Vendere armi alla Germania che ha mandato le proprie a Kiev? Anche no!

Avanti con la rottamazione della neutralità della Svizzera con la tattica del salame, una fetta alla volta! E con la neutralità – come abbiamo scritto in più occasioni, ma “repetita iuvant” – se ne va anche il ruolo internazionale della Svizzera. La Confederella, in una situazione di guerra, ha un ruolo se può fungere da moderatrice tra i belligeranti. Schierandosi in un campo o nell’altro, diventa un’inutile vocina che strilla nel coro.

Tuttavia in quel di Berna i politichetti della casta serva di UE, USA e NATO sfornano cappellate a getto continuo (perché quelle del governicchio federale, ed in particolare del ministro degli esteri doppiopassaporto, ancora non bastavano).

La partitocrazia è favorevole alla riesportazione di armi verso l’Ucraina, alla faccia della neutralità e della legge sulle armi, che andrebbe modificata ad hoc. Per fortuna, contro una simile modifica, se approvata dal parlatoio federale, potrà essere lanciato il referendum. Referendum che è garantito, ça va sans dire.

Adesso arriva il nuovo escamotage: ovvero vendere carri armati Leopard alla Germania, di modo che quest’ultima possa ricostituire (in parte) il proprio arsenale, che ha svuotato per mandare armi a Kiev su ordine del RimbamBiden. Perfino il Gigi di Viganello è in grado di rendersi conto che si tratta di una clamorosa presa per i fondelli, anche se formalmente non sarebbe  una riesportazione, dal momento che Berlino i carri armati elvetici li terrebbe per sé!

Tuttavia, se la Germania fornisce armi all’Ucraina e poi la Svizzera le vende alla Germania, è come se Berna mandasse materiale bellico direttamente a Zelensky. Il che costituirebbe una sfacciata violazione della neutralità! Non lo dice solo il Mattino populista e razzista; lo ha affermato anche Oliver Diggelmann, professore di diritto internazionale ed europeo presso l’Università di Zurigo! La Svizzera, ha detto il professore, “verrebbe coinvolta in una dimensione militare” e “entrerebbe nella catena di sostegno a Kiev”!

Quindi, che il governicchio federale (“medico italiano” del PLR in primis) non si sogni di compiere un passo del genere!

L’aspetto inquietante è che il capo dell’esercito svizzero Thomas Süssli ha detto che in fondo una dozzina di  Leopard ai tedeschi si possono anche vendere, ciò malgrado l’esercito elvetico abbia bisogno di tutto il proprio arsenale. Per poi aggiungere, bontà sua, che la questione “è politica”. Qui qualcuno non ha capito da che parte sorge il sole! E’ il colmo che il capo dell’esercito rossocrociato si permetta di “aprire” ad una misura contraria alla neutralità!

Ma costui il lauto stipendio lo riceve dalla Confederella o dalla NATO? E’ ovvio che la Lega solleverà la questione a Berna!

Lorenzo Quadri