appena” 3300 metriquadri.

Inquietante è la spiegazione al boom rilasciata da Jean Claude Caputo, managing director del broker Savillis Plc all’agenzia economica Bloomberg e ripresa dal portale LiberaTv.

 Caputo afferma senza giri di parole che a Montecarlo starebbero per sbarcare un bel po’ di miliardari provenienti da Zurigo, Ginevra e Lugano. Un’equazione semplice semplice, secondo il broker: Svizzera con il segreto bancario indebolito più aumento delle tasse sulle case a Londra, uguale boom di ricchi a Montecarlo.

Vantaggi smantellati
Ecco dunque un segnale di cui ci dobbiamo preoccupare e parecchio. La ministra del 5% Widmer Schlumpf, marionetta della $inistra cui deve la cadrega che occupa contro la  volontà popolare, ha svenduto ai saldi la tutela della privacy bancaria. Perché “dobbiamo aprirci all’UE” e qualsiasi peculiarità svizzera – meglio: qualsiasi vantaggio competitivo svizzero – va rottamato in quanto non eurocompatibile e non politikamente korretto.

Così è stato buttato nel water il lavoro di due generazioni. Il crollo del gettito della piazza finanziaria è lì da vedere. A Lugano mancano 40 milioni. Il Municipio nel Consuntivo 2013 parla di “pochezza del gettito delle banche”. Questa pochezza ha dei precisi responsabili. Non si finga di dimenticarlo.

La guerra ai ricchi
La $inistra continua dal canto suo con la guerra ai ricchi ed in particolare a quelli stranieri: una guerra populista (eh sì) ma soprattutto autolesionista.

Ma come: gli spalancatori di frontiere le vogliono spalancare agli immigrati che portano via il lavoro ai residenti, a quelli che arrivano per farsi mantenere dagli svizzerotti (i quali accolgono tutti per paura di venire accusati di razzismo e xenofobia), ai finti rifugiati perché bisogna sostenere l’Italia (ovio: gli amichetti di merende UE piantano in asso la Penisola nella gestione dell’emergenza emigranti, e ad aiutarla deve arrivare la Svizzera, che viene ricompensata, come da copione, con liste nere illegali e pesci in faccia).

Ma i ricchi stranieri, quelli che arrivano in Svizzera senza dare fastidio a nessuno ed anzi spendendo sul territorio e pagando tante tasse (certo: poche in proporzione alla capacità finanziaria, ma tante in cifre assolute) i kompagni non li vogliono. Vanno messi in fuga.

E dunque si sfascia il segreto bancario per ubbidire al padrone di Bruxelles e Washington. Si reintroducono tasse sulle successioni. Ci si riempie di pericolosi delinquenti stranieri in arrivo dall’Europa dell’Est (perché “dobbiamo aprirci all’UE”) mandando a ramengo la sicurezza elvetica – da sempre nostro vanto oltre che importante attrattore per ricchi contribuenti.

Togli e togli…
Sicché, togli un atout e togli l’altro, i ricchi partono dalla Svizzera. E mica solo quelli stranieri.  E, va da sé, non ne arrivano di nuovi. Altre destinazioni (vedi Montecarlo) ridono.

Il nostro gettito fiscale cala. Mentre, grazie alla politica delle frontiere spalancate, esplode la spesa sociale. Sia per chi arriva dall’estero per fare il “turista dello Stato sociale” sia per chi lavora al posto dei residenti. Il record negativo di 8000 persone in assistenza in Ticino non cade dal cielo.

Se manca il gettito fiscale dei ricchi si sa bene quello che succede: alla cassa viene chiamato il ceto medio. Mentre i cittadini in difficoltà si vedono decurtare gli aiuti. Perché non ci sono più i soldi per finanziarli. Grazie alla $inistra a dintorni.
Lorenzo Quadri